Secondo i dati ISTAT (1) aggiornati al 2016, in Italia sono stati registrati circa 3,2 milioni di casi di diabete di cui circa l’8-10% rappresentano la forma di tipo 1; dunque è una problematica molto diffusa, ma fortunatamente negli ultimi decenni, grazie ai progressi nella terapia insulinica esogena insieme a miglioramenti nel monitoraggio e nel controllo della glicemia, i soggetti con DM1 hanno ottenuto miglioramenti significativi nell’aspettativa di vita e nella possibilità di praticare sport, anche in maniera agonistica.
L’assunzione di macro-nutrienti, soprattutto di carboidrati (CHO) e proteine, per gli atleti diabetici non differisce significativamente rispetto alle raccomandazioni per il resto della popolazione, sebbene potrebbe essere necessario regolare l’assunzione di carboidrati in relazione all’allenamento, per una corretta gestione della glicemia e per prevenire complicanze come ipoglicemia e iperglicemia.
Una linea guida chiara ci viene fornita dall'American Dietetic Association (2), dalla Dietitians for Canada (3) e dell'American College of Sports Medicine (4), che insieme indicano i requisiti energetici generali per gli atleti diabetici (5):
• Consumo di carboidrati (CHO) di 6-10 g/kg di peso corporeo al giorno (dato variabile in relazione al tipo di attività);
• Consumo di proteine di 1,2 - 1,7 g/kg di peso corporeo al giorno;
• Consumo di grassi del 20%-35% dell'apporto energetico totale.
Dunque, la seguente revisione della letteratura delinea le raccomandazioni sull’assunzione di carboidrati prima, durante e dopo l’esercizio per ottimizzare la prestazione sportiva e per scongiurare il rischio di complicanze:
PRE - ESERCIZIO/ATTIVITA'
Il pasto pre-allenamento è utile per consolidare le scorte di glicogeno, e in relazione ad esso serve monitorare i livelli di glicemia per regolare la quantità di insulina esogena da iniettare.
Gli autori suggeriscono anche l’assunzione di carboidrati a basso indice glicemico come crackers, fette biscottate, frutta e yogurt a ridosso dell’attività fisica.
DURANTE LE ATTIVITA'
È possibile introdurre carboidrati anche durante la pratica dell’esercizio fisico, per tamponare la sua azione ipoglicemizzante ed evitare che la glicemia si abbassi troppo.
In attività di breve durata (<60min) è sufficiente una buona idratazione o al massimo piccole quantità di carboidrati come pochi biscotti o crackers.
Se invece l’attività si protrae nel tempo (1-3 ore) è necessario, oltre all’idratazione, un’integrazione di circa 30 g di carboidrati per ora.
Per attività che superano le 3 ore serve un apporto glucidico maggiore che arrivi a 60 g di carboidrati per ora, oltre all’idratazione con aggiunta di sali minerali
POST - ESERCIZIO/ATTIVITA'
Nelle ore successive è necessario ripristinare le riserve di glicogeno utilizzate, quindi, è necessario consumare 1-5 g per kg corporeo di carboidrati entro i primi 30 minuti dopo l’esercizio, e altri 1-5 g per kg corporeo nelle due ore successive all’allenamento per ridurre il rischio di ipoglicemia.
Per quanto riguarda l’esercizio fisico, vi è una carenza di studi nella letteratura che dimostrino quali siano le combinazioni di intensità e volume più adeguate (↑volume/ ↓intensità o viceversa) , ma è ormai certo che l’esercizio fisico può essere sicuro e benefico per i soggetti che convivono con il DM1 (6). A causa di questa carenza, l’American College of Sports Medicine consiglia le linee guida stilate per il DM2, che prevedono 150 min/settimana di lavoro aerobico, con un’intensità moderata/vigorosa, suddiviso in 2-3 giorni.
Inoltre, è fondamentale affidarsi a professionisti dello sport specializzati, poiché la pianificazione e la programmazione dell’esercizio svolta in maniera adeguata, diventa indispensabile nella gestione glicemica e anche nella modulazione della terapia insulinica esogena. Se la pratica dell’esercizio fisico non viene integrata con una corretta alimentazione e una terapia insulinica applicata correttamente, possono insorgere complicanze pericolose come l’iperglicemia o l’ipoglicemia:
-l’iperglicemia (>250 mg/dl) si verifica a causa di bassi livelli di insulina, dovuti da una somministrazione inadeguata o da un pasto eccessivamente calorico (5); la pratica è altamente sconsigliata se non si rimedia mediante l’iniezione di insulina.
-l’ipoglicemia (<70 mg/dl) è una complicanza frequente che dipende da molti fattori come dose una eccessiva di insulina, allenamenti molto intensi o duraturi, o assunzione di pasti insufficienti (5). Se monitorata pre-allenamento, è sufficiente effettuare un piccolo spuntino di carboidrati, o ridurre la dose di insulina; se invece insorge durante la pratica dell’attività fisica occorre interromperla per cercare di ripristinare i valori glicemici.
Un altro escamotage utile per prevenire l’ipoglicemia può essere l’assunzione di caffeina in quanto si è visto come può ridurre il rischio di insorgenza dell’ipoglicemia durante e post-allenamento, sebbene un uso eccessivo possa alterare l’abilità motoria fine e ostacolare il riposo e la qualità del sonno (7).
Per concludere, si può affermare come la gestione del DM1 dipenda da una pluralità di fattori, da conoscere e da esplorare nel corso delle prime settimane di allenamento. La capacità di sapersi ascoltare e capire i campanelli d’allarme che il nostro organismo ci manda, ci permette di attuare delle risposte più adeguate e più veloci possibili. Il monitoraggio e la pianificazione costante di terapia, esercizio fisico ed alimentazione, consente al soggetto diabetico di affrontare qualsiasi esperienza con un miglior benessere psico-fisico.
BIBLIOGRAFIA
1. https://www.istat.it/it/archivio/202600
5. Care of the Athlete With Type 1 Diabetes Mellitus: A Clinical Review. William B. Horton, Jose S. Subauste. 2016, International Journal of Endocrinology and Metabolism, p. 14(2). doi:10.5812/ijem.36091
6. Exercise and sport participation for individuals with type 1 diabetes. Jason R. Jaggers, Katie Casto Hynes, Kupper A. Wintergerst. 2016, ACSM's Health & Fitness Journal, p. 40-44. doi: 10.1249/FIT.0000000000000249
7. Fuelling the athlete with type 1 diabetes. I. W. Gallen, C. Hume, A. Lumb. 2011, Diabetes, Obesity and Metabolism, p. 130-136. doi: 10.1111/j.1463-1326.2010.01319.x