tag:blogger.com,1999:blog-83220887316901175372024-03-14T05:25:03.601+00:00FITNESS A 360°Fitness Community OnlineUnknownnoreply@blogger.comBlogger142125tag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-243808636184890732021-06-19T18:06:00.013+01:002021-06-19T18:10:51.320+01:00Attività Fisica e Covid-19<p style="text-align: justify;">Nell'ambiente in continua evoluzione della pandemia COVID-19, l'impegno di <a href="https://www.acsm.org/learn-develop-professionally/covid-19-updates-resources" rel="nofollow" target="_blank">ACSM</a> nel fornire risorse e informazioni per supportare le comunità scientifica che si occupa di esercizio fisico e medicina dello sport è più forte che mai. Riportiamo, in seguito, una serie di risorse per aiutarti ad affrontare le molte domande e sfide che potresti dover affrontare durante questo periodo.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">•<span style="white-space: pre;"> </span><b>Rimanere fisicamente attivi durante la pandemia da COVID-19</b></p><p style="text-align: justify;"><b><br /></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/791207/lady-joging-rush-sports-outdoor-eye-caucasian-people-body-clothing" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="826" data-original-width="1280" height="258" src="https://1.bp.blogspot.com/-ZlKaQZI8T7Y/YM4iw5kKu7I/AAAAAAAAQV4/iu_mJGoE4AsIjN7xcmdMSKqFIUcC9O5lACLcBGAsYHQ/w400-h258/body-1822459_1280.jpeg" width="400" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;">Diversi studi condotti nel campo dell'immunologia evidenziano come molti dei benefici provenienti dalla pratica di attività fisica hanno una diretta correlazione con l’efficacia e il lavoro del sistema immunitario.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><u><b>Nel bambino</b></u></p><p style="text-align: justify;"><u><b><br /></b></u></p><p style="text-align: justify;">Sembrerebbe, altresì, che i bambini fisicamente attivi dimostrino un recupero fisico più rapido rispetto agli adulti. Molti degli ormoni e dei mediatori coinvolti nella crescita naturale di quest'ultimi sembrano anche svolgere un ruolo sostanziale nelle risposte adattative all'attività fisica e all'esercizio fisico. In sintesi, molti dei percorsi epigenetici identificati nelle cellule immunitarie dei bambini sono correlati alla crescita e alla riparazione, nonché alla prevenzione delle malattie.</p><p style="text-align: justify;">Complessivamente, vi sono evidenze incoraggianti sugli effetti benefici che l'esercizio fisico ha sul sistema immunitario, ma non disponiamo di dati (evidenze scientifiche su vasta scala) che dimostrino l'effetto diretto dell'esercizio fisico o dell'allenamento sulla patologia, il rischio di contagio e la gestione da COVID-19. Questo è quanto riporta la sezione <a href="https://www.acsm.org/learn-develop-professionally/covid-19-updates-resources" rel="nofollow" target="_blank">COVID-19 della prestigiosa Società Scientifica ACSM.</a></p><p style="text-align: justify;">Assicurarsi che i nostri figli mantengano uno stile di vita attivo (più di 200 minuti di movimento alla settimana) in un ambiente sicuro e con un buon livello di coinvolgimento emotivo. Questo il monito lanciato dalla comunità scientifica di riferimento. Aiutiamo i nostri bambini a rimanere attivi!</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><u><b>Nell'adulto</b></u></p><p style="text-align: justify;"><u><b><br /></b></u></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">Svolgere una regolare attività fisica, sia moderata che vigorosa, migliora la risposta immunitaria, oltre che ridurre l’infiammazione cronica di basso grado e migliorare i vari marcatori immunitari in diversi stati patologici (anche piuttosto comuni). </span></p><p style="text-align: justify;">Quando siamo stressati la capacità di alcuni linfociti effettori, che hanno il compito di salvaguardare il nostro organismo, è notevolmente ridotta. Fare esercizio fisico, soprattutto di tipo cardiorespiratorio dinamico “Total Body”, mobilita istantaneamente miliardi di cellule immunitarie. In particolare, vengono mobilitate tutte quelle cellule che sono in grado di svolgere funzioni effettive come il riconoscimento e l’uccisione di cellule infette da virus; di conseguenza il loro frequente ricircolo aumenta la sorveglianza immunitaria nel nostro organismo. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">In altre parole: <b>l'esercizio fisico ci rende più resistenti alle infezioni e pronti ad affrontare qualsiasi agente infettivo. </b></p><p style="text-align: justify;"><b><br /></b></p><p style="text-align: justify;">L’esercizio è particolarmente utile per tutti, soprattutto per gli anziani poiché essi sono soggetti più sensibili alle infezioni in generale, in particolare sono stati identificati come una categoria particolarmente vulnerabile durante la pandemia COVID-19. Nello specifico, l’esercizio rilascia, tra le tante cose, delle proteine particolari come le citochine, derivanti dai muscoli, IL-6 IL-7 e IL-15 che possono aiutare a mantenere l’immunità. </p><p style="text-align: justify;">C’è anche un altro aspetto da prendere in considerazione, l’esercizio fisico è anche noto per contrastare gli effetti dello stress e dell’isolamento (lockdown). È già stato dimostrato come l’esercizio fisico sia un’ottima prevenzione contro le influenze e altre infezioni virali (il lavoro di Jeff Woods presso l'Università dell'Illinois ha dimostrato che l'allenamento con esercizi di intensità moderata proteggeva i topi dalla morte durante un'infezione influenzale indotta). </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Bv10fEraP-c/YM4jBkZL0QI/AAAAAAAAQWA/i95uS5itYasSGyTSG6oaTFhxpYEvS-hAgCLcBGAsYHQ/s1054/IMG_4985.JPG" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1054" data-original-width="1054" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-Bv10fEraP-c/YM4jBkZL0QI/AAAAAAAAQWA/i95uS5itYasSGyTSG6oaTFhxpYEvS-hAgCLcBGAsYHQ/w200-h200/IMG_4985.JPG" width="200" /></a></div><div>A cura di</div><div><br /></div><div>Dott. <a href="https://instagram.com/matteomiceli.coach?utm_medium=copy_link" target="_blank"><b>Matteo Miceli</b></a></div><div><br /></div><div>Studente LM 67/68</div><div>Università degli Studi di Palermo</div><div><br /></div><div><a href="https://instagram.com/matteomiceli.coach?utm_medium=copy_link" target="_blank">INSTAGRAM</a> <a href="https://www.facebook.com/CoachMatteomiceli/?ref=page_internal" target="_blank">FACEBOOK</a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Approfondimenti utili: </p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.acsm.org/learn-develop-professionally/covid-19-updates-resources" rel="nofollow" target="_blank">•<span style="white-space: pre;"> </span>https://www.acsm.org/learn-develop-professionally/covid-19-updates-resources</a></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.exerciseismedicine.org/support_page.php/stories/?b=899" rel="nofollow" target="_blank">•<span style="white-space: pre;"> </span>https://www.exerciseismedicine.org/support_page.php/stories/?b=899 (COVID-19, Exercise, Children and their Developing Immune System)</a></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.exerciseismedicine.org/support_page.php/stories/?b=899" rel="nofollow" target="_blank">•<span style="white-space: pre;"> </span>https://www.exerciseismedicine.org/support_page.php/stories/?b=896 (A Call to Action: Physical Activity and COVID-19)</a></p><div style="text-align: justify;"><a href="https://www.acsm.org/all-blog-posts/acsm-blog/acsm-blog/2020/03/30/exercise-immunity-covid-19-pandemic" rel="nofollow" style="text-align: left;" target="_blank">Fonte: (Richard J. Simpson, Ph.D., FACSM | 30 marzo 2020)</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-47936655895779077302021-04-25T14:49:00.004+01:002021-04-25T14:59:51.477+01:00Forza ed ipertrofia: cosa accade dopo un periodo di stop?<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/443408/bodybuilder-muscles-fitness-weight-lifting-training-exercise-man-guy-beats" rel="nofollow" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-3tPDjBsXbk8/YIV0V25qBmI/AAAAAAAAQVE/vJcnYt4_DGsEyD5PAiIgJsF8d3e_vx34gCLcBGAsYHQ/w400-h266/bodybuilder-925770_1280.jpeg" width="400" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">L’<b>Ipertrofia</b> non è altro che l’aumento del volume delle cellule che compongono un tessuto; è un adattamento del nostro organismo che, nel caso del sistema muscolare, si verifica quando il muscolo raggiunge un diametro maggiore. È doveroso precisare che abbiamo due tipi di ipertrofia: l’ipertrofia mio-fibrillare, cioè l’aumento delle proteine contrattili, e quella <b>sarcoplasmatica</b>, ossia l’aumento della componente non contrattile del muscolo (ciò che lo avvolge). <span style="text-align: justify;">La </span><b style="text-align: justify;">forza muscolare</b><span style="text-align: justify;"> è una capacità condizionale che consiste nella facoltà di un corpo di vincere una resistenza tramite tensione meccanica sviluppata dal muscolo. Essa è determinata dalla capacità enzimatica e meccanica del muscolo, ma il fattore primario è costituito dal sistema nervoso. Infatti, si parla più generalmente di </span><b style="text-align: justify;">sistema neuro-muscolare</b><span style="text-align: justify;"> poiché il numero di </span><b style="text-align: justify;">innervazioni </b><span style="text-align: justify;">che dal sistema nervoso centrale si collegano al muscolo tramite le placche motrici risulta fondamentale per l’espressione di forza. Più il nostro cervello riesce a reclutare fibre nervose, e dunque a reclutare fibre muscolari, e più forza verrà espressa. </span></div><p style="text-align: justify;">Trattando di ipertrofia e forza nel campo del fitness, sappiamo che nella senescenza (tarda età) comincia a verificarsi un’<b>atrofia</b> (riduzione dei diametri muscolari) del muscolo scheletrico con conseguente diminuzione della forza espressa da quest’ultimo. Il consiglio, come dimostra la letteratura scientifica, è di iniziare ad allenarsi in giovane età, cosi da limitare ed ammortizzare questi fenomeni. Forza ed ipertrofia sicuramente sono quegli obiettivi più perseguiti da chi si allena in palestra; esse sono complementari, e ci si interroga spesso su come queste due componenti si relazionino tra loro nel tempo. Ad esempio: dopo mesi di stop si verifica atrofia? C’è una conseguente perdita di forza? Ci sono tante ipotesi ma la scelta più opportuna è ricercare risposte nella letteratura scientifica per stabilire concretamente cosa accade e capire. Un esempio è lo studio di <a href="https://journals.physiology.org/doi/full/10.1152/japplphysiol.00917.2018" rel="nofollow" target="_blank">Niklas Psilander et al.</a></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #0000ee;"><u><br /></u></span><a href="https://journals.physiology.org/doi/full/10.1152/japplphysiol.00917.2018" rel="nofollow" target="_blank"></a></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://journals.physiology.org/doi/full/10.1152/japplphysiol.00917.2018" rel="nofollow" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="568" data-original-width="739" height="308" src="https://1.bp.blogspot.com/-MhX0-v2LtvI/YIVPES_cJ7I/AAAAAAAAQUk/KkGdOJkuBxAQe0MRKqHahSOcDVokQrvGACLcBGAsYHQ/w400-h308/Schermata%2B2021-04-25%2Balle%2B13.14.01.png" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nel presente studio longitudinale, i ricercatori (<b>Niklas Psilander</b> e colleghi) si occuparono di testare sull’uomo gli effetti degli adattamenti indotti dall’allenamento e dal de-allenamento (o più semplicemente un periodo di stop). Ai 19 partecipanti (10 donne e 9 uomini) somministrarono due periodi di allenamento ed un periodo intermedio di stop:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span><b>T1</b>: primo periodo di 10 settimane, in cui viene allenato <b>un solo arto</b>;</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span><b>DT</b>: periodo di stop intermedio di 20 settimane;</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span><b>T2</b>: secondo periodo di 5 settimane (DT), in cui vengono allenati <b>entrambi gli arti</b>;</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Precisamente i ricercatori somministrarono un allenamento sul quadricipite femorale, sfruttando due esercizi: Leg press (principale) e Leg Extension (complementare) e cercarono di capire quali sono le differenze in termini di forza e diametri muscolari prima e dopo: T1, DT e T2; T1 per notare i miglioramenti in termini di forza ed ipertrofia dopo il periodo di allenamento, DT per capire se questi si sono mantenuti ed infine T2 per vedere se vi sono differenze tra i due arti e quindi capire se l’arto allenato in precedenza ha un vantaggio. L’allenamento proposto prevedeva una <b>frequenza di 3 volte</b> a settimana (10 reps condotte al 75% dell’1RM il lunedì, 12 reps al 65% il mercoledì e 5-7 reps al 85% il venerdì, con recuperi di 1-2min tra le serie e 4min post esercizio), con incrementi settimanali dei carichi. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-3sCbIeuNxK4/YIVqzF4E1RI/AAAAAAAAQU0/M44Yfo3gCL4tTWFF-38Oeoz0G7GrcotrACLcBGAsYHQ/s365/Schermata%2B2021-04-25%2Balle%2B15.11.54.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="https://journals.physiology.org/doi/full/10.1152/japplphysiol.00917.2018" border="0" data-original-height="253" data-original-width="365" height="278" src="https://1.bp.blogspot.com/-3sCbIeuNxK4/YIVqzF4E1RI/AAAAAAAAQU0/M44Yfo3gCL4tTWFF-38Oeoz0G7GrcotrACLcBGAsYHQ/w400-h278/Schermata%2B2021-04-25%2Balle%2B15.11.54.png" width="400" /></a></div><span style="font-size: x-small;"><br /></span><div><span style="font-size: x-small;">Image taken from J Appl Physiol • doi:10.1152/japplphysiol.00917.2018 • www.jappl.org
Downloaded from journals.physiology.org/journal/jappl at Universita Di Palermo (147.163.007.033) on April 25, 2021.</span></div><div><br /></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div style="text-align: justify;"><span>I ricercatori eseguirono<b> 3 test standardizzati </b>prima e dopo i periodi di training per valutarne gli effetti e quindi gli adattamenti fisiologici:</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>-<span style="white-space: pre;"> </span><b>1RM </b>su leg press e leg extension (test sulla forza massima);</span></div><div style="text-align: justify;"><span>-<span style="white-space: pre;"> </span><b>Ecografia </b>sul vasto laterale dopo 72ore di recupero;</span></div><div style="text-align: justify;"><span>-<span style="white-space: pre;"> </span><b>Biopsia muscolare</b> per vedere la composizione del muscolo quadricipite (sempre vasto mediale). </span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Notarono che: <b>dopo </b>il primo periodo di allenamento (T1) i soggetti dello studio hanno avuto incrementi statisticamente significativi sulla gamba allenata sia sulla forza (test 1RM) sia per quanto riguarda il diametro trasverso del muscolo (ipertrofia). Non vi è stato un aumento statisticamente significativo dei mionuclei (nuclei dei miociti) o delle cellule satelliti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span><b>Dopo il periodo di stop</b> di 20 settimane (DT) gli autori hanno notato solo una leggera perdita (40%) della forza, ma trovavano ancora una significativa differenza tra l’arto allenato e quello non allenato; per quanto riguarda l’ipertrofia indotta dall’esercizio non risultano sostanziali differenze tra i due arti, potremmo perciò dire che è andata persa, con risultato un quasi totale ritorno alla normalità (condizione precedente all’allenamento). </span></div><div style="text-align: justify;"><span>Dopo il secondo periodo di allenamento (T2) gli autori hanno rilevato un aumento della forza uguale per entrambi gli arti (quindi l’arto allenato in T1 rimaneva sempre più forte), mentre erano simili i valori per volumi e diametri. </span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Possiamo <b>concludere </b>grazie a questo studio che, in termini ipertrofici, i muscoli umani precedentemente allenati non rispondono in modo diverso da un punto di vista ipertrofico ad un secondo periodo di allenamento rispetto quelli non allenati, poiché non vi è una considerevole variazione di volume. Tuttavia abbiamo dei risultati più soddisfacenti sulla forza, in quanto buona parte viene mantenuta (il 60%). Abbiamo dunque un mantenimento dei risultati sulla forza, mentre vengono totalmente perduti i risultati ipertrofici. Quindi possiamo dedurne che è fondamentale l’allenamento della forza anche in prospettiva futura (perdita durante la senescenza) perché il nostro sistema nervoso ne tiene memoria.</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Articolo a cura di</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica; text-align: start; text-size-adjust: auto;"><b><a href="https://www.instagram.com/luca_ego_pt/" rel="nofollow" target="_blank">Luca Di Bernardo</a></b></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-4LJK6knXEPY/YIVxzVulh8I/AAAAAAAAQU8/gL7H9uwfnJg09P8pV1i7ANDON5d3dPUHgCLcBGAsYHQ/s404/Schermata%2B2021-04-25%2Balle%2B15.41.10.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="404" data-original-width="280" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-4LJK6knXEPY/YIVxzVulh8I/AAAAAAAAQU8/gL7H9uwfnJg09P8pV1i7ANDON5d3dPUHgCLcBGAsYHQ/w139-h200/Schermata%2B2021-04-25%2Balle%2B15.41.10.png" width="139" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Letture consigliate</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://journals.physiology.org/doi/full/10.1152/japplphysiol.00917.2018 " rel="nofollow" target="_blank">Effects of training, detraining, and retraining on strength, hypertrophy, and myonuclear number in human skeletal muscle | Journal of Applied Physiology</a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica; font-size: 12px; text-size-adjust: auto;">https://journals.physiology.org/doi/full/10.1152/japplphysiol.00917.2018</span></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-85088383457774278882021-04-18T22:47:00.005+01:002021-04-18T22:50:23.496+01:00 ACSM Fitness Trends per il 2021. Parte IV (High Intensity Interval Training - HIIT)<p style="text-align: justify;">La seconda posizione nella classifica dei Fitness Trends in Europa nel 2021 è occupata dall’HIIT (High Intensity Interval Training). L’HIIT è una tipo di allenamento intervallato ad alta intensità; gli esercizi di questi programmi di allenamento comportano brevi periodi di lavoro ad intensità elevata seguiti da periodi di riposo, anch’essi molto brevi.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/821919/fitness-exercise-sport-cardio-silhouette-free-pictures-free-photos-free-images-royalty-free" rel="nofollow" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-d-XNxLMlVMw/YHyfksfiGiI/AAAAAAAAQUM/D6GFEucnTk0RFbniscMlGtPeu58qfhKGACLcBGAsYHQ/w400-h266/fitness-1909979_1280.jpeg" width="400" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">Sebbene siano presenti, a livello commerciale, diversi esempi di HIIT, tutti enfatizzano attività molto intense durante le varie fasi dell'allenamento (superiori al 90% della frequenza cardiaca massima) seguiti da periodi di riposo e recupero, dove invece si rimane tra il 40% e il 50% della frequenza cardiaca massima stimata. Tuttavia, un lavoro completo può durare dai 20 ai 60 minuti, per persone molto avanzate. I periodi di lavoro intenso possono raggiungere degli intervalli compresi tra i 5 secondi e gli 8 minuti e i periodi di riposo possono essere della stessa durata dei periodi di lavoro intenso (rapporto 1 a 1), o anche diversamente, ad esempio utilizzando rapporti 3:1, ecc.</p><p style="text-align: justify;">Un tipico programma HIIT può includere esercizi aerobici ed esercizi di forza e, nonostante gli avvertimenti degli esperti del fitness (di un potenziale aumento nella percentuale di infortuni dovuti ad una cattiva programmazione), questo tipo di attività è rimasta e rimane molto popolare nelle palestre di tutto il mondo.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Si parla molto di HIIT perché è stato dimostrato che agisce su diversi aspetti:</p><p style="text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span>La capacità aerobica e anaerobica;</p><p style="text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span>La pressione sanguigna;</p><p style="text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span>La sensibilità insulinica;</p><p style="text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span>La gestione del colesterolo;</p><p style="text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span>La diminuzione del grasso addominale e del peso corporeo, pur mantenendo la massa muscolare.</p><p style="text-align: justify;">Ma oltre a tutto ciò di cui abbiamo parlato, dobbiamo dire che l’HIIT è molto popolare perché può essere facilmente adattato alle persone con livelli di fitness differente, come ad esempio i soggetti sovrappeso e/o con diabete.</p><p style="text-align: justify;">Inoltre, è stato dimostrato che l’HIIT fornisce gli stessi benefici degli esercizi di endurance di lunga durata, interessanto però periodi di tempo decisamente inferiori; questo perché gli allenamenti HIIT tendono ad aumentare il consumo calorico, rispoetto ad un tradizionale work-out, soprattutto nelle ore successive all'allenamento, grazie al fenomeno fisiologico definito EPOC (<span style="text-align: left;">(Excess Post-exercise Oxygen Consumption). </span>Ovviamente, essendo un tipo di esercizio molto vigoroso (70% - 95% dei propri limiti), prima di iniziare qualsiasi programma HIIT è bene richiedere una valutazione medica. I programmi HIIT non sono adatti a tutti indistintamente e potrebbero produrre effetti indesiderati. </p><p style="text-align: justify;">Infine, possiamo affermare che gli allenamenti ad intervalli HIIT vengono utilizzati, già da molti anni, come parte integrante dei programmi di preparazione atletica. Questi ultimi stanno diventando un sempre più riconosciuti e apprezzati. Adottare l’HIIT in un programma di condizionamento generale, ci permette di stimolare lo sviluppo dell’apparato cardiorespiratorio e numerosi altri adattamenti positivi per la salute.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Provare per credere!</p><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-bottom: 0.5em; padding: 4px; position: relative; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ME_hodTLXmQ/YABolt-lWWI/AAAAAAAAQQM/A94B6LZ1sbs0-Y8zusJLHVHmU7rkwxFewCLcBGAsYHQ/s2048/Image.jpeg" style="clear: left; color: black; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-decoration-line: none;"><b><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2048" height="166" src="https://1.bp.blogspot.com/-ME_hodTLXmQ/YABolt-lWWI/AAAAAAAAQQM/A94B6LZ1sbs0-Y8zusJLHVHmU7rkwxFewCLcBGAsYHQ/w166-h166/Image.jpeg" style="border: none; max-width: 100%; position: relative;" width="166" /></b></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="font-size: 12.8px; text-align: center;"><b><a href="https://www.instagram.com/peppe_scardina/" rel="nofollow" style="color: black; text-decoration-line: none;" target="_blank">Giuseppe Scardina</a></b><br /></td></tr></tbody></table><div style="text-align: right;"><br /></div></div><br /><br /><br /><div><br /><div><br /></div><div><br /><div><br /></div><div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Letture Consigliate</div><div style="text-align: justify;"><ul style="line-height: 1.5; margin: 0.5em 0px; padding: 0px 2.5em;"><li style="line-height: 1.5; list-style: none; margin: 5px 0px; padding: 0px;"><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2006/11000/Worldwide_Survey_Reveals_Fitness_Trends_for_2007.6.aspx" rel="nofollow" style="color: black; text-decoration-line: none;" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal25(1):20-31, January/February 2021</a></li><li style="line-height: 1.5; list-style: none; margin: 5px 0px; padding: 0px;"><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2021/01000/Worldwide_Survey_of_Fitness_Trends_for_2021.6.aspx" rel="nofollow" style="color: black; text-decoration-line: none;" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal: 1/2 2021 - Volume 25 - Issue 1 - p 10-19doi: 10.1249/FIT.0000000000000631</a></li><li style="line-height: 1.5; list-style: none; margin: 5px 0px; padding: 0px;"><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2019/11000/WORLDWIDE_SURVEY_OF_FITNESS_TRENDS_FOR_2020.6.aspx" rel="nofollow" style="color: black; text-decoration-line: none;" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal: 11/12 2019 - Volume 23 - Issue 6 - p 10-18doi: 10.1249/FIT.0000000000000526</a></li></ul></div></div></div></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-90260929729399325122021-04-06T22:39:00.003+01:002021-04-06T22:43:39.753+01:00ACSM Fitness Trends per il 2021. Parte III (Personal Training)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/891571/wall-ball-crossfit-grunge-personal-trainer-fitness-exercise-workout-gym-training" imageanchor="1" rel="nofollow" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="1023" data-original-width="1280" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-AwbtmN5Pid8/YGzV5WSBFmI/AAAAAAAAQTs/4DsSFxC8ThwLqaDdy1lqITGt7sfQucVywCLcBGAsYHQ/w400-h320/wall-ball-2141087_1280.jpeg" width="400" /></a></div><br />Continuando la classifica dei fitness trends più rilevanti a livello europeo nel 2020 secondo l’ACSM (<a href="https://www.acsm.org/" rel="nofollow" target="_blank">American College of Sports Medicine</a>), al primo posto, nel gradino più alto troviamo il personal training. Il personal training continua ad essere una tendenza forte in quanto, diventa più accessibile online, nei centri benessere, a casa e nei luoghi di lavoro che dispongono di strutture per il fitness; diciamo che si tratta di una attività che può essere svolta in svariati luoghi/modi.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br />Il personal training comprende test iniziali, obiettivi che si stabiliscono con il trainer che lavora in sedute specifiche (rapporto 1 ad 1) al fine di prescrivere allenamenti specifici per le loro esigenze e i loro obiettivi individuali. Un programma completo di attività fisica a tutto tondo include esercizi aerobici e esercizi di potenziamento muscolare, ma non necessariamente nella stessa seduta. </div><div class="separator" style="clear: both;">Questa miscela aiuta a mantenere o migliorare la forma cardio-respiratoria, muscolare, la salute e la fisiologia in generale.</div><div class="separator" style="clear: both;">Il programma di allenamento perfetto è quello personalizzato e, se ben implementato, promuove il divertimento ed il benessere.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Per rimanere in buona salute, gli adulti hanno bisogno di 150-300 minuti di attività aerobica di intensità moderata settimanalmente o di 75-150 minuti a settimana di attività fisica aerobica di intensità vigorosa (o una combinazione equivalente di attività aerobica di intensità moderata e vigorosa). Inoltre, sarebbe coretto svolgere esercizi di potenziamento muscolare che coinvolgano tutti i principali gruppi muscolari con intensità moderata o maggiore, almeno due o più giorni alla settimana, per avere il miglioramento dell’insulino-sensibilità, ma anche tanti altri fattori positivi.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/811506/personal-trainer-gym-fitness-work-out-abs-core-plank-free-pictures-free-photos" rel="nofollow" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="1201" data-original-width="1280" height="375" src="https://1.bp.blogspot.com/-T5zsOGCN2aI/YGzS4Qq_j-I/AAAAAAAAQTk/4lmG5YQeb3ACc_vn26CoC3dwXlwzlDTrQCLcBGAsYHQ/w400-h375/personal-trainer-1877212_1280.png" width="400" /></a></div></div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Alcuni esempi di esercizi aerobici sono:</div><div class="separator" style="clear: both;">• A piedi</div><div class="separator" style="clear: both;">• Salire le scale</div><div class="separator" style="clear: both;">• Ciclismo</div><div class="separator" style="clear: both;">• Canottaggio</div><div class="separator" style="clear: both;">• Sci di fondo </div><div class="separator" style="clear: both;">• Nuoto</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">(Si prega di notare che il titolo "personal trainer" non garantisce che una persona sia qualificata).</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Attualmente, non esiste uno standard nazionale o un requisito minimo per l'esercizio della professione del "personal trainer". Lavorare con un istruttore poco qualificato potrebbe compromettere la tua condizione fisica. È importante sapere cosa cercare quando si cerca un personal trainer, cercare una persona che sia istruita, qualificata e adatta a te!</div><div class="separator" style="clear: both;">Inizia chiedendo informazioni sui personal trainer presso il tuo centro benessere o palestra locale. Molti hanno personal trainer interni, già pronti ad effettuare questo servizio.</div><div class="separator" style="clear: both;">Informati se il tuo attuale centro benessere o palestra offre una valutazione gratuita della forma fisica con un personal trainer, una sessione di allenamento di prova o entrambi per valutare la condizione attuale e non solo.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Dobbiamo porci sempre delle domande, prima di affidarci ad un personal trainer.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Domande sulla certificazione e sull'istruzione:</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer ha conseguito una laurea in scienze motorie, chinesiologia, fisiologia dell'esercizio fisico, educazione fisica o un campo correlato di salute e fitness conseguito presso un college o un'università accreditata? </div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Il personal trainer dovrebbe avere una buona conoscenza in anatomia / fisiologia, progettazione del programma di allenamento e valutazione del rischio per educare i clienti a una decisione informata.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer dispone di una certificazione di un'organizzazione riconosciuta a livello nazionale? Verificare che la certificazione provenga da un'organizzazione credibile e rispettabile.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Quale formazione continua è richiesta per mantenere la certificazione?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer ha una formazione avanzata o superficiale?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer è certificato in pronto soccorso, ha la certificazione di primo soccorso?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer ha un'assicurazione di responsabilità civile?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Altre domande da considerare:</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Preferiresti un allenatore maschio o femmina?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Ti piace il comportamento dell'allenatore? È adatto alla tua personalità e ai tuoi obiettivi di fitness? </div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer è disponibile a rispondere alle tue domande? Fanno domande appropriate sulle tue</div><div class="separator" style="clear: both;">preferenze di esercizio, background, ecc.?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer comunica in modo efficace e spiega le informazioni in un modo facile da capire? </div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer ti motiva a fare esercizio e ti fa venir voglia di continuare il tuo programma di allenamento?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Il personal trainer è sensibile alle tue esigenze?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">• Ti senti a tuo agio con il personal trainer?</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Queste ma non solo, sono domande da prendere in considerazione.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Da quando questa indagine dei fitness trends da parte dell’<a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2019/11000/WORLDWIDE_SURVEY_OF_FITNESS_TRENDS_FOR_2020.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM (American College of Sports Medicine)</a> è stata pubblicata per la prima volta nel 2006, Il personal training è stata una delle prime 10 tendenze, si piazza nella posizione numero 9 nel 2017 e numero 8 nel 2018 e 2019. (A livello mondiale)</div><div class="separator" style="clear: both;">Nel 2020, il personal training è stata la tendenza numero 5 in Europa.</div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Un personal trainer qualificato può aiutare ad avviare e mantenere in sicurezza una programmazione di lavoro in maniera efficace. Un personal trainer capirà gli obiettivi di fitness e aiuterà a raggiungerli. I personal trainer possono essere una grande fonte di motivazione e responsabilità, nonché una risorsa per le ultime informazioni oggettive su salute e fitness. </div><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;">Un personal trainer può anche aiutare con strategie per incorporare perfettamente l'esercizio nel programma e insegnare come sfruttare al meglio il proprio tempo in palestra. Fare la scelta giusta in un professionista del fitness è un investimento importante per la salute, il benessere e la vita. Prenditi il tempo per farlo bene.</div><div><br /></div><div><br /></div><div><span style="text-align: left;"> A cura di</span><div style="text-align: left;"><br /><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JADR_pzKGjA/YABolvaSHEI/AAAAAAAAQQE/2Z8zv-f0HfEpNAyxkoqXS3-0FT3yIkUagCLcBGAsYHQ/s487/Foto%2B2.jpeg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="487" height="166" src="https://1.bp.blogspot.com/-JADR_pzKGjA/YABolvaSHEI/AAAAAAAAQQE/2Z8zv-f0HfEpNAyxkoqXS3-0FT3yIkUagCLcBGAsYHQ/w169-h166/Foto%2B2.jpeg" width="169" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><a href="https://www.instagram.com/carlorossi_29/" rel="nofollow" target="_blank">Carlo Rossi</a></b></td></tr></tbody></table></div></div></div><div><br /></div><div><br /></div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Letture Consigliate</div><div style="text-align: justify;"><ul><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2006/11000/Worldwide_Survey_Reveals_Fitness_Trends_for_2007.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal25(1):20-31, January/February 2021</a></li><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2021/01000/Worldwide_Survey_of_Fitness_Trends_for_2021.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal: 1/2 2021 - Volume 25 - Issue 1 - p 10-19doi: 10.1249/FIT.0000000000000631</a></li><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2019/11000/WORLDWIDE_SURVEY_OF_FITNESS_TRENDS_FOR_2020.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal: 11/12 2019 - Volume 23 - Issue 6 - p 10-18doi: 10.1249/FIT.0000000000000526</a></li><li><span style="font-size: medium;"><a href="https://www.fitnessa360.com/2021/01/acsm-fitness-trends-per-il-2021-parte-i.html">https://www.fitnessa360.com/2021/01/acsm-fitness-trends-per-il-2021-parte-i.html</a></span></li></ul></div><p></p>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-21416689825790390642021-03-07T11:07:00.008+00:002021-03-07T11:16:35.445+00:00ACSM Fitness Trends per il 2021. Parte II (Esercizio-Terapia)<div style="text-align: justify;"><a href="https://www.fitnessa360.com/2021/01/acsm-fitness-trends-per-il-2021-parte-i.html" rel="nofollow" target="_blank">Il fitness trend (Exercise is Medicine - EIM) sta riscuotendo parecchio interesse in Europa</a>. Si tratta di una campagna globale di promozione dell'esercizio-terapia avviata nel 2007 dall' <a href="https://www.acsm.org/" rel="nofollow" target="_blank">American College of Sport Medicine (ACSM)</a> in collaborazione con l’ <a href="https://www.ama-assn.org/" rel="nofollow" target="_blank">American Medical Association (AMA)</a>. L'iniziativa EIM mira a promuovere l'esercizio fisico per la prevenzione delle patologie cronico degenerative. </div><div style="text-align: justify;">I dati raccolti negli Stati Uniti (sulle principali cause di morte) sono preoccupanti: al primo posto il tabacco, seguito da inattività fisica, dieta inappropriata e abuso di alcool; tutti fattori di rischio che possono essere modificati direttamente o indirettamente con l’attività fisica e con uno stile di vita sano e attivo. Infatti, in alcuni casi, bastano solo 150 minuti a settimana di attività fisica ad intensità moderata per migliorare lo stato generale di salute dell'individuo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/1485177/exercise-bands-ankle-core-strength-exercise-setup-with-bands-free-pictures-free-photos-free-images" rel="nofollow" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="1281" data-original-width="1920" height="429" src="https://1.bp.blogspot.com/-cuqRLvEQE8s/YESz2B3RhnI/AAAAAAAAQSg/QveCMhhBgdk2zpH71xO5fU8pUBEtPLjYQCLcBGAsYHQ/w640-h429/exercise-setup-with-bands.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">L'esercizio fisico svolto in modo regolare e commisurato ai fabbisogni del cliente:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">· Riduce il rischio di patologie al cuore del 40%</div><div style="text-align: justify;">· Abbassa il rischio di ictus del 27%</div><div style="text-align: justify;">· Riduce l’incidenza del diabete di quasi il 50%</div><div style="text-align: justify;">· Riduce il rischio di incidenza di pressione alta del 50%</div><div style="text-align: justify;">· Può ridurre il rischio e la mortalità di cancro al seno di quasi il 50%</div><div style="text-align: justify;">· Può abbassare il rischio di cancro al colon di oltre il 60%</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il programma EIM promuove l’esercizio-terapia come una strategia per la salute della comunità e incentiva la collaborazione tra tutte le figure bio-mediche e i professionisti dell’esercizio fisico. </div><div style="text-align: justify;">L’ACSM ha avviato anche una partnership con una famosa azienda, leader nel campo delle attrezzature fitness, la <a href="https://www.technogym.com/it/" rel="nofollow" target="_blank">Technogym</a>, <a href="https://www.exerciseismedicine.org/" rel="nofollow" target="_blank">che ha organizzato i setup di alcuni suoi macchinari sull’esercizio adattato, creando una linea apposita per una clientela con particolari esigenze.</a></div><div style="text-align: justify;">Nonostante in Europa, specialmente in Italia, l’ACSM sia meno conosciuta rispetto ad altri enti di formazione, il concetto di “<a href="https://www.exerciseismedicine.org/" rel="nofollow" target="_blank">Exercise is medicine</a>” inizia, lentamente, a fare breccia non solo nella attività clinica della classe medica, ma anche nella popolazione in generale.</div><div style="text-align: justify;">Al giorno d'oggi, non è raro che un medico prescriva ai suoi pazienti l’esercizio fisico tra le varie attività correttive, anche se, non essendoci ancora una base solida di collaborazioni con i professionisti dell’esercizio (come possono esserlo i laureati in scienze motorie), capita spesso che ci si affidi ad operatori non abbastanza qualificati (molto competenti dal punto di vista tecnico, ma poco preparati nella gestione della patologia in palestra).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://www.acsm.org/blog-detail/acsm-certified-blog/2020/12/29/fitness-trends-2021" rel="nofollow" target="_blank">Il trend “Exercise is medicine”</a> negli anni è diventato un tema che interessa trasversalmente, sia operatori che fruitori, tanto che nella classifica dei “<a href="https://www.facebook.com/EHFA.eu/posts/4443823995632862" rel="nofollow" target="_blank">Fitness Trends in Europe 2021</a>”, stilata come ogni anno dall’ACSM, è salito al terzo posto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> A cura di<div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-2ML6Eqga5jg/YABolomETwI/AAAAAAAAQQI/wgmTnInO7ZwslmxLe0Q1ybj9pmUo9qY6wCLcBGAsYHQ/s338/Schermata%2B2021-01-14%2Balle%2B16.59.51.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><b><img border="0" data-original-height="319" data-original-width="338" height="166" src="https://1.bp.blogspot.com/-2ML6Eqga5jg/YABolomETwI/AAAAAAAAQQI/wgmTnInO7ZwslmxLe0Q1ybj9pmUo9qY6wCLcBGAsYHQ/w176-h166/Schermata%2B2021-01-14%2Balle%2B16.59.51.png" width="176" /></b></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><a href="https://www.instagram.com/team_ferrisi_efstrengthcoach/" rel="nofollow" target="_blank">Emanuele Ferrisi</a></b></td></tr></tbody></table><br /></div><br /><br /><br /><div><br /><div><br /></div><div><br /><div><br /></div><div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div>Letture Consigliate</div><div><ul><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2006/11000/Worldwide_Survey_Reveals_Fitness_Trends_for_2007.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal25(1):20-31, January/February 2021</a></li><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2021/01000/Worldwide_Survey_of_Fitness_Trends_for_2021.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal: 1/2 2021 - Volume 25 - Issue 1 - p 10-19doi: 10.1249/FIT.0000000000000631</a></li><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2019/11000/WORLDWIDE_SURVEY_OF_FITNESS_TRENDS_FOR_2020.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal: 11/12 2019 - Volume 23 - Issue 6 - p 10-18doi: 10.1249/FIT.0000000000000526</a></li><li><span style="font-size: medium;"><a href="https://www.fitnessa360.com/2021/01/acsm-fitness-trends-per-il-2021-parte-i.html">https://www.fitnessa360.com/2021/01/acsm-fitness-trends-per-il-2021-parte-i.html</a></span></li></ul></div></div></div></div></div></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-67494233309636713142021-01-14T12:55:00.007+00:002021-01-15T09:08:27.010+00:00ACSM Fitness Trends per il 2021. Parte I<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/798882/home-fitness-equipment-blue-fitness-equipment-portable-fitness-equipment-fitness-equipment-home-gym-workout-fitness-training-exercise" rel="nofollow" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="850" data-original-width="1280" height="265" src="https://1.bp.blogspot.com/-axc81LrJpE0/YAA9QK2JQ-I/AAAAAAAAQP4/RODDQpSCgoczvFXrVH8Q9bGn9a8wHwsDwCLcBGAsYHQ/w400-h265/home-fitness-equipment-1840858_1280.jpg" width="400" /></a></div>L’<a href="https://www.acsm.org/" target="_blank">ACSM (American College of Sports Medicine)</a> è uno dei più importanti enti a livello mondiale, che, utilizzando un approccio scientifico, studia gli effetti dell’esercizio fisico negli individui. L'ente basa il suo operato su evidenze di origine scientifica, destinate a tutti i professionisti nel campo dell’esercizio fisico e della salute. </div><div style="text-align: justify;">Negli ultimi 15 anni, i redattori di <a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/pages/default.aspx" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal® (FIT)</a> hanno condotto un'indagine su migliaia di professionisti in tutto il mondo per determinare le tendenze in materia di salute e fitness per l'anno successivo. <a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2006/11000/Worldwide_Survey_Reveals_Fitness_Trends_for_2007.6.aspx" target="_blank">La prima indagine (1), condotta nel 2006</a> (per la previsione nel 2007), ha introdotto un modo sistematico per prevedere le tendenze in materia di salute e fitness, da allora queste indagini sono state condotte ogni anno utilizzando la stessa metodologia. Queste indagini annuali da parte dell’ACSM sulle tendenze del fitness possono essere utilizzate negli ambiti commerciali (di solito a scopo di lucro), clinici (inclusi i programmi di fitness medico), comunitari (non a scopo di lucro) e aziendali del settore. Nel 2020 non solo continuano a confermare i trend già identificati in precedenza, ma riconoscono anche alcuni nuovi trend emergenti e tendenze che appaiono per la prima volta a causa della pandemia mondiale di <a href="http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?id=5351&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto" target="_blank">COVID-19</a>. L'indagine è stata concepita per confermare o introdurre nuove tendenze che, secondo gli intervistati internazionali, avranno un impatto positivo percepito sul settore. Alcune delle tendenze identificate nei sondaggi precedenti potrebbero apparire prevedibilmente per diversi anni, ma dovrebbero uscire dall'elenco negli anni successivi (alcune nel giro di 1 anno). Per converso, il potenziale impatto sul mercato di nuove attrezzature, singoli esercizi e/o programmi specifici non figurano all'interno di questo sondaggio annuale. Le informazioni fornite in questo sondaggio sono lasciate interamente a discrezione dei lettori per determinare se si adattano al loro modello di business e come utilizzarle al meglio per una potenziale espansione del mercato. </div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2021/01000/Fitness_Trends_From_Around_the_Globe.7.aspx" rel="nofollow" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="531" data-original-width="943" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-kgTqWcF1n7s/YAA6Z-x8dhI/AAAAAAAAQPs/pBdKGGxRzOAPs36IK-e58xMx2MRl-2biACLcBGAsYHQ/w400-h225/Senza%2Btitolo.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span face=""fira sans", Arial, "helvetica neue", Helvetica, sans-serif" style="background-color: white; font-size: 13px; text-align: left;"><b><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2006/11000/Worldwide_Survey_Reveals_Fitness_Trends_for_2007.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal25(1):20-31, January/February 2021</a></b></span></td></tr></tbody></table>Il responsabile del progetto è <a href="https://news.gsu.edu/expert/walter-r-thompson/" target="_blank">Walter R. Thompson, PhD, FACSM, Georgia State University</a>, che svolge questo importante progetto annualmente, in collaborazione con i massimi esponenti a livello internazionale nel campo del fitness. <b><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2021/01000/Worldwide_Survey_of_Fitness_Trends_for_2021.6.aspx?context=FeaturedArticles&collectionId=1" target="_blank">Per il sondaggio 2021 sono stati individuati 41 trends</a></b> ed è stata usata, come negli anni passati, una scala di punteggio da 1 a 10. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://it.surveymonkey.com/?program=7013A000000mweBQAQ&utm_bu=CR&utm_campaign=71700000060854938&utm_adgroup=58700005504546367&utm_content=43700050239856919&utm_medium=cpc&utm_source=bing&utm_term=p50239856919&utm_kxconfid=s4bvpi0ju&gclid=ff15b22305f410786ed2d2236908ba4c&gclsrc=3p.ds&msclkid=ff15b22305f410786ed2d2236908ba4c" rel="nofollow" target="_blank">SurveyMonkey </a>e <a href="https://www.google.it/intl/it/forms/about/" rel="nofollow" target="_blank">Google forms</a> sono stati i metodi di conduzione e il sondaggio è stato inviato via email e social network in Europa, Stati Uniti, Cina, Australia, Messico, Brasile e Spagna. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Gli intervistati erano 63% donne e 37% uomini, la maggioranza avevano tra 22 e 34 anni, ma il range di età arrivava fino ad oltre 65 anni, con più di 10 anni d’esperienza nel settore nel 53% dei casi e con oltre 20 anni d’esperienza nel 27%. Il 37% degli intervistati avevano un salario annuale superiore a $50.000, tra loro più del 6% guadagnava più di $100.00 annui. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il 20% erano personal trainers (63% full-time, 27% part-time) e il resto degli intervistati erano altri professionisti del settore (professori, manager, fisiologi dell’esercizio, istruttori fitness, ecc.), svolgendo nel 35% dei casi questa professione come prima attività. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I risultati indicano i potenziali fitness trends per il 2021. A livello mondiale la classifica è dominata da “online training”, che passa da nr. 26 nel 2020 a nr. 1, “wearable technology” scende al nr. 2 mentre al nr. 3 troviamo “body weight training”. Nella tabella 1 è riportata la classifica dei top 10.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2021/01000/Worldwide_Survey_of_Fitness_Trends_for_2021.6.aspx?context=FeaturedArticles&collectionId=1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="690" data-original-width="462" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-Sl-FQLGnd2k/YAAwhZqLTaI/AAAAAAAAQPg/9ubaZ0mUMT8CIc_H1Ydf8gne1GC_9Bn8gCLcBGAsYHQ/w268-h400/Schermata%2B2021-01-14%2Balle%2B13.00.47.png" width="268" /></a></div><div style="text-align: justify;">Parlando specificatamente del nostro continente il sondaggio da parte dell’ACSM è stato inviato via e-mail a 6230 membri europei della stessa ACSM e distribuito a 11423 tra professionisti del fitness e professori universitari specializzati in attività fisica e fitness attraverso i social media. Tuttavia soltanto 1271 di loro hanno risposto al sondaggio. Tornando al nocciolo della questione, dobbiamo dire che vi è una differenza che balza subito all’occhio tra il sondaggio europeo e quello mondiale, ossia una maggior attrazione e utilizzo della tecnologia negli Stati Uniti rispetto che in Europa. Tutto questo è quanto emerso dalle analisi di <b><a href="https://www.researchgate.net/profile/Alexios_Batrakoulis" target="_blank">Alexios Batrakoulis </a></b>che, per il secondo anno consecutivo, ha condotto la ricerca sui Fitness Trends in suolo europeo. Oltre a ciò, possiamo evidenziare altri particolari sul sondaggio riguardanti il “vecchio continente”: </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• <b>Il Personal Training (nr. 1) e l’HIIT (nr. 2)</b> rimangono i trend più seguiti per il secondo anno consecutivo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• <b>L’incremento di professionisti certificati e autorizzati sembra essere una tendenza emergente</b> tra le parti interessate coinvolte nell’industria del fitness. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• Nonostante l’effetto del COVID-19 sul settore della salute e del fitness, trend orientati alla tecnologia come l’allenamento on-line (nr. 22), gadget tecnologici indossabili (nr. 19), allenamento attraverso piattaforme virtuali (nr. 32) e app per gli esercizi (nr. 29) non sembrano essere tendenze popolari in Europa per il 2021. Forse il COVID-19 ha giocato un ruolo cruciale per i trend correlati alla tecnologia a livello globale, anche se in Europa è segnalato un interesse relativamente basso. Infine possiamo notare che metodi di allenamento più tradizionali come l’high-intensity interval training (HIIT), functional fitness training e il personal training si classificano relativamente più in alto in Europa che negli Stati Uniti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><br /><br /> A cura di<div><br /><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JADR_pzKGjA/YABolvaSHEI/AAAAAAAAQQE/2Z8zv-f0HfEpNAyxkoqXS3-0FT3yIkUagCLcBGAsYHQ/s487/Foto%2B2.jpeg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="487" height="166" src="https://1.bp.blogspot.com/-JADR_pzKGjA/YABolvaSHEI/AAAAAAAAQQE/2Z8zv-f0HfEpNAyxkoqXS3-0FT3yIkUagCLcBGAsYHQ/w169-h166/Foto%2B2.jpeg" width="169" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><a href="https://www.instagram.com/carlorossi_29/" rel="nofollow" target="_blank">Carlo Rossi</a><br /><br /><br /></b></td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-2ML6Eqga5jg/YABolomETwI/AAAAAAAAQQI/wgmTnInO7ZwslmxLe0Q1ybj9pmUo9qY6wCLcBGAsYHQ/s338/Schermata%2B2021-01-14%2Balle%2B16.59.51.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><b><img border="0" data-original-height="319" data-original-width="338" height="166" src="https://1.bp.blogspot.com/-2ML6Eqga5jg/YABolomETwI/AAAAAAAAQQI/wgmTnInO7ZwslmxLe0Q1ybj9pmUo9qY6wCLcBGAsYHQ/w176-h166/Schermata%2B2021-01-14%2Balle%2B16.59.51.png" width="176" /></b></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><a href="https://www.instagram.com/team_ferrisi_efstrengthcoach/" rel="nofollow" target="_blank">Emanuele Ferrisi</a></b></td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ME_hodTLXmQ/YABolt-lWWI/AAAAAAAAQQM/A94B6LZ1sbs0-Y8zusJLHVHmU7rkwxFewCLcBGAsYHQ/s2048/Image.jpeg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><b><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2048" height="166" src="https://1.bp.blogspot.com/-ME_hodTLXmQ/YABolt-lWWI/AAAAAAAAQQM/A94B6LZ1sbs0-Y8zusJLHVHmU7rkwxFewCLcBGAsYHQ/w166-h166/Image.jpeg" width="166" /></b></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><a href="https://www.instagram.com/peppe_scardina/" rel="nofollow" target="_blank">Giuseppe Scardina</a></b><br /><br /></td></tr></tbody></table><br /></div><br /><br /><br /><div><br /><div><br /></div><div><br /><div><br /></div><div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Letture Consigliate</div><div style="text-align: justify;"><ul><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2006/11000/Worldwide_Survey_Reveals_Fitness_Trends_for_2007.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal25(1):20-31, January/February 2021</a></li><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2021/01000/Worldwide_Survey_of_Fitness_Trends_for_2021.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal: 1/2 2021 - Volume 25 - Issue 1 - p 10-19doi: 10.1249/FIT.0000000000000631</a></li><li><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Fulltext/2019/11000/WORLDWIDE_SURVEY_OF_FITNESS_TRENDS_FOR_2020.6.aspx" rel="nofollow" target="_blank">ACSM's Health & Fitness Journal: 11/12 2019 - Volume 23 - Issue 6 - p 10-18doi: 10.1249/FIT.0000000000000526</a></li></ul></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div></div></div></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-85066398097769426172021-01-03T23:27:00.015+00:002021-01-03T23:46:11.316+00:00Il diabete mellito di tipo 1: l’essenziale uso dell’alimentazione e dell’esercizio fisico<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/1014477/sugar-blood-test-quicktest-diabetes-drops-of-blood-control-arztbesuch-insulin-type-i" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="856" data-original-width="1280" height="268" src="https://1.bp.blogspot.com/-Ll5pX39D4Ek/X_JKX1phQRI/AAAAAAAAQNc/VQY9HiJ1Kjwt9UgWfM9rIVR5pFS7Rau9wCLcBGAsYHQ/w400-h268/sugar-2493338_1280.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il diabete mellito (DM) di tipo 1 è una condizione patologica, di origine autoimmune che colpisce e distrugge le cellule β del pancreas con la conseguente perdita della produzione dell’insulina. L’insulina ha una funzione essenziale poiché rappresenta l’unico ormone del nostro organismo capace di avere un’azione ipoglicemizzante, ovvero ridurre i livelli di glucosio e mantenere la glicemia all’interno di range accettabili (60-100mg/dl).</div><p></p><p style="text-align: justify;">Secondo i dati <a href="https://www.istat.it/" target="_blank">ISTAT</a> (1) aggiornati al 2016, in Italia sono stati registrati circa 3,2 milioni di casi di diabete di cui circa l’8-10% rappresentano la forma di tipo 1; dunque è una problematica molto diffusa, ma fortunatamente negli ultimi decenni, grazie ai progressi nella terapia insulinica esogena insieme a miglioramenti nel monitoraggio e nel controllo della glicemia, i soggetti con DM1 hanno ottenuto miglioramenti significativi nell’aspettativa di vita e nella possibilità di praticare sport, anche in maniera agonistica.<br /></p><p style="text-align: justify;"><b>L’assunzione di macro-nutrienti, soprattutto di carboidrati (CHO) e proteine, per gli atleti diabetici non differisce significativamente rispetto alle raccomandazioni per il resto della popolazione</b>, sebbene potrebbe essere necessario regolare l’assunzione di carboidrati in relazione all’allenamento, per una corretta gestione della glicemia e per prevenire complicanze come ipoglicemia e iperglicemia.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Una linea guida chiara ci viene fornita dall'<a href="https://www.eatright.org/" target="_blank">American Dietetic Association</a> (2), dalla <a href="https://www.dietitians.ca/About/About-Dietitians-of-Canada" target="_blank">Dietitians for Canada</a> (3) e dell'<a href="https://www.acsm.org/" target="_blank">American College of Sports Medicine </a>(4), che insieme indicano i requisiti energetici generali per gli atleti diabetici (5):</p><p style="text-align: justify;">• Consumo di carboidrati (CHO) di 6-10 g/kg di peso corporeo al giorno (dato variabile in relazione al tipo di attività);</p><p style="text-align: justify;">• Consumo di proteine di 1,2 - 1,7 g/kg di peso corporeo al giorno;</p><p style="text-align: justify;">• Consumo di grassi del 20%-35% dell'apporto energetico totale.</p><p style="text-align: justify;">Dunque, la seguente revisione della letteratura delinea le raccomandazioni sull’assunzione di carboidrati prima, durante e dopo l’esercizio per ottimizzare la prestazione sportiva e per scongiurare il rischio di complicanze:</p><p style="text-align: left;"><span><b><br /></b></span></p><p style="text-align: left;"><span><b>PRE - ESERCIZIO/ATTIVITA'</b></span><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Il pasto pre-allenamento è utile per consolidare le scorte di glicogeno, e in relazione ad esso serve monitorare i livelli di glicemia per regolare la quantità di insulina esogena da iniettare.</p><p style="text-align: justify;">Gli autori suggeriscono anche l’assunzione di carboidrati a basso indice glicemico come crackers, fette biscottate, frutta e yogurt a ridosso dell’attività fisica.</p><p style="text-align: left;"><b><br /></b></p><p style="text-align: left;"><b>DURANTE LE ATTIVITA'</b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">È possibile introdurre carboidrati anche durante la pratica dell’esercizio fisico, per tamponare la sua azione ipoglicemizzante ed evitare che la glicemia si abbassi troppo.</p><p style="text-align: justify;">In attività di breve durata (<60min) è sufficiente una buona idratazione o al massimo piccole quantità di carboidrati come pochi biscotti o crackers.</p><p style="text-align: justify;">Se invece l’attività si protrae nel tempo (1-3 ore) è necessario, oltre all’idratazione, un’integrazione di circa 30 g di carboidrati per ora.</p><p style="text-align: justify;">Per attività che superano le 3 ore serve un apporto glucidico maggiore che arrivi a 60 g di carboidrati per ora, oltre all’idratazione con aggiunta di sali minerali</p><p style="text-align: justify;"><b style="text-align: center;"><br /></b></p><p style="text-align: justify;"><b style="text-align: center;">POST - ESERCIZIO/ATTIVITA'</b></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Nelle ore successive è necessario ripristinare le riserve di glicogeno utilizzate, quindi, è necessario consumare 1-5 g per kg corporeo di carboidrati entro i primi 30 minuti dopo l’esercizio, e altri 1-5 g per kg corporeo nelle due ore successive all’allenamento per ridurre il rischio di ipoglicemia.</p><p style="text-align: justify;">Per quanto riguarda l’esercizio fisico, vi è una carenza di studi nella letteratura che dimostrino quali siano le combinazioni di intensità e volume più adeguate (↑volume/ ↓intensità o viceversa) , ma è ormai certo che l’esercizio fisico può essere sicuro e benefico per i soggetti che convivono con il DM1 (6). A causa di questa carenza, l’<a href="https://www.acsm.org/" target="_blank">American College of Sports Medicine</a> consiglia le linee guida stilate per il DM2, che prevedono 150 min/settimana di lavoro aerobico, con un’intensità moderata/vigorosa, suddiviso in 2-3 giorni.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/509028/sugar-calories-sweet-food-delicious-dessert-glucose-diabetes-candy" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="376" src="https://1.bp.blogspot.com/-3VN9a5y1Hts/X_JNlt6jTxI/AAAAAAAAQNo/_ufpmqbLUzAc2ZyGd5jN0R6-c1WGvPwTwCLcBGAsYHQ/w565-h376/sugar-1068288_1280.jpg" width="565" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;">Inoltre, è fondamentale affidarsi a professionisti dello sport specializzati, poiché la pianificazione e la programmazione dell’esercizio svolta in maniera adeguata, diventa indispensabile nella gestione glicemica e anche nella modulazione della terapia insulinica esogena. Se la pratica dell’esercizio fisico non viene integrata con una corretta alimentazione e una terapia insulinica applicata correttamente, possono insorgere complicanze pericolose come l’iperglicemia o l’ipoglicemia:</p><p style="text-align: justify;">-<b>l’iperglicemia (>250 mg/dl)</b> si verifica a causa di bassi livelli di insulina, dovuti da una somministrazione inadeguata o da un pasto eccessivamente calorico (5); la pratica è altamente sconsigliata se non si rimedia mediante l’iniezione di insulina.</p><p style="text-align: justify;">-<b>l’ipoglicemia (<70 mg/dl) </b>è una complicanza frequente che dipende da molti fattori come dose una eccessiva di insulina, allenamenti molto intensi o duraturi, o assunzione di pasti insufficienti (5). Se monitorata pre-allenamento, è sufficiente effettuare un piccolo spuntino di carboidrati, o ridurre la dose di insulina; se invece insorge durante la pratica dell’attività fisica occorre interromperla per cercare di ripristinare i valori glicemici.</p><p style="text-align: justify;">Un altro escamotage utile per prevenire l’ipoglicemia può essere l’assunzione di caffeina in quanto si è visto come può ridurre il rischio di insorgenza dell’ipoglicemia durante e post-allenamento, sebbene un uso eccessivo possa alterare l’abilità motoria fine e ostacolare il riposo e la qualità del sonno (7).</p><p style="text-align: justify;">Per concludere, si può affermare come la gestione del DM1 dipenda da una pluralità di fattori, da conoscere e da esplorare nel corso delle prime settimane di allenamento. La capacità di sapersi ascoltare e capire i campanelli d’allarme che il nostro organismo ci manda, ci permette di attuare delle risposte più adeguate e più veloci possibili. Il monitoraggio e la pianificazione costante di terapia, esercizio fisico ed alimentazione, consente al soggetto diabetico di affrontare qualsiasi esperienza con un miglior benessere psico-fisico.</p><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans", sans-serif; font-size: 16px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans", sans-serif; font-size: 16px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ix7V8Bq9_mk/X_JR-t0fkGI/AAAAAAAAQN4/WGbE7Pvxk5UzwUlIxtFzE4lvJ2EAd7gHQCPcBGAYYCw/s271/Filippo%2BLipari.JPG" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="271" data-original-width="179" height="232" src="https://1.bp.blogspot.com/-ix7V8Bq9_mk/X_JR-t0fkGI/AAAAAAAAQN4/WGbE7Pvxk5UzwUlIxtFzE4lvJ2EAd7gHQCPcBGAYYCw/w153-h232/Filippo%2BLipari.JPG" width="153" /></a></div>A cura di <b>Filippo Lipari</b><br /><b><br /></b></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;"><span face=""pt sans" , sans-serif" style="text-align: justify;">Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie </span><span style="text-align: justify;">Preventive e Adattate e delle Attività Sportive - LM67</span></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;"><span face=""pt sans" , sans-serif" style="text-align: justify;"><br /></span></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;"><span face=""pt sans" , sans-serif" style="text-align: justify;">Università degli Studi di Palermo</span></div><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><b>BIBLIOGRAFIA</b></p><p><span>1.<a href=" https://www.istat.it/it/archivio/202600" target="_blank"> https://www.istat.it/it/archivio/202600</a></span></p><p><span>2. <a href="https://www.eatright.org">https://www.eatright.org</a>/</span></p><p><span>3. <a href="https://www.dietitians.ca/">https://www.dietitians.ca/</a></span></p><p><span>4.<a href=" https://www.acsm.org/" target="_blank"> https://www.acsm.org/</a></span></p><p><span>5. <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27679652/" target="_blank">Care of the Athlete With Type 1 Diabetes Mellitus: A Clinical Review. William B. Horton, Jose S. Subauste. 2016, International Journal of </a></span><span style="font-size: small;"><a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27679652/" target="_blank">Endocrinology and Metabolism, p. 14(2). doi:10.5812/ijem.36091</a></span></p><p><span>6. <a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Pages/articleviewer.aspx?year=2016&issue=11000&article=00012&type=Fulltext" target="_blank">Exercise and sport participation for individuals with type 1 diabetes. Jason R. Jaggers, Katie Casto Hynes, Kupper A. Wintergerst. 2016, ACSM's </a></span><span style="font-size: small;"><a href="https://journals.lww.com/acsm-healthfitness/Pages/articleviewer.aspx?year=2016&issue=11000&article=00012&type=Fulltext" target="_blank">Health & Fitness Journal, p. 40-44. doi: 10.1249/FIT.0000000000000249</a></span></p><p><span>7.<a href="https://dom-pubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1463-1326.2010.01319.x" target="_blank"> Fuelling the athlete with type 1 diabetes. I. W. Gallen, C. Hume, A. Lumb. 2011, Diabetes, Obesity and Metabolism, p. 130-136. </a></span><span style="font-size: small;"><a href="https://dom-pubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1463-1326.2010.01319.x" target="_blank">doi: 10.1111/j.1463-1326.2010.01319.x</a></span></p>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-80596863858591367982020-12-27T12:05:00.003+00:002020-12-27T12:40:53.620+00:00Come gestire il soggetto fibromialgico in palestra: la fibromialgia<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/672150/jogging-fitness-exercise-training-sport-outdoor-fitness-healthy-running-jogger" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-tPXu1YmQ30s/X-h0Fr9_1vI/AAAAAAAAQM8/MqijGtDGpZ8od81ccj8jCstW7F6BoDu0QCLcBGAsYHQ/w400-h266/jogging-1509003_1280.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>La Fibromialgia è una sintomatologia che si manifesta tramite l’insorgenza di un dolore sordo muscolare. Dal punto di vista medico-clinico viene definita come una forma reumatica extra-articolare non infiammatoria ad origine incerta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I soggetti fibromialgici, solitamente, lamentano i seguenti sintomi: disturbi del sonno, sensazione di rigidità muscolare diffusa, senso di confusione, formicolio a mani e piedi, periodi mestruali molto dolorosi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Fibromialgia affligge circa il 2% della popolazione mondiale ed è più frequente nelle donne (1 - 4.9%) rispetto agli uomini (0 - 2.9%).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Attualmente, non vi è un trattamento “gold standard” per tale patologia. Vari studi presenti in letteratura, infatti, dimostrano come l’efficacia del trattamento farmacologico sia discutibile, mentre gli effetti del trattamento wellness (non farmacologico) siano limitati e non duraturi nel tempo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’obiettivo del presente articolo è quello di descrivere la logica e i metodi di uno studio programmato per testare l’efficacia di un trattamento wellness (non farmacologico) in donne affette da Fibromialgia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div>Nello specifico, il <b><a href="https://journals.lww.com/md-journal/Fulltext/2020/01240/Effectiveness_of_a_multicomponent_treatment_versus.37.aspx" target="_blank">presente studio</a> (Araya-Quintanilla e Collaboratori)</b><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;"> </span>si pone l’obiettivo di mettere a confronto un trattamento wellness basato su esercizio fisico, terapia cognitivo-comportamentale, Graded Motor Imagery (GMI) e Therapy Neuroscience Education (TNE), e un trattamento farmacologico convenzionale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div><a href="https://journals.lww.com/md-journal/Fulltext/2020/01240/Effectiveness_of_a_multicomponent_treatment_versus.37.aspx" target="_blank">Caratteristiche innovative di tale modello a più componenti/stimoli (<i>multicomponent treatment</i>) sono il GMI ed il TNE. </a></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://journals.lww.com/md-journal/Fulltext/2020/01240/Effectiveness_of_a_multicomponent_treatment_versus.37.aspx" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="568" height="304" src="https://1.bp.blogspot.com/-MeYpMY5RL44/X-dXel5kz3I/AAAAAAAAQMs/pWKVIvwuvkkoxTKtfHQjmFVUYx8_aF_2wCLcBGAsYHQ/w320-h304/Picture1.jpg" width="320" /></a></div></div><div>Il GMI è un’attività che prevede tre diversi step:</div><div><br /></div><div><b>1. Esercizi di discriminazione tra parte destra e sinistra del corpo</b></div><div><b>2. Immaginazione di varie posture e movimenti corporei</b></div><div><b>3. Specchio terapia</b></div><div>Ciascuna di queste attività funge da stimolo per la corteccia cerebrale.</div><div><br /></div><div>Il TNE consiste, invece, nell’educare il paziente a quelli che sono i meccanismi nervosi di gestione del dolore, cioè cosa avviene nel nostro sistema nervoso quando proviamo dolore. Il tutto attraverso immagini, esempi, metafore e disegni.</div><div><br /></div><div>Il protocollo di allenamento proposto dagli autori consiste in 10 minuti di riscaldamento, 40 minuti di attività aerobica e 10 minuti di defaticamento ed esercizi di stretching. Tale allenamento doveva essere svolto 2 volte a settimana per 4 settimane.</div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Le valutazioni pre e post-intervento hanno previsto la rilevazione dell’intensità del dolore (Numeric Pain Rating Scale), l’impatto della Fibromialgia nel quotidiano (Fibromyalgia Impact Questionnaire), la paura del movimento (Tampa Scale of Kinesiophobia) e la qualità del sonno (Pittsburgh Sleep Quality Index).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/996365/connective-tissue-massage-muscle-angle-back-free-pictures-free-photos-free-images-royalty-free-free-illustrations" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" src="https://1.bp.blogspot.com/-KGPITK77s9o/X-h1q1gFR0I/AAAAAAAAQNI/021Qx41KLgMRq6s5l_wZFCK7cfz9WiFgACLcBGAsYHQ/s320/connective-tissue-2441725_1280.jpg" width="320" /></a></div><br />L’importante considerazione degli autori del presente articolo è che diversi studi in letteratura hanno riscontrato, in soggetti con Fibromialgia, una riorganizzazione corticale riguardante cambiamenti nelle aree coinvolte nel processo del dolore e della gestione dello stesso. Questi risultati, preziosi, devono essere presi in considerazione prima di elaborare un trattamento efficace contro la Fibromialgia. Pertanto, è importante che un trattamento wellness preveda delle attività che stimolino la corteccia cerebrale (come il GMI e la TNE), nel rispetto del decorso della malattia e delle caratteristiche della persona.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Lettura Consigliata</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31977878/">Effectiveness of a multicomponent treatment versus conventional treatment in patients with fibromyalgia: Study protocol.</a><br />Araya-Quintanilla F, Gutiérrez-Espinoza H, Muñoz-Yánez MJ, Cavero-Redondo I, Álvarez-Bueno C, Martinez-Vizcaíno V.Medicine (Baltimore). 2020 Jan;99(4):e18833. </div><div><a href="https://journals.lww.com/md-journal/Fulltext/2020/01240/Effectiveness_of_a_multicomponent_treatment_versus.37.aspx" target="_blank">doi: 10.1097/MD.0000000000018833</a><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><div class="separator" style="background-color: white; clear: both; color: #444444; font-family: "pt sans", sans-serif; font-size: 16px; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-nbDZEWBKr6E/XazFvEFpOUI/AAAAAAAAP2U/PqKoIUVvHSYXEeTH3sAa7qVLhhbbWE6_ACLcBGAsYHQ/s1600/WhatsApp%2BImage%2B2019-10-18%2Bat%2B21.38.57.jpeg" style="clear: left; color: black; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><br class="Apple-interchange-newline" /><img border="0" data-original-height="1599" data-original-width="1600" height="199" src="https://1.bp.blogspot.com/-nbDZEWBKr6E/XazFvEFpOUI/AAAAAAAAP2U/PqKoIUVvHSYXEeTH3sAa7qVLhhbbWE6_ACLcBGAsYHQ/s200/WhatsApp%2BImage%2B2019-10-18%2Bat%2B21.38.57.jpeg" style="border: none; max-width: 100%; position: relative;" width="200" /></a></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans", sans-serif; font-size: 16px;"><br />A cura di <b>Vincenzo Sammartano</b><br /><b><br /></b></div><div><span face=""pt sans" , sans-serif" style="background-color: white; color: #444444; font-size: 16px; text-align: justify;">Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie</span></div><div><span face=""pt sans" , sans-serif" style="background-color: white; color: #444444; font-size: 16px; text-align: justify;">Preventive e Adattate e delle Attività Sportive - LM67</span></div><div><span face=""pt sans" , sans-serif" style="background-color: white; color: #444444; font-size: 16px; text-align: justify;">Università degli Studi di Palermo</span></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><br /><br /></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-4746211815627860292020-10-18T09:11:00.005+01:002020-10-18T09:40:30.872+01:00Fitness e Cancro: inversione di rotta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/download/1813778/forest-nature-sport-jogger-trees-leaves-senior-health-jogging" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="426" src="https://1.bp.blogspot.com/-AkiWR3NW8xc/X4v4Z90pVQI/AAAAAAAAQKE/yWAht7FcuhgYSSrFeLTtRCDFaRzUkmY4wCLcBGAsYHQ/w640-h426/forest-4046875_1280.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">Secondo l’OMS tra le patologie più diffuse al mondo troviamo il cancro: “la prima o la seconda causa di morte prima dei 70 anni in 91 paesi su 172” (1). Ad oggi siamo a conoscenza dell’effetto preventivo dell’attività fisica (fitness o detta anche sport per la salute) per numerose patologie. Questa consente di promuovere benessere e salute in soggetti sani, nelle varie fasi della vita e se dosata attentamente, può essere efficace per contrastare alcune patologie, limitando i sintomi che incidono negativamente sulla qualità di vita. Perciò l’APA (Adapted Physical Activity, “Attività Fisica Adattata”) può giocare un importante ruolo anche per la salute dei pazienti con cancro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-8iAxoQdJ2Zs/X4vn-H0jucI/AAAAAAAAQJg/ta-X66VnJPglJzggoGRf0lmSEeGWTTlCACLcBGAsYHQ/s1042/WHO.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="574" data-original-width="1042" height="353" src="https://1.bp.blogspot.com/-8iAxoQdJ2Zs/X4vn-H0jucI/AAAAAAAAQJg/ta-X66VnJPglJzggoGRf0lmSEeGWTTlCACLcBGAsYHQ/w640-h353/WHO.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption"><div style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">Mappa Globale della classificazione del cancro come causa di morte sotto i 70 anni nelle singole nazioni (2015)</span></div><div style="text-align: center;"><br /></div></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">L’effetto preventivo dell’attività fisica sulle patologie oncologiche è incontrovertibile, come possiamo notare dal lavoro di <span style="color: #cc0000;"><a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27183032/" target="_blank"><b><span style="color: #cc0000;">Moore et al. del 2016 (2)</span></b></a> </span>che dimostra come l’attività svolta nel tempo libero possa contribuire alla prevenzione di 13 tipologie di cancro su 26 (7 delle quali con una riduzione del rischio di oltre il 20%). Inoltre, è noto che i pazienti oncologici spesso cadono in un circolo vizioso che si può instaurare tra due fattori: sedentarietà e decondizionamento. Il primo può essere una condizione pregressa che si aggrava dopo la diagnosi a causa del decondizionamento indotto dalla terapia, che a sua volta indurrà un aumento della sedentarietà e così via.</div><div style="text-align: justify;">Questi pazienti sono spesso affetti da sintomi debilitanti, causati dalla malattia stessa, o dalle terapie a cui sono sottoposti. Tali sintomi ledono le capacità fisiche, riducendo la tolleranza dello sforzo fisico, anche durante l’esecuzione di attività quotidiane, compromettendo la qualità di vita. Il primo di questi sintomi è la fatica (“fatica correlata al cancro”, Cancer related Fatigue - CRF) che può presentarsi prima, durante o dopo la terapia. Questa non è semplice stanchezza ma una condizione di spossatezza generale, che rende impossibile l’esecuzione di gesti quotidiani (instaurando il circolo vizioso menzionato sopra). Qui si presenta la possibilità di invertire la rotta tramite la somministrazione di protocolli di APA, che possano limitare il deterioramento della fitness cardiorespiratoria e della forza del paziente. </div><div style="text-align: justify;">Quando non va contro il parere medico, l’APA (svolta all'interno di strutture predisposte al fine) per questi pazienti è utile in tutte le fasi della malattia e non solo perché riduce fatica, ma anche gli altri effetti collaterali delle terapie. Difatti, proporre protocolli APA, nel periodo che intercorre tra la diagnosi e l’operazione chirurgica, consente di ridurre la durata del ricovero postoperatorio e le complicanze respiratorie (3). </div><div style="text-align: justify;">La somministrazione di attività fisica durante le terapie oncologiche (come radioterapia e chemioterapia) consente, come dimostrato allo studio di Cormie et al. del 2017 (4), di ridurre la mortalità del cancro del 28-44%, le ricadute del 21-35% e la mortalità rispetto alle altre possibili cause di morte (come le patologie cardiovascolari) del 25-48%. Questo avviene probabilmente grazie a dei meccanismi biologici che consentono al paziente di tollerare maggiori dosi della terapia, riducendo gli effetti collaterali e aumentando l’aderenza alle terapie stesse. </div><div style="text-align: justify;">Possiamo perciò concludere affermando che i protocolli APA per questi pazienti in terapia consentono di impedire o quantomeno limitare il deterioramento della fitness fisica e della qualità di vita, mentre, per i pazienti sopravvissuti, consente un ripristino ed una guarigione più rapida, riducendo il rischio di ricadute e complicanze. È importante che queste categorie di pazienti siano seguite da personale esperto di attività fisica adattata, che conosca le peculiarità di queste patologie, per programmare al meglio le sedute. Per far ciò è importante (come per gli individui sani) svolgere un’attenta anamnesi prima di cominciare l’attività, valutare il paziente con semplici test fisici e programmare di conseguenza (utilizzando sistemi che valutino lo sforzo percepito, come la scala di Borg, piuttosto che i valori della frequenza cardiaca, che invece potrebbero essere influenzati dalle terapie in corso). Concordare il protocollo di allenamento con il paziente, per esaltarne i benefici su motivazione ed umore, è inoltre utile poiché consente di fissare semplici obiettivi. Ed infine attenersi alle linee guida più aggiornate come quelle dell’<b><span style="color: #cc0000;"><a href=".https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2019/11000/Exercise_Guidelines_for_Cancer_Survivors_.23.aspx" target="_blank">American College of Sports Medicine</a> (5).</span></b></div><div style="text-align: justify;"><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-HJwhqi_1LI4/X4vyLqmazGI/AAAAAAAAQJs/UdwJ7oYHit8QyUwucffUqvMEXhxMfs8rACLcBGAsYHQ/s824/ACSM.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="638" data-original-width="824" height="496" src="https://1.bp.blogspot.com/-HJwhqi_1LI4/X4vyLqmazGI/AAAAAAAAQJs/UdwJ7oYHit8QyUwucffUqvMEXhxMfs8rACLcBGAsYHQ/w640-h496/ACSM.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption"><div style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2019/11000/Exercise_Guidelines_for_Cancer_Survivors_.23.aspx" target="_blank"><br /></a></span></div><span style="font-size: xx-small;"><div style="text-align: center;"><a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2019/11000/Exercise_Guidelines_for_Cancer_Survivors_.23.aspx" target="_blank">Effetti dell’esercizio sui parametri legati alla salute in pazienti oncologici (ACSM)</a></div></span></td></tr></tbody></table></div><div><div style="text-align: justify;"><br />Per promuovere l’attività fisica per questi pazienti e per formare personale specializzato ed invertire la rotta verso la sedentarietà non mancano le iniziative. Una di queste è il progetto europeo <b><a href="https://www.oacmygoal.eu/" target="_blank"><span style="color: #bc0606;">Outdoor Against Cancer (OaC: my goal – move yourself, go out and live)</span></a> </b>che si concretizza in vari eventi di formazione e di promozione dell’attività fisica all’aria aperta, per pazienti oncologici, in tutto il continente. Promuovere l’attività fisica all’aria aperta ed in gruppo, per tutti ed in particolar modo per i pazienti oncologici, consente di ridurre i livelli di sforzo percepito, lo stress e la fatica mentale migliorando autostima e salute percepita (6), rinnovando un legame con la natura che, oggi più che mai, è una necessità che non va dimenticata.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-iXpwi6QNc6I/X4v2sT_Ub4I/AAAAAAAAQJ4/xe_NyrQHUqYdyLp4Yh0ZyGwimJCYDK2fgCLcBGAsYHQ/s491/WhatsApp%2BImage%2B2020-10-18%2Bat%2B10.00.10.jpeg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="491" data-original-width="482" height="314" src="https://1.bp.blogspot.com/-iXpwi6QNc6I/X4v2sT_Ub4I/AAAAAAAAQJ4/xe_NyrQHUqYdyLp4Yh0ZyGwimJCYDK2fgCLcBGAsYHQ/w308-h314/WhatsApp%2BImage%2B2020-10-18%2Bat%2B10.00.10.jpeg" width="308" /></a></div><br />Articolo a cura di:<br />Dott.<b> <span style="color: #cc0000;">Salvatore FICARRA</span></b><br />Laureato in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate (LM-67) <br />Università degli Studi di Palermo<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: small;">Bibliografia</span></div><span style="font-size: x-small;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">1. Bray, Freddie, et al. "Global cancer statistics 2018: GLOBOCAN estimates of incidence and mortality worldwide for 36 cancers in 185 countries." CA: a cancer journal for clinicians 68.6 (2018): 394-424. </div><div style="text-align: justify;">2. Moore, Steven C., et al. "Association of leisure-time physical activity with risk of 26 types of cancer in 1.44 million adults." JAMA internal medicine 176.6 (2016): 816-825. </div><div style="text-align: justify;">3. Piraux, Elise, Gilles Caty, and Gregory Reychler. "Effects of preoperative combined aerobic and resistance exercise training in cancer patients undergoing tumour resection surgery: A systematic review of randomised trials." Surgical oncology 27.3 (2018): 584-594. </div><div style="text-align: justify;">4. Cormie, Prue, et al. "The impact of exercise on cancer mortality, recurrence, and treatment-related adverse effects." Epidemiologic reviews 39.1 (2017): 71-92. </div><div style="text-align: justify;">5. <a href="https://www.acsm.org/all-blog-posts/certification-blog/acsm-certified-blog/2019/11/25/acsm-guidelines-exercise-cancer-download">https://www.acsm.org/all-blog-posts/certification-blog/acsm-certified-blog/2019/11/25/acsm-guidelines-exercise-cancer-download</a></div><div style="text-align: justify;">6. Gladwell, Valerie F., et al. "The great outdoors: how a green exercise environment can benefit all." Extreme physiology & medicine 2.1 (2013): 1-7.</div></span>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-71083604357552842712020-09-20T08:00:00.012+01:002020-09-20T08:29:20.810+01:00L' istruttore di fitness nel 2020: una professione in balia delle mode del momento. Tanti dubbi e poche certezze<div style="text-align: justify;">Nel sito ufficiale della <b><a href="https://www.who.int/health-topics/physical-activity#tab=tab_2" target="_blank">WHO</a> </b>si riporta che l’inattività fisica è uno dei principali fattori di rischio per le malattie non trasmissibili (es. diabete, cancro, malattie cardiovascolari, etc.) e, più in generale, di morte al livello globale. A questo si aggiunge un maggiore costo sul sistema sanitario nazionale. Il professionista del fitness, chiamato con molti nomi in base al titolo accademico (chinesiologo/dottore in Scienze Motorie) in suo possesso e non (istruttore di fitness, personal trainer, etc.), e capace di lavorare in studi privati o nelle sale pesi/corsi, porta con sé un importante compito: <b>diffondere la sana cultura del movimento e, conseguentemente, lo stile di vita attivo. </b>Tuttavia per poter assolvere questo nobile compito, questa figura professionale deve affrontare diverse peripezie.</div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Vxi0F7-di5I/X2b7m-SU6XI/AAAAAAAAQH8/w06dSzbJVeIN1-n100-jkE4ruejTMbBcQCLcBGAsYHQ/s1280/kettlebell-3293473_1280.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="851" data-original-width="1280" src="https://1.bp.blogspot.com/-Vxi0F7-di5I/X2b7m-SU6XI/AAAAAAAAQH8/w06dSzbJVeIN1-n100-jkE4ruejTMbBcQCLcBGAsYHQ/s320/kettlebell-3293473_1280.jpg" width="320" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">L’interessante review di <a href="https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/00336297.2016.1224193" target="_blank">De Lyon A.T.C. et al. (2016)</a> elenca quattro ostacoli con cui il professionista del fitness deve fare i conti ogni giorno:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>1. Il primo riguarda gli strumenti a disposizione. Non stiamo di certo qui ad elencarli, ma sappiamo che vi sono numerosi studi che hanno provato l’importanza e i benefici dell’esercizio fisico nel migliorare la salute dei soggetti (anche con patologie). Appare evidente come siano necessari ulteriori ricerche (oltre a linee guide specifiche) in modo da poter costruire gli strumenti più idonei; tali ricerche però non dovrebbero avere tornaconti sull’industria o l’ente che li ha finanziati, ma essere quanto più oggettive possibili. </i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i>2. Inoltre, spesso chi diventa personal trainer per un cliente o più non si occupa esclusivamente di programmazione dell’allenamento, ma sembra chiamato a rivestire anche il ruolo di “psicologo”, “nutrizionista”, “mental coach”, talvolta anche quello di “farmacista”, e l’elenco potrebbe continuare.</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Al contrario, bisognerebbe collaborare con queste figure che hanno intrapreso un percorso accademico differente piuttosto che cercare erroneamente di superare la propria area di competenza ostentando conoscenze/competenze che non si hanno. </b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Inoltre, vengono riportati studi che sottolineano come spesso la relazione tra P.T. e cliente possa avere confini meno netti e assumere l’aspetto di un rapporto di confidenza; questo potrebbe intaccarne la professionalità. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Infine, l’articolo sposta la sua attenzione su un concetto interessante che viene definito “bodily capital”, ovvero il credere che un fisico scultoreo rifletta una vasta conoscenza in materia di fitness; nella maggior parte dei casi, infatti, non è così. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">3. Dover soddisfare un’infinita varietà di clienti: soggetti sani o con patologie, giovani o anziani, sportivi o amatoriali, sedentari o molto attivi, etc. Per questo e altri motivi, la laurea in Scienze Motorie dovrebbe essere il prerequisito richiesto per esercitare questa professione. Attenzione: non perché i chinesiologi (magistrali e non) siano migliori di altri solo perché hanno una laurea, ma perché possiedono un bagaglio di conoscenze trasversali, un certo criticismo verso le informazioni che li circondano e, soprattutto, un approccio oggettivo basato sulle evidenze scientifiche, il tutto indispensabile per offrire un servizio di alta qualità al cliente. </div><div style="text-align: justify;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/00336297.2016.1224193" target="_blank"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="552" height="299" src="https://1.bp.blogspot.com/-Rfnp7QD-LRI/X2cAg_3wj4I/AAAAAAAAQIU/giVxPq7GggUjwVd5uIYX8Idc8iXeq_3bwCLcBGAsYHQ/w400-h299/QUEST.JPG" width="400" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">4. <b>Il punto forse più interessante</b>: la mancanza di un riconoscimento e della rispettiva credibilità. In generale, il professionista del fitness lamenta un salario basso e poche opportunità per poter fare carriera. Se il professionista è laureato, si aggiunge un ulteriore malcontento che dilaga verso il non avere un albo, l'essere trattato con mediocrità da altre figure professionali, il non essere apprezzato (o addirittura richiesto) da un mercato sempre più saturo che necessita più di figure professionali che di pseudo-guru di dubbia moralità e, infine, se professore di educazione fisica, l’essere giudicato solo come il prof-che-fa-giocare-con-il-pallone quando invece il ruolo che la “ginnastica” assume in età giovanile è fondamentale per combattere il diffondersi di un fenomeno noto come “exercise deficit disorder” o EDD (Faigenbaum A. et al. (2012)). Questa condizione è caratterizzata da bassi livelli di attività fisica giornaliera che possono andare ad incidere negativamente sullo sviluppo motorio e sulla salute del giovane ed avere delle ripercussioni ancora maggiori sull’adulto che diventerà (probabilmente sedentario, poi in sovrappeso o obeso con conseguente aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete mellito di tipo 2 e/o altro) e con la possibilità di insegnare questo stile di vita ai propri figli alimentando questo circolo vizioso. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Be9QiNAqya0/X2b_BHumsOI/AAAAAAAAQII/6luAWX8S2VgUA6WKFHBkDz7ZuLHcJpjXACLcBGAsYHQ/s1280/kettlebell-3293452_1280.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="852" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Be9QiNAqya0/X2b_BHumsOI/AAAAAAAAQII/6luAWX8S2VgUA6WKFHBkDz7ZuLHcJpjXACLcBGAsYHQ/s320/kettlebell-3293452_1280.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Pertanto, il professionista del fitness non rappresenta soltanto un “fai un 4x8 alla lat machine presa larga” o “15 minuti di cardio a pendenza X e velocità Y”, ma è qualcosa di più: una valida risorsa per la salute pubblica.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Concludiamo con una frase che ha scritto il<a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18971243/" target="_blank"> Dott. R.E. Sallis nel 2009</a>: “[…] è tempo per la medicina organizzata di unirsi ai professionisti del fitness per garantire che i pazienti di tutto il mondo prendano la loro “exercise pill”. Non c'è modo migliore per migliorare salute e longevità.”</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="525" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-5mikES8DipM/Xh5DrxGXx5I/AAAAAAAAP7s/KFAYfwhukLcU5NaBeClskuomC7eNMRL4ACK4BGAsYHg/w200-h200/Figure%2B4.jpg" style="text-align: justify;" width="200" /></div><div>Articolo a cura di: </div><div>Dott. <b>Settimo Mangano</b><br />Laureato in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate (LM-67) <br />Università degli Studi di Palermo<br /></div><div><br /></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><br /></div>Bibliografia <br /><br />1. <a href="https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/00336297.2016.1224193">De Lyon A.T.C. at al. The Role of Fitness Professionals in Public Health: A Review of the Literature. Quest. 2016, 69(3): 313-330. </a> <br />2. <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22777330/">Faigenbaum A.D. and Myer D.G. Exercise deficit disorder in youth: play now or pay later. Curr Sports Med Rep. 2020,11(4):196-200</a>. <br />3. <a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18971243/">Sallis R.E. Exercise is medicine and physicians need to prescribe it! Br J Sports Med. 2009, 43(1):3-4</a>. <a href="https://www.who.int/health-topics/physical-activity#tab=tab_2">https://www.who.int/health-topics/physical-activity#tab=tab_2</a></div>Unknownnoreply@blogger.comPalermo, Province of Palermo, Italy38.11569 13.36148689.8054561638211553 -21.7947632 66.425923836178839 48.5177368tag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-64695120080710357112020-08-04T19:50:00.006+01:002020-08-04T19:52:01.992+01:00Risposte Epigenetiche & Resistance Training: un confronto tra soggetti allenati e sedentari.<div style="text-align: justify;">Nell'articolo precedente intitolato “Solo il nostro cervello può ricordare?” (se non l'avete letto recuperatelo) abbiamo parlato molto brevemente di metilazione del DNA ed epigenetica. Senza inoltrarci troppo in un argomento così complesso, bisogna solo che ricordiamo un semplice concetto, ovvero che l'ipo-metilazione del DNA è associata con un aumento dell'espressione genica e viceversa. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Da qui possiamo passare al protagonista di questo articolo: lo studio di Bagley J.R. et al. (2020), pubblicato sulla nota rivista Journal of Strength and Conditioning Research. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lo scopo di questo interessante studio è di confrontare i cambiamenti nella metilazione del DNA in risposta ad una sessione di resistance training in giovani allenati (gruppo RT con 11 soggetti) e sedentari (gruppo SED con 8), focalizzandosi in particolare su alcuni geni coinvolti in processi metabolici (es. GPAM e SREBF2), infiammatori (IL-6 e TNF-α) e ipertrofici (mTOR e AKT1). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo aver raccolto nella prima visita in laboratorio le misure antropometriche, l'1RM nella leg press e nella leg extension, la successiva (e ultima) visita prevedeva delle biopsie muscolari prese al baseline, 30 minuti e 4 ore dopo il seguente protocollo d'allenamento: </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Leg press con 1x10 ripetizioni al 50% 1RM seguite da 3x10 al 70% 1RM con 1 minuto di recupero. Dopo 3-5 minuti, leg extension con 3x10 sempre al 70% 1RM con 1 minuto di recupero. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I risultati sono i seguenti: </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">· il Long Interspersed Nuclear Element 1 (LINE-1), usato dagli autori per valutare la “metilazione globale” sulla base di precedenti studi riportati in letteratura, era statisticamente significativo solo dopo le 4 ore per il gruppo RT, non per il SED. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">· nel gruppo SED la metilazione del Glycerol-3-Phosphate Acyltransferase (o GPAM, enzima mitocondriale coinvolto nella sintesi dei fosfolipidi) si riduce dopo 30 minuti e dopo le 4 ore (ma non è statisticamente significativo), al contrario nel gruppo RT si assiste ad un aumento della metilazione statisticamente significativa (rispetto al SED) sia dopo i 30 minuti che dopo le 4 ore. Inoltre, il valore per le 4 ore nel gruppo RT è anche statisticamente significativo rispetto al suo stesso baseline. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">· Sempre nel gruppo SED, lo Sterol Regulatory Element Binding Transcription Factors 2 (o SREBF2, enzima coinvolto nell'omeostasi dei lipidi e del colesterolo) è statisticamente significativo dopo le 4 ore rispetto al baseline e i 30 minuti, mentre l'aumento di metilazione nel gruppo RT dopo le 4 ore è maggiore (e con p<0.004) di quello del gruppo SED. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">· Per quanto riguarda l'IL-6 e il TNF-α, i valori erano significativamente differenti al baseline tra i due gruppi (viene riportato nello specifico che nel gruppo SED sono ipo-metilati, ciò suggerisce un’aumentata espressione genica rispetto al gruppo RT). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">· Per l'mTOR (Mechanistic Target Of Rapamycin Kinase) e l'AKT1 (AKT Serine/Threonine Kinase 1) non ci sono differenze significative tra i gruppi al baseline o dopo l'esercizio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sulla base di tutto ciò, gli autori affermano che “il principale risultato era che i geni associati con il metabolismo (ma non infiammazione e ipertrofia) erano significativamente influenzati dallo stato di allenamento”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Inoltre viene riportato che “l’ipo-metilazione di GPAM e SREBF2 in SED indica che hanno sperimentato un sovraccarico metabolico maggiore rispetto al RT in risposta alla stessa relativa richiesta di esercizio.” </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Certamente ulteriori studi sono necessari, ma questi risultati rimangono comunque molto promettenti e in futuro potrebbe essere interessante valutare anche se vi siano differenze nelle risposte epigenetiche tra vari tipi di allenamento come l’esercizio aerobico, i protocolli HIIT o perfino tra i vari sport. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://journals.lww.com/nsca-jscr/fulltext/2020/06000/epigenetic_responses_to_acute_resistance_exercise.11.aspx" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="602" src="https://1.bp.blogspot.com/-3NIpBSf7TGg/Xyms7G0cRnI/AAAAAAAAQGs/F5UnJPXuBWoqVHZbEdhwdcgZqpCjbXnaQCLcBGAsYHQ/s0/Figure%2B1.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fig. 1. Valori basali dei soggetti RT e SED. Possiamo notare come l'età, la forza e soprattutto le calorie giornaliere siano differenti fra i due gruppi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://journals.lww.com/nsca-jscr/fulltext/2020/06000/epigenetic_responses_to_acute_resistance_exercise.11.aspx" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="781" src="https://1.bp.blogspot.com/-LKkHFqZ1n6g/XymtCH6ZJQI/AAAAAAAAQGw/p2qxIVwv5XE3nAePqY5WsKJwSMnQJRraACLcBGAsYHQ/s640/figura%2B2.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fig. 2. Cambiamenti nella percentuale di metilazione del DNA in geni coinvolti nei processi metabolici e infiammatori. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://journals.lww.com/nsca-jscr/fulltext/2020/06000/epigenetic_responses_to_acute_resistance_exercise.11.aspx" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="333" data-original-width="782" src="https://1.bp.blogspot.com/-OfXcP2x8yOM/XymtI4RTK4I/AAAAAAAAQG4/NJk7tXohRbck-ldNYn4UUjs4PFAnLgTqwCLcBGAsYHQ/s640/Figura%2B3.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fig. 3. Cambiamenti nella percentuale di metilazione del DNA in geni coinvolti nei processi ipertrofici.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><br /><br />Bibliografia/Credits <br /><br /><a href="https://journals.lww.com/nsca-jscr/fulltext/2020/06000/epigenetic_responses_to_acute_resistance_exercise.11.aspx" target="_blank">- Bagley J.R. et al. Epigenetic Responses to Acute Resistance Exercise in Trained vs. Sedentary Men. Journal of Strength and Conditioning Research. 2020, 34(6): 1574-80.</a><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10pt; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span lang="it" style="font-family: georgia, serif; mso-ansi-language: #0010; mso-bidi-font-family: Calibri;"></span></p><div><br /></div><div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia, serif;"> </span><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="525" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-5mikES8DipM/Xh5DrxGXx5I/AAAAAAAAP7s/KFAYfwhukLcU5NaBeClskuomC7eNMRL4ACK4BGAsYHg/w200-h200/Figure%2B4.jpg" width="200" /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia, serif;"></span></p><div style="text-align: justify;">dott.<b> Settimo Mangano</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Secondo Anno in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Università degli Studi di Palermo</div></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-43009027705742870212020-06-11T12:25:00.006+01:002020-06-11T13:06:13.883+01:00Donne e sala pesi: tra benefici e luoghi comuni<div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">Nonostante la ricerca scientifica abbia dimostrato i benefici fisiologici e psicologici della pesistica sulle donne, nell’immaginario comune la donna che frequenta la sala pesi è destinata ad apparire “mascolina” (Ebben & Jensen, 1998; Salvatore & Maracek, 2010). Molte volte abbiamo sentito commenti del tipo “una donna con i muscoli sembra un maschio”, o “i pesi sono roba da uomini”, come se l’ipertrofia muscolare fosse appannaggio del genere maschile. Per capire come mai la percezione sociale sia orientata verso questo pensiero, dobbiamo partire dal concetto di genere e stereotipo di genere.</div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://pxhere.com/en/photo/874406" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="639" data-original-width="962" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-gqDSJIm2NMo/XuIcqFAJ7sI/AAAAAAAAQCU/GbcqSXw5VWE0J2_WaRsKM5z5IQy9y0fZQCK4BGAsYHg/w400-h266/Schermata%2B2020-06-11%2Balle%2B13.59.08.png" width="400" /></a></div><div style="line-height: 1.5; text-align: center;"><br /></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">Il genere sessuale è un costrutto sociale, quindi non è insito nel nostro DNA, e ci viene attribuito quando nasciamo, in corrispondenza del sesso di appartenenza. Fin da quando siamo nati, riceviamo un’educazione che rispecchia la nostra identità di genere e che ci indica, tra le altre cose, cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare, cosa si addice di più e cosa no. Le aspettative che ne derivano sono condivise a livello collettivo, cioè tutti possiedono le medesime aspettative riguardo la stessa situazione (ad es., le donne devono essere sempre gentili, premurose e disponibili), creando quello che in psicologia sociale viene denominato “stereotipo”. Lo stereotipo è una credenza ipersemplificata riguardo un gruppo sociale, che orienta le nostre scelte ed i nostri giudizi, presenti e futuri.</div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://pxhere.com/en/photo/1604352" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="647" data-original-width="943" height="275" src="https://1.bp.blogspot.com/-EMqcJNQ-zWs/XuIdAQI1F-I/AAAAAAAAQCo/Ubwc4juUDTs46Rl4NDJ3-VeDE1ygzaV1gCK4BGAsYHg/w400-h275/Schermata%2B2020-06-11%2Balle%2B14.01.00.png" width="400" /></a></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><br /></div> <div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">Ma proviamo ad applicare questo concetto alla sala pesi.</div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">Il corpo femminile viene storicamente raffigurato come aggraziato e fragile (pensiamo all’arte ed alla letteratura) e lo stereotipo che deriva da questa credenza è che le donne siano fragili, deboli. Al contrario, gli uomini vengono raffigurati come forti e vigorosi, e ci si aspetta che dimostrino la loro forza in ogni circostanza. Inoltre, prendendo come riferimento la moda (che detta gli standard di un corpo “glamour”), si apprende che le donne debbano essere magre e gli uomini muscolosi. In palestra, dunque, seguendo questo standard, l’obiettivo per le donne sarà quello di perdere peso, mentre per gli uomini sarà l’ipertrofia muscolare. È innegabile, comunque, che il corpo di un uomo sia fisiologicamente più predisposto alla forza rispetto a quello di una donna, ma questo non implica necessariamente che le donne non siano in grado di sollevare pesi o che siano deboli. Dunque, possiamo dire che il problema sorge quando si utilizza questa spiegazione in senso assoluto, allo scopo di escludere le donne da alcune attività, come il sollevamento pesi. Nella letteratura scientifica vi sono pochi articoli che esaminano le credenze relative alla sala pesi, mentre l’attenzione è rivolta sugli effetti dello stereotipo della donna debole a livello sportivo. Uno di questi è rappresentato dalla cosiddetta “minaccia indotta dallo stereotipo” (Steele, 1997; Steele & Aronson, 1995). Questo fenomeno si osserva quando persone appartenenti ad un gruppo stereotipato si trovano a compiere l’azione oggetto dello stereotipo e, allo stesso tempo, viene ricordato loro di appartenere a quel gruppo sociale. </div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">In pratica, se alle donne si ricorda di essere donne prima di eseguire un dribbling con il pallone, queste diventeranno più lente e tenderanno a commettere un maggior numero di errori rispetto alle donne a cui non è stata resa saliente l’appartenenza di gruppo (Chalabaev, Sarrazin, Stone, and Cury, 2008). Questo effetto si verifica in maniera più evidente per gli sport ritenuti più mascolini (calcio, basket, golf) (Gentile, Boca & Giammusso, 2018).</div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">Ricapitolando, la nostra educazione di genere, insieme agli stereotipi tramandati dalla letteratura e dall’arte, e quelli contenuti nei mass media, consolidano la credenza che le donne non siano adatte per la sala pesi. Quindi, è necessario che in palestra gli istruttori siano consapevoli di questi falsi miti e che siano pronti a sfatarli, in favore di una metodologia di allenamento più inclusiva e meno attaccata ai luoghi comuni.</div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; line-height: 1.5; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ZFZsuuQZp6o/XuISofM4BLI/AAAAAAAAQBE/Yuu5AMGF6jIGHkIoiWz3NMqdwjOFs5lIwCK4BGAsYHg/s1066/Schermata%2B2020-06-11%2Balle%2B13.16.47.png" style="clear: left; float: left; line-height: 1.5; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="926" data-original-width="1066" height="174" src="https://1.bp.blogspot.com/-ZFZsuuQZp6o/XuISofM4BLI/AAAAAAAAQBE/Yuu5AMGF6jIGHkIoiWz3NMqdwjOFs5lIwCK4BGAsYHg/w200-h174/Schermata%2B2020-06-11%2Balle%2B13.16.47.png" title="Ambra Gentile" width="200" /></a></div></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">A cura di:</div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><b style="line-height: 1.5;"><br /></b></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><a href="https://www.unipa.it/dipartimenti/sc.psicol.pedag.edellaformazione/dottorati/healthpromotionandcognitivesciences/PhD-STUDENTS/Ambra-Gentile/" style="line-height: 1.5;" target="_blank">Dott.ssa <b style="line-height: 1.5;">Ambra Gentile</b></a></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">Dottoranda presso l'Università degli Studi di Palermo</div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;">Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell'Esercizio Fisico e della Formazione.</div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><b style="line-height: 1.5;"><br /></b></div><div style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><b style="line-height: 1.5;"><br /></b></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><b style="line-height: 1;">Bibliografia</b></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;">- Ebben, W. P., & Jensen, R. L. (1998). Strength training for women: Debunking myths that block opportunity. The Physician and sportsmedicine, 26(5), 86-97.</div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;">- Salvatore, J., & Marecek, J. (2010). Gender in the gym: Evaluation concerns as barriers to women’s weight lifting. Sex Roles, 63(7-8), 556-567.</div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;">- Steele, C. M. (1998). Stereotyping and its threat are real.</div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;">- Steele, C. M., & Aronson, J. (1995). Stereotype threat and the intellectual test performance of African Americans. Journal of personality and social psychology, 69(5), 797.</div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;">- Chalabaev, A., Sarrazin, P., Stone, J., & Cury, F. (2008). Do achievement goals mediate stereotype threat?: An investigation on females’ soccer performance. Journal of Sport and Exercise Psychology, 30(2), 143-158.</div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;">- Gentile, A., Boca, S., & Giammusso, I. (2018). ‘You play like a Woman!’Effects of gender stereotype threat on Women's performance in physical and sport activities: A meta-analysis. Psychology of Sport and Exercise, 39, 95-103.</div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><br /></div> Unknownnoreply@blogger.comPalermo, Province of Palermo, Italy38.11569 13.36148689.8054561638211553 -21.7947632 66.425923836178839 48.5177368tag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-65099481601417385792020-06-07T10:58:00.006+01:002020-06-08T12:31:06.847+01:00Apparato Cardiovascolare ed Esercizio Fisico<div style="text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/1505885/jogger-jogging-woman-female-sidewalk-cobblestones-sunshine-sunny-rearview" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img alt="https://www.needpix.com" border="0" data-original-height="1605" data-original-width="1920" height="268" src="https://1.bp.blogspot.com/-stCZ7kra63E/Xt4edK1n71I/AAAAAAAAQAM/l1L8myn18Zw-jf81rKY12l5pAvZWY2_eACK4BGAsYHg/w320-h268/woman-jogging.jpg" title="https://www.needpix.com/photo/download/1505885/jogger-jogging-woman-female-sidewalk-cobblestones-sunshine-sunny-rearview" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi siete mai chiesti cosa accade al flusso sanguigno quando ci alleniamo? No? Bene, neanch'io. Scopriamolo insieme. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Prima di avventurarci nella lettura, dobbiamo soffermarci su un concetto chiave che ci servirà per la comprensione generale del testo: la gittata cardiaca, ovvero la quantità di sangue che viene pompato dal cuore nella circolazione in un minuto. Il suo valore a riposo è pari a 5 litri al minuto e consente in primis l'adeguato trasporto di ossigeno ai tessuti e organi che in questa condizione ne hanno più bisogno. Per fare un esempio, la percentuale di gittata cardiaca a riposo per i muscoli è del 10-20% (circa 0.5-1 l/min), mentre per i reni è del 20-25% (circa 1-1.25 l/min). Invece, durante l'esercizio fisico, il valore della gittata cardiaca aumenta notevolmente fino a 3-4 volte con ben 20 litri al minuto pompati dal cuore e, riprendendo l'esempio precedente, in percentuale, la quantità che spetta ai muscoli si alza fino all'80-85% (circa 16-17 l/min), mentre nei reni scende anche al 2-3% (circa 0.4-0.6 l/min).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il sistema nervoso simpatico (SNS), quella parte di sistema nervoso periferico che entra in gioco in situazioni di emergenza o di stress (come l'attacco di un animale feroce oppure più semplicemente un allenamento in sala pesi), ha il compito di attivare tutta una serie di risposte tra le quali troviamo proprio la ridistribuzione della gittata cardiaca, ottenuta mediante la vasodilatazione ai tessuti coinvolti nell'esercizio, come i muscoli, e la vasocostrizione ai tessuti e organi che non sono prettamente collegati all'esercizio come invece lo sono i reni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fin qui tutto bene, ma se vi dicessi che il SNS può anche vasocostringere i muscoli durante l'esercizio? Sembra quasi un paradosso, in realtà si tratta per l'appunto del “paradosso del sistema nervoso simpatico” che, da un lato, aumenta il flusso di sangue ai muscoli, ma dall'altro riduce il diametro dei vasi in periferia (“Quindi anche dei muscoli?”, probabilmente vi starete chiedendo) durante l'esercizio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.needpix.com/photo/549248/gym-room-fitness-elliptical-bike-cardio-training-physical-condition-cardiovascular-exercise-burn-calories-performance-stationary-bike" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="914" data-original-width="1280" src="https://1.bp.blogspot.com/-fwHbdDxCb9s/Xt4hY3xuhSI/AAAAAAAAQAo/whuCd6O6ySk-sYf8wq89YrewbWUaamAQQCK4BGAsYHg/s320/gym-room-1180016_1280.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tuttavia durante la contrazione muscolare vengono rilasciate sostanze vasoattive (come l'ossido nitrico, un vasodilatatore) che possono attenuare questa vasocostrizione simpatica, fenomeno che prende il nome di <b>simpatolisi funzionale</b>. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Esistono due teorie che spiegano come la funzione cardiovascolare (gittata cardiaca in primis) e ventilatorie (la richiesta di ossigeno) aumentino durante l'esercizio fisico: </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><ul><li>la prima propone che alla base dei cambiamenti ci sia un meccanismo riflesso, chiamato "exercise pressor reflex", evocato da stimoli meccanici (quindi da meccanocettori in particolare dalle fibre nervose afferenti del gruppo III e IV, come le terminazioni nervose libere e i nocicettori), e metabolici, dovuti forse al lattato oppure alla combinazione di ATP e altre sostanze, ma comunque tutti originati dai muscoli che si contraggono; </li></ul><ul><li>la seconda teoria, denominata "central command", spiega che questi cambiamenti sono dovuti all'azione diretta della corteccia motoria o del subtalamo su gruppi di neuroni spinali che controllano le funzioni ventilatorie e cardiovascolari. </li></ul></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma cerchiamo di rispondere alla domanda iniziale: durante un whole body exercise (ovvero un esercizio che coinvolge sia la parte superiore del corpo che quella inferiore) l'incremento della gittata cardiaca è abbastanza grande da supportare il flusso sanguigno ai muscoli? Questa review trova quattro linee di evidenza a tal proposito che saranno discusse qui di seguito.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La prima suggerisce che l'intensità della contrazione muscolare durante l'esercizio, quando viene superato in particolare il 30% della massima contrazione volontaria (MCV), ostacoli il flusso sanguigno ai muscoli e che risulterebbe più rappresentativo usare un indice di flusso come l'iperemia post-esercizio piuttosto che una valutazione durante l'esercizio stesso a causa delle fasi ischemiche che si succedono durante le ripetizioni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La seconda linea di evidenza, molto interessante, è che esisterebbe una certa "competizione" (come viene definita dagli autori) tra esercizi per la parte superiore del corpo come l'handgrip e per la parte inferiore come le flessioni plantari dal momento che il parametro che prima abbiamo analizzato, l'iperemia post-esercizio, risulta attenuato. Inoltre sembrerebbe che il flusso sanguigno ai polpacci venga ridotto solo quando l'intensità dell'esercizio di handgrip supera il 50% della MCV o quando questo esercizio viene svolto a cedimento. Quindi, in sintesi: la riduzione del flusso sanguigno sembrerebbe dipendere non tanto dai muscoli coinvolti, ma dall'intensità stessa dell'esercizio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A proposito della seconda evidenza, non vi è venuta in mente una domanda? Niente? Meno male che gli autori di questo studio ci hanno pensato: l'esercizio può influenzare il flusso sanguigno ai muscoli respiratori? Sembrerebbe, sempre da uno studio citato, che durante un'attività intensa come un esercizio massimale al cicloergometro il flusso sanguigno alle gambe possa essere ridotto per supportare la respirazione esterna piuttosto che l’esercizio stesso con i possibili effetti dannosi che questo può provocare nella performance. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per la terza linea di evidenza viene sottolineato come i flussi sanguigni durante un esercizio combinato di braccia e gamba siano ridotti rispetto a quando quest’ultimi lavorano separatamente. Viene anche specificato che le braccia non sono perfuse, o irrorate, come le gambe. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Domanda: un esercizio combinato può influenzare il flusso sanguigno cerebrale? La risposta vi sorprenderà: dipende. Il flusso sanguigno cerebrale, con il relativo trasporto di ossigeno, sono compromessi quando la gittata cardiaca è limitata, come quando si usano speciali farmaci o per patologie cardiache, e questo viene riportato. Tuttavia sembrerebbe che durante un esercizio massimale l'ossigenazione cerebrale (misurata attraverso uno speciale strumento noto come “near infrared spectroscopy” o NIRS, italianizzato in spettroscopia nel vicino infrarosso), venga ridotta e che questo, ovvero la riduzione dell'ossigenazione cerebrale, potrebbe (ripeto potrebbe) suscitare un fenomeno noto come fatica centrale, caratterizzata da “incapacità psicologica a continuare o a ripetere lo sforzo” (Principi e Metodologie del Fitness. 2013, p. 109). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Infine, la quarta linea di evidenza tratta della regolazione della pressione arteriosa, che ricordo essere determinata sia dalla gittata cardiaca che dalla conduttanza vascolare. Quest’ultima “rappresenta la quantità relativa di costrizione o dilatazione esibita dalla vascolarizzazione arteriosa sistemica”. Viene sottolineata l'importanza, durante l'esercizio, del riflesso barocettivo, responsabile del controllo della pressione arteriosa. Infatti, quando quest'ultima aumenta, provoca l'attivazione dei barocettori, localizzati nelle arterie carotidi e dell'aorta, e, tramite neuroni sensoriali, l'informazione (o potenziale d'azione) raggiunge il centro di controllo cardiovascolare del bulbo e viene elaborata la risposta opportuna, ovvero abbassare la pressione arteriosa, diminuendo l'attività simpatica (ottenuta riducendo la resistenza periferica mediante la vasodilatazione) e aumentando quella parasimpatica. "La risposta riflessa barocettiva è abbastanza rapida: essa produce modifiche della gittata cardiaca e della resistenza periferica entro due battiti cardiaci dallo stimolo" (Fisiologia Umana. Un approccio integrato. 2010, p. 545). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In conclusione, gli autori affermano che "il flusso sanguigno durante un whole body exercise è subordinato al controllo della pressione sanguigna".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="line-height: 1; text-align: justify;"><p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia, serif;"><o:p> </o:p></span><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="525" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-5mikES8DipM/Xh5DrxGXx5I/AAAAAAAAP7s/KFAYfwhukLcU5NaBeClskuomC7eNMRL4ACK4BGAsYHg/w200-h200/Figure%2B4.jpg" width="200" /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia, serif;"></span></p>
<div style="text-align: justify;">dott.<b> Settimo Mangano</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Secondo Anno in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Università degli Studi di Palermo</div><p class="MsoNormal" style="line-height: 1; margin-bottom: 10pt;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 1; margin-bottom: 10pt;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 1; margin-bottom: 10pt;"><b>Bibliografia </b></p><br /><div style="text-align: justify;">- Paoli A., <a href="https://www.blogger.com/#">Neri</a> M., <a href="https://www.blogger.com/#">Bianco</a> A. Principi di metodologia del Fitness. 2013, Elika Edizioni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- Silverthorn D.U. Fisiologia Umana. Un approccio integrato. Quinta edizione, 2010. Pearson editore. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11688788/" target="_blank">1. Buckwalter J.B. and Clifford P.S. The paradox of sympathetic vasoconstriction in exercising skeletal muscle. Exercise and Sport Sciences Reviews. 2001, 29(4): 159-63. </a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12598947/" target="_blank">2. Kaufman M.P. and Hayes S.G. The exercise pressor reflex. Clinical Autonomic Research. 2002, 12(6): 429-39. </a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5007320/" target="_blank">3. Volianitis S. and Secher N.H. Cardiovascular control during whole body exercise. Journal of Applied Physiology. 2016, 121(2): 376-390.</a></div></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-85004806020198315202020-06-02T21:18:00.003+01:002020-06-02T21:28:01.005+01:00Dubbi amletici: in palestra carichi bassi o elevati ?<div style="text-align: justify;">Le attuali linee guida del Resistance Training (RT) professano che sono necessari carichi superiori al 70% della ripetizione massima (1RM) per massimizzare gli adattamenti nella forza e nell’ipertrofia muscolare. Quindi sarebbe quasi obbligatorio affermare che è opportuno utilizzare carichi tra 1-5RM per guadagni in termini di forza, invece per raggiungere risultati migliori per l’ipertrofia si devono utilizzare carichi tra 6-12RM. Queste raccomandazioni si pongono alla base del fatto che per reclutare la soglia più alta di unità motorie (motor units, MUs), responsabili per promuovere i massimi adattamenti di forza muscolare, sono necessari alti carichi; non dimenticando che quest’ultime seguono il “Principio della Dimensione”, il quale detta che le MUs più piccole vengono reclutate prima durante un dato movimento e successivo impiego delle MUs più grandi per la produzione di forza quando le richieste aumentano. Di conseguenza questa tesi è a supporto di ciò di cui si parlava precedentemente, ossia che per massimizzare gli adattamenti muscolari è consigliato l’utilizzo di carichi pesanti. Ma questo non esclude che allenamenti a basse intensità, con 30% dell’1RM, produrranno ugualmente risultati a patto che le serie siano eseguite ad esaurimento muscolare momentaneo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-16You1zBweY/XtarvgTKsfI/AAAAAAAAP90/QGJKI7o9gZ0aSMZYNJwIytfoyuKNeZMHACK4BGAsYHg/Scardina.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="345" data-original-width="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-16You1zBweY/XtarvgTKsfI/AAAAAAAAP90/QGJKI7o9gZ0aSMZYNJwIytfoyuKNeZMHACK4BGAsYHg/s320/Scardina.JPG" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Studi elettromiografici (EMG) hanno mostrato, in maniera costante, differenze irrisorie nelle ampiezze elettriche quando si prendono in esame allenamenti a bassa intensità di carico rispetto ad allenamenti ad alta intensità di carico (<50% 1RM vs. >70% 1RM) anche quando le serie sono protratte fino ad esaurimento. È importante sottolineare che il livello della misurazione dell’EMG non è necessariamente correlato agli incrementi di forza e ipertrofia nell’esercizio indotto nel lungo periodo e, perciò, le conclusioni devono essere temperate nel contesto di limitazioni come infiammazione, sincronizzazione di scarica delle MUs, velocità di propagazione e i potenziali d’azione intracellulare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una recente Review sistematica di Schoenfeld et al. ha cercato di mettere in chiaro, appunto, questi “dubbi amletici” che interessano qualsiasi persona si approcci al mondo della sala pesi. Gli studi presi in considerazioni dovevano rispettare determinate “limitazioni”:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- Una prova sperimentale che include sia allenamenti con carichi bassi (≤60% 1RM) e</div><div style="text-align: justify;">allenamenti con carichi alti (>60% 1RM);</div><div style="text-align: justify;">- Tutte le serie nel protocollo di allenamento devono essere eseguite ad esaurimento muscolare</div><div style="text-align: justify;">momentaneo;</div><div style="text-align: justify;">- L’utilizzo almeno di un metodo di stima di cambiamenti nella massa muscolare o nella forza</div><div style="text-align: justify;">dinamica, isometrica o isocinetica;</div><div style="text-align: justify;">- Protocollo di allenamento dalla durata minima di 6 settimane;</div><div style="text-align: justify;">- Lo studio deve coinvolgere partecipanti che non presentano condizioni patologiche o infortuni che possono peggiorare le loro capacità nell’allenamento.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-TTNDraRT3hM/Xtat5sTLNZI/AAAAAAAAP-g/6G0480w5Ntg-VVMH_Ne_Ka1VEmL1sMNuACK4BGAsYHg/Scardina%2B2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="347" data-original-width="580" src="https://1.bp.blogspot.com/-TTNDraRT3hM/Xtat5sTLNZI/AAAAAAAAP-g/6G0480w5Ntg-VVMH_Ne_Ka1VEmL1sMNuACK4BGAsYHg/s320/Scardina%2B2.JPG" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa meta-analisi, comprendente un totale di 21 studi, ha confermato che carichi pesanti hanno mostrato un chiaro beneficio nei guadagni di forza nell’1RM per la massima forza isotonica; questa supremazia dei carichi allenanti elevati è concorde con i Principi di Specificità, i quali dettano che più verranno utilizzati carichi vicino all’1RM, maggiore sarà il transfer verso l’incremento della forza muscolare. Nonostante ciò, sia carichi pesanti che leggeri hanno mostrato grandi incrementi nell’1RM (rispettivamente 1,69 e 1,32) traducendosi in una percentuale di guadagni media, rispettivamente, di 35,4% e 28,0%. Le nostre ricerche hanno indicato, tuttavia che, per raggiungere guadagni massimali nella forza isotonica, possono essere utilizzati carichi moderati. Le ricerche di questo paper si sono basate principalmente su soggetti non allenati dal momento che solamente 3 studi hanno investigato sulla forza isotonica anche tra soggetti aventi già esperienza nel RT. Per quanto riguarda la forza isometrica, sia carichi elevati che bassi hanno prodotto guadagni simili con differenze minime nella variazione percentuale media (rispettivamente 22,6% vs 20,5%). A prima vista ciò implica che se dovessero essere effettuati dei test su uno strumento neutro, è possibile ottenere ugualmente aumenti nella produzione di forza indipendentemente dal carico allenante utilizzato. Durante l’analisi degli studi, però, uno ne alterava i risultati finali, cioè lo studio di Van Roie et al., la quale rimozione ha confermato che vi è un probabile beneficio in favore dell’utilizzo di carichi più pesanti, sebbene vi sia una differenza minima.</div><div style="text-align: justify;">Per quanto riguarda la forza isocinetica vi sono dei pareri discordanti dati dalla presenza in</div><div style="text-align: justify;">letteratura di studi in contrasto tra loro, si parla dei seguenti studi:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- Aagaard et al. hanno trovato che gli allenamenti con carichi alti hanno portato incrementi nella</div><div style="text-align: justify;">forza isocinetica in giovani giocatori d’élite di calcio;</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- Van Roie et al. e Hisaeda et al., contrariamente, non hanno riportato differenze significative nella forza isocinetica sia tra adulti non allenati e giovani donne, anche se rimane da determinare se i livelli di attività fisica o specifici fattori di queste diverse popolazioni hanno contribuito a tale discrepanza.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I dati provenienti dalla misurazione diretta della dimensione muscolare indicano modifiche ipertrofiche simili tra condizioni di alto e basso carico con una percentuale media dei guadagni, nel promuovere la crescita muscolare, rispettivamente di 8,3% vs 7,0%. Intrigante, come ricerche emergenti mostrano un potenziale effetto fibra-specifico delle zone di carico, evidenziando come carichi più elevati portano ad un incremento della CSA (Cross-Sectional Area - Area della Sezione Trasversale) delle fibre muscolari di tipo II e invece con l’utilizzo di carichi bassi si ha un incremento delle fibre muscolari di tipo I. Questo porta ad un beneficio potenziale per l’allenamento attraverso un ampio raggio di ripetizioni nel momento in cui l’obiettivo è massimizzare gli adattamenti ipertrofici. Detto ciò, non tutti gli studi hanno trovato un tale effetto e pertanto vi è il bisogno di ulteriori ricerche per una pratica perfetta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">È doveroso notare che diversi studi hanno incluso nelle analisi variabili che potrebbero aver portato in garbuglio i risultati effettivi delle ricerche. Ad esempio, tra queste variabili possiamo trovare i tempi di recupero tra le serie dove nello studio di Fink et al. erano di 30s nel gruppo che utilizzava carichi moderati mentre nel gruppo che utilizzava carichi elevati era di 3 minuti. Invece, nello studio di Popov et al. il gruppo che utilizzava carichi bassi ha eseguito le ripetizioni senza riposo mentre quello con alti carichi riposava durante la fase isometrica dell’alzata che veniva via via presa in considerazione. Un’altra variabile importante presa in considerazione è stata la durata delle ripetizioni, nella quale in entrambi gli studi di Tanimoto et al. vi erano differenze tra le due condizioni, dove chi utilizzava carichi elevati lo faceva con un tempo di 3s-0s-3s (concentricaisometrica- eccentrica) contro 1s-1s-1s del gruppo che utilizzava carichi bassi. Tuttavia, non è stato possibile chiarire come tali variabili avrebbero potuto influenzare gli adattamenti dell’ipertrofia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Nella pratica?</b></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-7zczS7HV6KQ/Xtauu1TTv6I/AAAAAAAAP-8/mXZivDlyxQgafG3mSABzrTt47EdFGu_LwCK4BGAsYHg/Scardina%2B3.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="577" data-original-width="374" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-7zczS7HV6KQ/Xtauu1TTv6I/AAAAAAAAP-8/mXZivDlyxQgafG3mSABzrTt47EdFGu_LwCK4BGAsYHg/s320/Scardina%2B3.JPG" /></a>Le ricerche di questa review sistematica possono fornire specifiche guide riguardanti la prescrizione dei carichi allenanti per promuovere l’incremento di forza e ipertrofia muscolare. Per quanto riguarda lo sviluppo della forza muscolare è doveroso considerare sopratutto i bisogni dell’individuo; per questo chi pratica sport di forza, specialmente dove vengono eseguite alzate specifiche, allora l’allenamento con carichi elevati apporta dei vantaggi (Principio di Specificità). Bisogna considerare che allenamenti ad esaurimento con bassi carichi richiedono un volume di esercizi (lavoro) e tempo maggiore rispetto agli allenamenti a carichi elevati, suggerendo quindi che quest’ultimi potrebbero essere più efficienti nell’economicità del tempo. Dato il consistente incremento della forza isotonica e isometrica negli allenamenti a basso carico, con cambiamenti simili nell’ipertrofia comparandolo anche con allenamenti ad alto carico, c’è una grande flessibilità nella prescrizione dei carichi per promuovere la massa e la forza muscolare. Anche se in tutti gli studi inclusi in questa analisi è stato utilizzato come punto saldo l’esaurimento muscolare momentaneo, si deve considerare anche il contributo dell’esaurimento concentrico ai risultati osservati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ciò nonostante l’allenamento portato ad esaurimento potrebbe non essere migliore di un allenamento che non porta allo sfinimento muscolare, anche aumentando il volume allenante. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quindi infine i “Take Home Messages” da imprimere nella mente sono:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- Guadagni di forza, attraverso test sull’1RM, favoriscono l’utilizzo di carichi allenanti elevati a</div><div style="text-align: justify;">dispetto di allenamenti in cui vengono usati carichi leggeri;</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- Non vi sono state trovate differenze significantive nella forza isometrica in entrambe le condizioni;</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- Si raggiungono risultati simili di ipertrofia muscolare in ambedue le condizioni;</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le osservazioni finali di quest’analisi concludono che si ha il bisogno di ulteriori ricerche nella</div><div style="text-align: justify;">regolazione dello sforzo, della fatica e dell’esaurimento nella relazione tra i vari carichi allenanti e i</div><div style="text-align: justify;">correlati cambiamenti nella forza e nell’ipertrofia muscolare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="background-color: white; clear: both; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina%2B3.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; color: black; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><img border="0" data-original-height="398" data-original-width="277" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s200/Scardina%2B3.JPG" style="border: none; max-width: 100%; position: relative;" width="138" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina%2B3.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; color: black; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><br /></a></div><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;">A cura di </span><b style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;">Giuseppe Scardina</b><br style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;" /><br style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;" /><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;">Corso di Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive (L-22)</span><br style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;" /><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;">Università degli Studi di Palermo</span><br style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;" /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lettura consigliata:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://journals.lww.com/nsca-jscr/Abstract/2017/12000/Strength_and_Hypertrophy_Adaptations_Between_Low_.31.aspx">Strength and Hypertrophy Adaptations Between Low- vs. High-Load Resistance Training: A</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://journals.lww.com/nsca-jscr/Abstract/2017/12000/Strength_and_Hypertrophy_Adaptations_Between_Low_.31.aspx">Systematic Review and Meta-analysis. The Journal of Strength & Conditioning Research: December 2017 - Volume 31 - Issue 12 - p 3508-3523 doi: 10.1519/JSC.0000000000002200</a></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-20184527539514324432020-03-04T12:27:00.001+00:002020-03-05T10:39:03.860+00:00Come mai le persone rispondono in maniera diversa allo stesso allenamento? L'interessante studio di Dankel e Collaboratori<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-bPsK65LmkYI/XmDWXMjk6EI/AAAAAAAAP8k/K52iH3wkMKkObLhO4UOhtUHgyF1NBbWZACLcBGAsYHQ/s1600/personal-training.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1200" height="212" src="https://1.bp.blogspot.com/-bPsK65LmkYI/XmDWXMjk6EI/AAAAAAAAP8k/K52iH3wkMKkObLhO4UOhtUHgyF1NBbWZACLcBGAsYHQ/s320/personal-training.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.technogym.com/it/newsroom/quindici-anni-di-personal-training/" rel="nofollow" target="_blank">technogym.com</a></td></tr>
</tbody></table>
È opinione diffusa che se un gruppo di individui si sottopone allo stesso tipo di allenamento, alcuni <i>random error</i>".<br />
risponderanno all’esercizio meglio rispetto ad altri. Nonostante ciò, è importante chiedersi quale sarebbe l’entità di questa variabilità di risposta se gli individui in questione non dovessero sottoporsi ad alcun tipo di esercizio fisico. In altre parole, significa che per poter affermare che gli individui rispondono in maniera diversa allo stesso allenamento, è necessario trovare un metodo che permette di stabilire quanta di questa variabilità è attribuibile all’esercizio e quanta è semplicemente definita come ". Un sistema efficace per quantificare il random error in assenza di esercizio fisico è quello di esaminare il livello di variabilità presente in un gruppo di controllo che non si sottopone ad allenamento. Di conseguenza, valori di variabilità superiori a quelli quantificati con il gruppo di controllo saranno considerati attribuibili all’esercizio fisico. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://www.csep.ca/CMImages/APNM2019cover.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="206" data-original-width="160" src="https://www.csep.ca/CMImages/APNM2019cover.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.nrcresearchpress.com/journal/apnm">Applied Physiology, Nutrition, and Metabolism</a></td></tr>
</tbody></table>
L’obiettivo del presente studio (<a href="https://www.nrcresearchpress.com/doi/pdf/10.1139/apnm-2019-0470"><i>Assessing differential responders and mean changes in muscle size, strength, and the crossover effect to two distinct resistance training protocols</i>)</a> è quello di determinare se esiste una variabilità individuale in risposta a due diversi protocolli di allenamento contro resistenza, tenendo conto del random error quantificato grazie ad un gruppo di controllo. Hanno partecipato allo studio 158 soggetti (60M e 98F) di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Per prima cosa, i partecipanti sono stati sottoposti alle seguenti misurazioni: </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
1. Altezza e peso. </div>
<div style="text-align: justify;">
2. Spessore muscolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
3. 1RM. </div>
<div style="text-align: justify;">
4. Massima forza isocinetica. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Successivamente, i soggetti sono stati divisi in maniera casuale in 3 gruppi: 1) gruppo di controllo; 2) gruppo di allenamento tradizionale; 3) gruppo di allenamento 1RM. Entrambi i protocolli di allenamento riguardavano flessioni del gomito eseguite con un manubrio esclusivamente con un arto 8modello sperimentale di laboratorio). I due gruppi di allenamento hanno eseguito gli esercizi 3 volte a settimana per 6 settimane (18 sessioni totali). Il gruppo di allenamento tradizionale doveva eseguire 4 serie ad esaurimento, 8-12 ripetizioni per ciascuna serie ed un recupero di 90 secondi tra una serie e la successiva. Il gruppo di allenamento 1RM ha invece effettuato per ogni sessione 5 singole ripetizioni con un carico corrispondente al proprio 1RM. Novanta secondi di recupero tra le ripetizioni. Al termine del periodo di allenamento, i partecipanti dei 3 gruppi si sono sottoposti alle stesse misurazioni descritte in precedenza (tranne altezza e peso). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
I principali risultati dello studio sono i seguenti: </div>
<div style="text-align: justify;">
• Fatta eccezione per il cambiamento dell’1RM del braccio allenato del gruppo di esercizio tradizionale, nessun’altra variabilità si distingue dal random error. </div>
<div style="text-align: justify;">
• L’aumento della dimensione muscolare è presente solamente nel braccio allenato del gruppo di esercizio tradizionale. </div>
<div style="text-align: justify;">
• Nei due gruppi di allenamento c’è un incremento simile dell’1RM del braccio allenato. </div>
<div style="text-align: justify;">
• L’effetto cross-over della forza del braccio non allenato è presente solo nel gruppo di allenamento 1RM. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre l’importanza di quantificare il random error, questi risultati hanno dimostrato che: </div>
<div style="text-align: justify;">
1. Per l’ipertrofia muscolare è necessario un volume di allenamento adeguato. L’aumento della dimensione muscolare si è, infatti, verificato solo nel gruppo di allenamento tradizionale. </div>
<div style="text-align: justify;">
2. La forza muscolare non dipende esclusivamente dalla dimensione muscolare. L’incremento dell’1RM è infatti simile in entrambi i gruppi di allenamento. </div>
<div>
3. L’effetto cross-over è maggiore quando si sollevano carichi molto elevati. L’incremento della forza del braccio non allenato è stato infatti riscontrato soltanto nel gruppo di allenamento 1RM.<br />
<br />
<br />
Lettura Consigliata</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31553889">Dankel SJ, Bell ZW, Spitz RW, Wong V, Viana RB, Chatakondi RN, Buckner SL, Jessee MB, Mattocks KT, Mouser JG, Abe T, Loenneke JP. Assessing differential responders and mean changes in muscle size, strength, and the cross-over effect to two distinct resistance training protocols. Appl Physiol Nutr Metab. 2019 Sep 25. doi: 10.1139/apnm-2019-0470.</a></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; color: #444444; font-family: "pt sans", sans-serif; font-size: 16px; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-nbDZEWBKr6E/XazFvEFpOUI/AAAAAAAAP2U/PqKoIUVvHSYXEeTH3sAa7qVLhhbbWE6_ACLcBGAsYHQ/s1600/WhatsApp%2BImage%2B2019-10-18%2Bat%2B21.38.57.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; color: black; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><br class="Apple-interchange-newline" /><img border="0" data-original-height="1599" data-original-width="1600" height="199" src="https://1.bp.blogspot.com/-nbDZEWBKr6E/XazFvEFpOUI/AAAAAAAAP2U/PqKoIUVvHSYXEeTH3sAa7qVLhhbbWE6_ACLcBGAsYHQ/s200/WhatsApp%2BImage%2B2019-10-18%2Bat%2B21.38.57.jpeg" style="border: none; max-width: 100%; position: relative;" width="200" /></a></div>
<div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans", sans-serif; font-size: 16px;">
<br />
A cura di <b>Vincenzo Sammartano</b><br />
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: start;">
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie</span></div>
<div style="text-align: start;">
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">Preventive e Adattate e delle Attività Sportive - LM67</span></div>
<div style="text-align: start;">
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">Università degli Studi di Palermo</span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-61008508570931447592020-03-01T08:05:00.002+00:002020-03-01T08:21:33.828+00:00Stretching e Ipertrofia: nemici o amici?<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-iWky5VQsvsI/XltnVS3Iw_I/AAAAAAAAP8I/7_vA8i0ZEdM_Xwa7sFY6W4xP2DQ-zff3wCLcBGAsYHQ/s1600/Picture1.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1030" height="222" src="https://1.bp.blogspot.com/-iWky5VQsvsI/XltnVS3Iw_I/AAAAAAAAP8I/7_vA8i0ZEdM_Xwa7sFY6W4xP2DQ-zff3wCLcBGAsYHQ/s320/Picture1.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div class="MsoNormal">
<a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31984621" target="_blank"><span lang="it" style="font-family: "georgia" , serif; mso-ansi-language: #0010; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">Fig. 1. </span><span lang="it" style="font-family: "georgia" , serif; mso-ansi-language: #0010; mso-bidi-font-family: Calibri;">Nunes J.P. et al. (2020) </span></a><span lang="it" style="font-family: "georgia" , serif; mso-ansi-language: #0010; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Lo stretching è da sempre considerato utile per prevenire contratture e migliorare la flessibilità muscolare. Quest’ultimo effetto avviene ad opera di un meccanismo, proposto da Zollner et al. (2015), noto come sarcomerogenesi in serie. Ma oltre a questo, lo stretching può avere anche effetti ipertrofici? </div>
<div style="text-align: justify;">
L’articolo di Nunes J.P. et al. (2020) può aiutarci a trovare una risposta dal momento che revisiona le evidenze presenti in letteratura su come lo stretching sia capace di promuovere l’ipertrofia muscolare negli uomini (ci sono già studi che evidenziano tali effetti su animali e modelli in vitro, citati nello stesso articolo). </div>
<div style="text-align: justify;">
Tra i 10 studi presi in esame, solo 3 mostravano degli effetti positivi: 2 sulla lunghezza del fascicolo muscolare e 1 sullo spessore muscolare (vedi Fig. 1). </div>
<div style="text-align: justify;">
Di seguito una breve sintesi dei 3 articoli con protocolli annessi: </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://www.technogym.com/wpress/wp-content/uploads/2018/07/benefici-stretching-FB.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="420" data-original-width="800" height="210" src="https://www.technogym.com/wpress/wp-content/uploads/2018/07/benefici-stretching-FB.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.technogym.com/it/newsroom/stretching-benefici/">technogym.com</a></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<i>· L'articolo di Freitas et al. (2015) conclude che 3 sessioni di stretching (per il bicipite femorale al massimo ROM tollerato e della durata di ben 450s senza recupero (sì, avete letto bene) per un totale di 8 settimane miglioravano in maniera significativa la lunghezza del fascicolo muscolare e il ROM, senza influenzare però lo spessore muscolare. </i><br />
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="color: #444444;">· Lo studio di Mizuno T. (2019) conclude che 3 giorni a settimana di stretching (4x30s su una stretch board con 30s di recupero) per un totale di 8 settimane, oltre al ROM della caviglia, miglioravano in maniera significativa anche lo spessore muscolare del gastrocnemio mediale (+5,8%). </span></i><br />
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="color: #444444;">· Lo studio di Simpson et al. (2017) conclude che 5 giorni a settimana (x6 wk) di stretching per il gastrocnemio (3min su una leg press a 45°, preceduti da un riscaldamento con 3 minuti di salti "leggeri" e 15 flessioni plantari in piedi, in cui venivano caricati circa 7.2 ± 4.6 kg che corrispondevano al 20% della massima contrazione isometrica volontaria del soggetto e che venivano incrementati del 5% ogni settimana) miglioravano la lunghezza del fascicolo muscolare del gastrocnemio mediale già dopo 5 giorni di intervento e dopo 3 settimane migliorava anche il gastrocnemio laterale. </span></i><br />
<span style="color: #444444;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-DqQD0v-H_QA/Xltn9VW2opI/AAAAAAAAP8Q/5UCosM8uAOA1g0ooe3RtMAzicXszlradACLcBGAsYHQ/s1600/Picture2.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="770" data-original-width="664" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-DqQD0v-H_QA/Xltn9VW2opI/AAAAAAAAP8Q/5UCosM8uAOA1g0ooe3RtMAzicXszlradACLcBGAsYHQ/s400/Picture2.png" width="341" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span lang="it" style="font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt; line-height: 107%;"><a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30688865" target="_blank">Fig. 2 Evangelista et al. (2019)</a></span></td></tr>
</tbody></table>
Gli autori indicano come possibile meccanismo il diverso orientamento del mediale, che è più lineare nella sua inserzione con il tendine calcaneale, mentre il laterale risulta più obliquo. Lo spessore muscolare nella gamba allenata incrementava approssimativamente di 5,6% ed era significativamente più grande al 5° giorno, alla 3a settimana, alla 6a e alla prima settimana dopo la fine dell’allenamento rispetto al baseline. Bisogna aggiungere però che ogni sessione di stretching prevedeva l'ingestione di una miscela di acqua e proteine in polvere (0,25g per kg di peso corporeo) che potrebbero avere influenzato il parametro precedente. Gli autori concludono affermando che "[...] per indurre adattamenti muscolari con sessioni di stretching è necessario applicare il principio del sovraccarico per creare uno stimolo sufficiente per gli adattamenti nell'architettura muscolare".<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nell’articolo (2) viene anche citato uno studio presentato al NSCA 2014 Annual Meeting dove i risultati di un allenamento (4x8-12 flessioni plantari su una leg press intervallate da stretching interserie mantenendo il peso in dorsiflessione per 30s eseguite 2 v/wk per 5 wk) mostravano un grande effetto ipertrofico nel gruppo stretching interserie (23% vs 9%) rispetto al controllo. Un altro articolo simile è quello di Evangelista et al. (2019) che mira a valutare gli effetti di un allenamento di forza tradizionale o TST (vedi Fig. 2) confrontato con un TST con dello stretching interserie (ISS) sugli adattamenti di ipertrofia e forza in soggetti non-allenati. Entrambi i gruppi si allenavano 2 volte a settimane per un totale di 8. Il gruppo ISS effettuava uno stretching specifico di 30s, in base al gruppo muscolare allenato, durante i 90s di recupero tra le serie. Tramite gli ultrasuoni viene fuori che "solo lo spessore muscolare del vasto laterale e la sommatoria dei 4 spessori muscolari (bicipite, tricipite, retto femorale e vasto laterale) mostrava un tasso di cambiamento maggiore in favore del gruppo ISS rispetto all'altro". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>La domanda sorge spontanea: “<i>E quindi per diventare più grosso devo o non devo fare stretching?</i>”</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Con i dovuti limiti, la review (2) evidenzia che un intenso allenamento di stretching, specie se sotto carico o aggiungendolo tra le varie serie, potrebbe suscitare un effetto ipertrofico. Purtroppo le ricerche sull'argomento sono poche ed è necessario che ulteriori studi vengano effettuati per confermare o meno questi risultati. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="MsoNormal">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-5mikES8DipM/Xh5DrxGXx5I/AAAAAAAAP7o/-zmP_XPLtXYjm6kMQuDom7Ocvy-VbRNtgCLcBGAsYHQ/s1600/Figure%2B4.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="525" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-5mikES8DipM/Xh5DrxGXx5I/AAAAAAAAP7o/-zmP_XPLtXYjm6kMQuDom7Ocvy-VbRNtgCLcBGAsYHQ/s200/Figure%2B4.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: "georgia" , serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dott. <b>Settimo Mangano</b><br />
<br />
Secondo Anno in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate.<br />
<br />
Università degli Studi di Palermo</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: start;">
<br />
<br />
<br />
Bibliografia<br />
<div style="text-align: start;">
<span style="font-size: x-small;">1.</span><span style="font-size: x-small;"> </span><a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23049683" target="_blank"><span style="font-size: x-small;">Zollner M.A. et al. Stretching Skeletal Muscle: Chronic Muscle Lengthening through Sarcomerogenesis. Plos One. 2012, 7 (10): 1-10. </span></a></div>
<div style="text-align: start;">
<span style="font-size: x-small;">2. <a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31984621" target="_blank">Nunes J.P. et al. Does stretch training induce muscle hypertrophy in humans? A review of the literature. Clin Physiol Funct Imaging. 2020, 0(0): 1–9</a>.<br />3. <a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25486299" target="_blank">Freitas S.R. et al. Effect of 8-week high-intensity stretching training on biceps femoris architecture. J Strength Cond R. 2015, 29 (6): 1737-1740. </a><br />4.<a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29023326" target="_blank"> Mizuno T. Combined effects of static stretching and electrical stimulation on joint range of motion and muscle strength. J Strength Cond R. 2019, 33 (10): 2694-2703. </a><br />5. <a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28138986" target="_blank">Simpson C.L. et al. Stretch training induces unequal adaptation in muscle fascicles and thickness in medial and lateral gastrocnemii. Scand J Med Sci Sports. 2017, 27 :1597–1604.</a><br />6.<a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30688865" target="_blank"> Evangelista A.L. et al. Interset stretching vs. traditional strength training: effects on muscle strength and size in untrained individuals. The Journal of Strength and Conditioning Research. 2019, 0 (0): 1-8.</a></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-40108855031509916392020-01-14T22:43:00.001+00:002020-03-01T08:07:22.240+00:00Solo il nostro cervello può ricordare?<div style="text-align: justify;">
Sappiamo che il nostro cervello ha una memoria con sede nell'ippocampo e che possiamo ricordare (quasi) tutto quello che vogliamo, ma c’è qualcos'altro nel nostro corpo che può avere una memoria? E’ vero, anche il nostro sistema immunitario “ricorda” l’antigene che l’ha attaccato e memorizza come sconfiggerlo qualora si ripresentasse in futuro, ma in questa sede ci riferiamo ad una memoria capace di ricordare il nostro allenamento, una memoria muscolare. Si crede, infatti, che precedenti allenamenti possano facilitare la riacquisizione di massa muscolare e forza in seguito ad un periodo di inattività. </div>
<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-vv7IovUbV78/Xh5Ag2Lz3gI/AAAAAAAAP7M/cUna4TmO000pcYcO8-T6JFHM4-Cb4mVSACLcBGAsYHQ/s1600/Figura%2B1.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="810" height="272" src="https://1.bp.blogspot.com/-vv7IovUbV78/Xh5Ag2Lz3gI/AAAAAAAAP7M/cUna4TmO000pcYcO8-T6JFHM4-Cb4mVSACLcBGAsYHQ/s400/Figura%2B1.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://jeb.biologists.org/content/219/2/235" style="font-family: georgia, serif; font-size: 13.3333px;" target="_blank">Fig. 1. Modello proposto da Gundersen adattato da Bruusgaard et al. (2010)</a></td></tr>
</tbody></table>
Dal libro Principi e Metodologia del Fitness (p. 272) sappiamo che le cellule satelliti hanno un ruolo ben preciso nelle fibre muscolari: fornire nuovi nuclei al fine di mantenere il rapporto nucleo/citoplasma inalterato, in accordo con la teoria del dominio nucleare la quale afferma che un nucleo supporta un costante volume di citoplasma. Dunque se il citoplasma aumenta (come nell’ipertrofia), la cellula muscolare avrà bisogno di nuovi nuclei, mentre durante l'atrofia l'eccesso di nuclei verrà rimosso per apoptosi (1). Tuttavia (da uno studio in vivo su topi), sembrerebbe che i mionuclei non vengano perduti del tutto durante l’inattività/detraining; Gundersen (2016) ha proposto che proprio questo mantenimento di mionuclei sia alla base della memoria muscolare e quindi che l’ipertrofia, successiva al ri-allenamento, avvenga senza il reclutamento di altri mionuclei dato che si trovano già lì per via del precedente allenamento.<br />
<br />
Viene quindi suggerito un nuovo modello (Fig. 1):<br />
<br />
- Inizialmente le fibre non allenate sono piccole e con pochi nuclei;</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Attraverso l'allenamento, oltre a crescere di volume, aumentano il numero di mionuclei;</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Durante l’inattività, le fibre mantengono comunque elevato il numero di nuclei, ma perdono</div>
<div style="text-align: justify;">
proteine quindi il risultato sarà di nuovo fibre piccole, ma questa volta con più nuclei;</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Infine, se le fibre vengono ri-allenate saltano (almeno fino ad un certo limite) il reclutamento</div>
<div style="text-align: justify;">
di mionuclei.</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Okay, tutto molto interessante…E quindi? Calma, ora arriviamo al sodo. <br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sembrerebbe quindi che il muscolo non abbia una memoria muscolare. E se si trattasse di una epi-memoria? L’articolo (2) aveva lo scopo di determinare se un precedente allenamento di un arto (mem-leg) potesse portare ad un aumento della risposta ipertrofica rispetto all'arto controlaterale e se questo potesse trovare un corrispondente aumento dei mionuclei in 19 giovani. Il protocollo includeva due periodi di allenamento (T1 e T2, con variazioni d’intensità intra-settimanale e con l’utilizzo nelle ultime settimane di una metodica nota come BFRT o blood flow restricted training o Katsuu Training che doveva massimizzare ipertrofia e attivazione dei mionuclei) separati da un periodo di non-allenamento (DT). Tuttavia il numero di mionuclei non è stato influenzato dall'allenamento (ci sono state variazioni ma non significative, v. Fig 2), la forza migliorava quasi allo stesso modo dopo il T2 (anche se un incremento di circa il 10% di forza era presente nella mem-leg rispetto all'altra prima del T2) e lo spessore muscolare di entrambi gli arti mostrava incrementi simili dopo il T2. Gli autori concludono che “questa forma di memoria è probabilmente non correlata alle proprietà delle cellule muscolari, ma all'apprendimento motorio”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Seaborne et al. (2018), sottoponendo 8 maschi sani ad un protocollo di allenamento di 21 settimane con una fase di loading, unloading e reloading, hanno ipotizzato che uno stimolo ambientale come l'allenamento potesse portare ad alterazioni epigenetiche (cioè portare ad alterazione dell'espressione genica senza comportare modifiche strutturale del DNA) su geni specifici e che questi potessero rappresentare la memoria muscolare vera e propria/epi-memoria muscolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I risultati hanno identificato:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
· Un aumento di massa muscolare del 6,5% nel loading (da 19.47 ± 1.06 a 20.74 ± 1.11 kg),</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
· Una riduzione del 4,6% nel deloading (19.83 ± 1.06 kg),</div>
<div style="text-align: justify;">
· Un ulteriore aumento del 12,4% confrontato al baseline (21,85 ± 2.78 kg) portando quindi il reloading ad un aumento del 5,9% rispetto al loading; simile andamento per i livelli di forza.</div>
</div>
<div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-SraRI7V0_WQ/Xh5BXmmg1aI/AAAAAAAAP7U/EryBfjhuT7UVayQCdugveClPPuy2AwDHgCLcBGAsYHQ/s1600/Figura%2B2.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="260" data-original-width="415" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-SraRI7V0_WQ/Xh5BXmmg1aI/AAAAAAAAP7U/EryBfjhuT7UVayQCdugveClPPuy2AwDHgCLcBGAsYHQ/s320/Figura%2B2.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.physiology.org/doi/abs/10.1152/japplphysiol.00917.2018" target="_blank">Psilander et al 2019</a></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Inoltre, sono stati identificati ben 18.816 siti di DNA ipometilato (generalmente la riduzione della metilazione del DNA porta ad un aumento dell’espressione genica) in seguito al reloading rispetto al loading e unloading (9,153 vs 8,891 siti rispettivamente). Dei 4 gruppi genici (Fig 3), il gruppo A mostrava ipometilazione solo per il loading e il reloading, mentre il gruppo B manteneva l’ipometilazione in seguito a loading anche durante le altre fasi. In particolare è stato evidenziato che alcuni geni (GRIK2, TRAF1, BICC1 e STAG1), in seguito ad una singola sessione di allenamento con i pesi, erano ipometilati e che tale stato veniva mantenuto durante il loading e il reloading, mostrando un’aumentata espressione genica dopo quest'ultimo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il presente studio suggerisce che lo stato di ipometilazione di alcuni geni (in acuto con GRIK2, TRAF1, BICC1, STAG1 e in cronico con RPL35a, C12orf50, BICC1, ZFP2, HEG1, PLA2G16, SETD3) ottenuto con loading, venga mantenuto durante unloading dove la massa muscolare ritorna al baseline e che il reloading aumenta la frequenza di ipometilazione in associazione con il più grande incremento di massa muscolare registrato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per concludere, sembrerebbe che il muscolo non abbia una memoria come il cervello, ma piuttosto un’epi-memoria.</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Oz3v9tZNmiU/Xh5Cq9RjdtI/AAAAAAAAP7g/zIFC3D_ub3Y16aRCKeq28lDpcp7q_Uv1gCLcBGAsYHQ/s1600/Figure%2B3.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="632" data-original-width="630" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Oz3v9tZNmiU/Xh5Cq9RjdtI/AAAAAAAAP7g/zIFC3D_ub3Y16aRCKeq28lDpcp7q_Uv1gCLcBGAsYHQ/s320/Figure%2B3.JPG" width="318" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.nature.com/articles/s41598-018-20287-3" target="_blank">Robert A. Seaborne et al 2018</a></td></tr>
</tbody></table>
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Bibliografia</div>
<div style="text-align: justify;">
- Principi di metodologia del Fitness di <a href="https://www.ibs.it/libri/autori/Antonio%20Paoli">Antonio Paoli</a>, <a href="https://www.ibs.it/libri/autori/Marco%20Neri">Marco Neri</a>, <a href="https://www.ibs.it/libri/autori/Antonino%20Bianco">Antonino Bianco</a> (2013); Elika Edizioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Letture consigliate</div>
<div style="text-align: justify;">
1. Gundersen K. Muscle memory and a new cellular model for muscle atrophy and hypertrophy. Journal of Experimental Biology (2016) 219, 235-242 doi:10.1242/jeb.1244952. </div>
<div style="text-align: justify;">
2. Psilander N. Effects of training, detraining, and retraining on strength, hypertrophy, and myonuclear number in human skeletal muscle. <a href="https://www.physiology.org/journal/jappl">Journal of Applied Physiology</a> (2019) 126 (6) 1636-1645. doi: 10.1152/japplphysiol.00917.2018.</div>
<div style="text-align: justify;">
3. Seaborn A. R. Human Skeletal Muscle Possesses an Epigenetic Memory of Hypertrophy. <a href="https://www.nature.com/srep">Scientific Reports</a> (2018) 1898 (8) 1-17. doi: 10.1038/s41598-018-20287-3</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></div>
</div>
<div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-5mikES8DipM/Xh5DrxGXx5I/AAAAAAAAP7o/-zmP_XPLtXYjm6kMQuDom7Ocvy-VbRNtgCLcBGAsYHQ/s1600/Figure%2B4.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="525" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-5mikES8DipM/Xh5DrxGXx5I/AAAAAAAAP7o/-zmP_XPLtXYjm6kMQuDom7Ocvy-VbRNtgCLcBGAsYHQ/s200/Figure%2B4.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: "georgia" , serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dott. <b>Settimo Mangano</b><br />
<br />
Secondo Anno in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate.<br />
<br />
Università degli Studi di Palermo</div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "georgia" , serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "georgia" , serif;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]-->
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-73782654894311548722020-01-13T00:08:00.002+00:002020-01-13T00:19:55.665+00:00Focus sulla frequenza. Conviene allenarsi due, tre o quattro volte alla settimana ? <table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://www.elsetge.cat/myimg/f/34-340945_wallpaper-gym-disks-weight-bodybuilding-papeis-de-parede.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="800" height="125" src="https://www.elsetge.cat/myimg/f/34-340945_wallpaper-gym-disks-weight-bodybuilding-papeis-de-parede.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.elsetge.cat/myimg/f/34-340945_wallpaper-gym-disks-weight-bodybuilding-papeis-de-parede.jpg" target="_blank">Fonte Immagine</a></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La frequenza del numero di allenamenti a settimana, nell’allenamento contro resistenza (Resistance Training - RT) in sala pesi, dipende da parecchi fattori come: volume, intensità, selezione degli esercizi, livello di condizionamento, capacità di recupero e il numero di gruppi muscolari allenati in una singola sessione di allenamento. Numerosi studi hanno dimostrato che per soggetti neofiti una frequenza ottimale, in termini di guadagni di forza, è di 2-3 sessioni allenanti alternate tra di loro, ossia alternando i giorni in cui ci si allena con le giornate di riposo. Però possiamo notare come l’incremento della frequenza porti ad una maggiore specializzazione, cioè ad una scelta più vasta della selezione degli esercizi e di conseguenza ad un inevitabile incremento del volume. Un aspetto interessante è vedere come allenamenti eseguiti 3 volte a settimana, paragonati ad allenamenti eseguiti 2 volte a settimana, portino agli stessi guadagni di forza muscolare solamente se viene prescritto lo stesso volume di allenamento. Tuttavia, in principianti ed intermedi, sembra che non sia necessario cambiare la frequenza di allenamento per ogni gruppo muscolare ma si è osservato che la progressione del RT può dipendere principalmente dalle variabili descritte all’inizio dell’articolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le suddivisioni (split) delle unità di allenamento solitamente sono:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Singolo gruppo muscolare;</div>
<div style="text-align: justify;">
- Total Body (allenamenti globali del corpo);</div>
<div style="text-align: justify;">
- Upper/Lower Body (suddivisione in regione superiore/inferiore del corpo).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Specificatamente per soggetti intermedi viene raccomandata una frequenza di 3-4 giorni a settimana dove, ad esempio:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Se si utilizzano 3 giorni si possono suddividere gli allenamenti seguendo uno split total body;</div>
<div style="text-align: justify;">
- Se si utilizzano 4 giorni si possono suddividere gli allenamenti in modo tale da allenare ogni</div>
<div style="text-align: justify;">
grande gruppo muscolare 2 volte a settimana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-MiVYXG0XiNY/Xhuycs6OPkI/AAAAAAAAP7A/1g6_FdqkPZ4lKGYqN8s7UrjHaLOtWalOgCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="505" data-original-width="666" height="242" src="https://1.bp.blogspot.com/-MiVYXG0XiNY/Xhuycs6OPkI/AAAAAAAAP7A/1g6_FdqkPZ4lKGYqN8s7UrjHaLOtWalOgCLcBGAsYHQ/s320/Scardina.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Come ci si poteva aspettare il numero di allenamenti per soggetti con esperienza o atleti è maggiore e varia considerevolmente; infatti si è visto che i giocatori di calcio, allenandosi 4-5 volte a settimana, hanno raggiunto maggiori risultati rispetto ad altri giocatori che si allenavano o 3 o 6 volte a settimana. Anche in atleti avanzati che praticavano weightlifting e bodybuilding è stato riscontrata un’alta frequenza di allenamento - da 4 a 6 volte a settimana -. Questi ultimi hanno riportato guadagni di forza muscolare maggiori rispetto ai gruppi di controllo. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Nel corso della programmazione del professionista sono comuni routine da 2 sedute giornaliere, arrivando a totalizzare un numero che oscilla tra 8 e 12 sessioni RT a settimana; addirittura in weightlifters d’élite sono state registrate settimane di allenamento in cui sono state effettuate 18 sedute di allenamento con i pesi in sala. Lo sport ad alti livelli documenta, quindi, allenamenti ad alta frequenza formati da sessioni brevi, seguite da periodi di recupero, integrazione e assunzione di cibo in modo da permettere una performance sempre di livello più elevato e con una fatica molto ridotta. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Vi sono diversi studi a supporto di questa tesi come quelli effettuati da Häkkinen e Kallinen dove sono stati evidenziati maggiori incrementi di forza e di sezione traversa del muscolo (Cross-Sectional Area - CSA); in modo particolare quando il volume di allenamento veniva diviso in 2 sessioni al giorno rispetto agli allenamenti effettuati in una singola sessione giornaliera.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lettura Consigliata</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2009/03000/Progression_Models_in_Resistance_Training_for.26.aspx" rel="nofollow" target="_blank">Progression Models in Resistance Training for Healthy Adults</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div id="ej-journal-name" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #3b3030; font-family: "fira sans", sans-serif; font-size: 13px; padding-bottom: 0.1rem;">
<a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2009/03000/Progression_Models_in_Resistance_Training_for.26.aspx" rel="nofollow" target="_blank">Medicine & Science in Sports & Exercise: <span id="ej-journal-date-volume-issue-pg" style="box-sizing: inherit;"><span style="color: #867c9c;"><span style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; outline-color: initial; outline-style: initial;">March 2009 - Volume 41 - Issue 3 - p 687-708</span></span></span></a></div>
<div id="ej-journal-doi" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #3b3030; font-family: "fira sans", sans-serif; font-size: 13px; padding-bottom: 0.1rem;">
<a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2009/03000/Progression_Models_in_Resistance_Training_for.26.aspx" rel="nofollow" target="_blank">doi: 10.1249/MSS.0b013e3181915670</a></div>
<div id="ej-journal-doi" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #3b3030; font-family: "fira sans", sans-serif; font-size: 13px; padding-bottom: 0.1rem;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina%2B3.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="398" data-original-width="277" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s200/Scardina%2B3.JPG" width="138" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina%2B3.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
A cura di <b>Giuseppe Scardina</b><br />
<br />
Corso di Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive (L-22)<br />
Università degli Studi di Palermo<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-59432000390327812442019-12-27T16:22:00.001+00:002020-06-02T21:28:12.698+01:00La gestione del carico di lavoro in sala pesi<div style="text-align: justify;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-cKWH5MbqBtE/XgYtLGD6NeI/AAAAAAAAP6U/LIvRNriDJC0gvsn7AXbIBMLsh-9ZAbE3gCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="343" data-original-width="393" height="173" src="https://1.bp.blogspot.com/-cKWH5MbqBtE/XgYtLGD6NeI/AAAAAAAAP6U/LIvRNriDJC0gvsn7AXbIBMLsh-9ZAbE3gCLcBGAsYHQ/s200/Scardina.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: 12.8px;">Intensità del carico di lavoro</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: 12.8px;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-_ImiBjcfWKY/XgYtdwpSVYI/AAAAAAAAP6c/aD6e3FsK5KoYhGhlD5XrQZlZOKC2jvK4wCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina%2B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1205" data-original-width="1205" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-_ImiBjcfWKY/XgYtdwpSVYI/AAAAAAAAP6c/aD6e3FsK5KoYhGhlD5XrQZlZOKC2jvK4wCLcBGAsYHQ/s200/Scardina%2B2.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giuseppe Scardina - Panca Piana</td></tr>
</tbody></table>
Alterando il carico di allenamento vengono influenzate le risposte metaboliche, ormonali, neurali e cardiovascolari (in acuto) in risposta alle attività contro resistenza proposte (Allenamento con i Pesi; il cosiddetto "Resistance Training"). I soggetti poco allenati mostrano adattamenti (in primis l'aumento della forza muscolare) con carichi di lavoro relativamente bassi 45-50% dell’1 RM (RM= ripetizione massima/massimo carico di lavoro sostenibile) che posso essere sollevati per un numero di 15-25 ripetizioni. E' oramai evidente e comprovato che il carico di lavoro (mix perfetto di intensità,densità, frequenza e volume) deve aumentare man mano che si procede con la programmazione annuale. In soggetti esperti, infatti, è necessario almeno l’80% dell’1 RM per produrre ulteriori adattamenti neurali e di forza muscolare; va sottolineato, inoltre, che il parametro intensità non è l'unico ad essere soggetto a variazioni, ma seguono, di conseguenza, tutti gli opportuni aggiustamenti relativi alla densità, frequenza, volume e durata dello stimolo allenante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Numerose ricerche hanno dimostrato che il target 1-6 RM ad esaurimento (in modo particolare 5-6 RM) rappresenta lo stimolo anabolico massimale per la crescita muscolare in palestra. Lo stesso discorso può essere fatto sia per gli uomini che per le donne (nonostante gli studi sul genere femminile risultano, ad oggi, essere molto esigui). In passato, sono stati studiati numerosi protocolli (9-11RM; 20-28RM; 8-12RM; 3-5RM) e si è visto come le serie "basse" (gergo fitness che si riferisce ad una una serie compresa tra le 2 e le 6 ripetizioni, svolta al massimo delle capacità) si confermano le migliori per ottimizzare l'aumento di forza ed ottenere discreti aumenti di massa muscolare. La principale novità che l 'American College of Sport Medicine (ACSM) ha introdotto nel 2009 - tramite l'interessante position stand intitolato <a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2009/03000/Progression_Models_in_Resistance_Training_for.26.aspx" target="_blank">"Progression Models in Resistance Training for Healthy Adults"</a> - consiste nell'innovativa gestione del carico di allenamento in palestra. Il documento pone l'accento sulla necessità di variare sistematicamente il carico di allenamento e dosare l'intensità al 60% nelle fasi iniziali di allenamento in palestra e, progressivamente, fino a raggiungere l'80-85% nei mesocicli successivi. Le variazioni non devono mai superare il 15-20% rispetto ai carichi massimi o minimi adottati in precedenza. Per quanto concerne i soggetti allenati e i cultori della materia, inutile sottolineare il fatto che, ovviamente, i carichi di lavoro aumentano di conseguenza, sfiorando, spesso, il 100% della massima capacita neuromotoria e metabolica dell'individuo; ma in questo caso cambiano obiettivi, tecnica, motivazione e approccio alla sala pesi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lettura Consigliata</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2009/03000/Progression_Models_in_Resistance_Training_for.26.aspx" rel="nofollow" target="_blank">Progression Models in Resistance Training for Healthy Adults</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div id="ej-journal-name" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #3b3030; font-family: "Fira Sans", sans-serif; font-size: 13px; padding-bottom: 0.1rem; text-align: start;">
<a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2009/03000/Progression_Models_in_Resistance_Training_for.26.aspx" rel="nofollow" target="_blank">Medicine & Science in Sports & Exercise: <span id="ej-journal-date-volume-issue-pg" style="box-sizing: inherit;"><span style="color: #867c9c;"><span style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; outline-color: initial; outline-style: initial;">March 2009 - Volume 41 - Issue 3 - p 687-708</span></span></span></a></div>
<div id="ej-journal-doi" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #3b3030; font-family: "Fira Sans", sans-serif; font-size: 13px; padding-bottom: 0.1rem; text-align: start;">
<a href="https://journals.lww.com/acsm-msse/Fulltext/2009/03000/Progression_Models_in_Resistance_Training_for.26.aspx" rel="nofollow" target="_blank">doi: 10.1249/MSS.0b013e3181915670</a></div>
<div id="ej-journal-doi" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #3b3030; font-family: "Fira Sans", sans-serif; font-size: 13px; padding-bottom: 0.1rem; text-align: start;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina%2B3.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="398" data-original-width="277" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s200/Scardina%2B3.JPG" width="138" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-LInE8v3gL7U/XgYufPWlu8I/AAAAAAAAP6o/k_4uPDJ8vlQXJMF_UvUViNdJHNdSkG-wgCLcBGAsYHQ/s1600/Scardina%2B3.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
A cura di <b>Giuseppe Scardina</b><br />
<br />
Corso di Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive (L-22)<br />
Università degli Studi di Palermo.Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-8880642840692014612019-12-23T09:37:00.000+00:002019-12-29T09:35:25.844+00:00Il pasto pre-partita nel gioco del calcio<center>
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//</script>
</center>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<b style="text-align: justify;"><div style="text-align: left;">
<b>Le 8 regole da osservare</b>:</div>
</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><b><a href="http://3.bp.blogspot.com/-la2v12whJ-Y/UTSBRUOQDjI/AAAAAAAABlc/nvxW1WLA2ew/s1600/cristiano-ronaldo-rea-lmadrid.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://3.bp.blogspot.com/-la2v12whJ-Y/UTSBRUOQDjI/AAAAAAAABlc/nvxW1WLA2ew/s200/cristiano-ronaldo-rea-lmadrid.jpg" width="150" /></a></b></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Cristiano Ronaldo</b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
1. Non esiste alcun cibo che, consumato prima della partita, consente di giocare meglio. Esiste, invece, una maniera razionale di alimentarsi che aiuta a rendere meglio.</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
2. Nel pasto che precede la partita i cibi ricchi di amido (pasta, riso, pane, patate…) devono essere preferiti a tutti gli altri e possono essere abbondanti.</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
3. Nel pasto che precede la partita non è necessario, anzi è sconsigliabile, consumare cibi ricchi di proteine (carni di vari tipi, uova, formaggi…) e, soprattutto, ricchi di grassi (burro, margarina, oli di vari tipi…)</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
4. Va limitata la quantità di zuccheri semplici, ossia di alimenti e bevande ricche di normale zucchero da cucina.</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
5. Per far si che la digestione sia rapida, bisogna prestare attenzione all’abbinamento degli alimenti; è preferibile non mangiare la frutta a fine pasto, oppure non consumare due cibi proteici diversi (carne e formaggio, carne e uova, uova e formaggio, latte e uova…). Se si gioca la mattina va evitato il caffelatte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
6. Per favorire la digestione si può consumare un primo piatto abbondante preceduto o seguito da verdura cotta o cruda.</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://fcbarcelona-static-files.s3.amazonaws.com/fcbarcelona/photo/2018/12/18/f6774ea3-b402-4212-8a53-1d33ba071570/mini_2018-12-18-MESSI-BOTA-DE-ORO-153.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="800" height="125" src="https://fcbarcelona-static-files.s3.amazonaws.com/fcbarcelona/photo/2018/12/18/f6774ea3-b402-4212-8a53-1d33ba071570/mini_2018-12-18-MESSI-BOTA-DE-ORO-153.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Lionel Messi</b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
7. Se si prevede di giocare con condizioni ambientali che richiederanno una sudorazione abbondante (sole, temperatura e umidità elevate), non si devono consumare né vino né altri alcolici nelle 24 ore precedenti.</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
8. Sempre nel caso si preveda un’alta sudorazione, vale la pena bere due bicchieri di acqua (pura o meglio con sali minerali) appena prima di entrare in campo.</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
Alcuni esempi di menù pre-partita:</div>
<center>
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//</script>
</center>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-style: italic;">Partita la mattina</span></b></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
Non prendere il caffelatte (richiede tempi lunghi di digestione):</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- pane (o fette biscottate o biscotti secchi) con miele o marmellata (evitare il burro)</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- tè o caffè o latte.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-style: italic;">Partita nel primissimo pomeriggio</span></b></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
Prima colazione ad inizio mattinata e pranzo ridotto tre ore prima della partita:</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
A. - prima colazione nella prima mattinata (tè o caffè o latte con pane (o fette biscottate) con miele o marmellata;</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- pranzo (contenuto): pasta (o riso) con olio o pomodoro e basilico; un piatto di verdure;</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
B. - prima colazione abbondante a metà mattinata: tè o caffè con pane e miele o marmellata; uno yogurt; una fetta di crostata;</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- eventualmente: uno o due frutti oppure un panino con marmellata o miele due ore prima della partita.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<a href="file://localhost/Users/antonino/Library/Caches/TemporaryItems/msoclip/0/clip_image001.png" imageanchor="1" style="background-color: #0b5394; clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><b><span style="font-style: italic;">Partita a metà pomeriggio</span></b></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
Pranzo da consumarsi almeno tre ore prima dell’inizio del riscaldamento pre-partita:</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
A. - primo piatto: pasta o riso con olio extravergine o pomodoro e basilico</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- patate lesse con poco olio</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- eventualmente: poco prosciutto crudo o bresaola o piccola fettina di carne molto magra cotta senza grassi</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- eventualmente: una fetta di crostata di marmellata</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- un panino, acqua a volontà, un caffè;</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
B. - primo piatto abbondante (vedi sopra)</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- verdura mista (cotta o cruda) condita con poco olio</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- acqua a volontà, un caffè.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-style: italic;">Partita serale</span></b></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
È preferibile eliminare la cena e fare, oltre ad un pranzo ricco di carboidrati, una merenda nel pomeriggio, due ore prima dell’inizio del riscaldamento:</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
- merenda con tè, pane e miele, eventualmente una fetta di crostata; oppure frutta di stagione.</div>
</div>
<div style="text-align: right;">
<div style="text-align: center;">
<b></b><br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b></b><br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b></b><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<b>Dott. Angelo Cataldo</b><br />
<b></b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><a href="http://3.bp.blogspot.com/-OB8JW00PEFQ/VIw5UdnQXmI/AAAAAAAANO4/QK_oJCag79Q/s1600/Angelo%2BCataldo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: right;"><img border="0" height="200" src="https://3.bp.blogspot.com/-OB8JW00PEFQ/VIw5UdnQXmI/AAAAAAAANO4/QK_oJCag79Q/s1600/Angelo%2BCataldo.jpg" width="199" /></a></b></div>
<b>
</b>
<br />
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
Allenatore di Base FIGC</div>
<div style="text-align: right;">
Tecnico Istruttore FIDAL</div>
<div style="text-align: right;">
Preparatore Fisico Panormus Calcio</div>
<div style="text-align: right;">
Laureato in Scienze delle Attività Motorie e Sportive</div>
</div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<center>
</center>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: center;">
Tratto da: Enrico Arcelli – Calcio, Alimentazione e Integrazione.</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-26975412652702719592019-12-12T06:23:00.005+00:002020-03-05T09:54:31.732+00:00La frequenza cardiaca massima vs la formula 220 - età vs la formula di Tanaka (208-0,7*età). Alcuni dati interessanti dal Brasile<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><a href="http://www.scielo.br/pdf/abc/v91n5/en_a05v91n5.pdf" target="_blank"><img border="0" data-original-height="470" data-original-width="553" height="169" src="https://1.bp.blogspot.com/-ibJFdIqSJ5I/XfHcBqD-eaI/AAAAAAAAP5w/hNfTQZebY_Us06a-KOPwWSVpk4f0UmAnACLcBGAsYHQ/s200/Tanaka%2B2.JPG" width="200" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="http://www.scielo.br/pdf/abc/v91n5/en_a05v91n5.pdf" target="_blank">Taken from<br />Arq Bras Cardiol 2008; 91(5) : 285-288</a></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
L’utilizzo di equazioni predittive per la stima della frequenza cardiaca massima è un argomento molto<br />
discusso in letteratura. Alcuni studi mostrano una buona correlazione tra la frequenza cardiaca misurata e quella predetta, mentre in altri questa correlazione è molto debole.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’obiettivo del presente articolo è quello di comparare la frequenza cardiaca massima rilevata in soggetti di nazionalità brasiliana sedentari, con la frequenza cardiaca massima predetta attraverso le formule di Karvonen e Tanaka.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si tratta di uno studio retrospettivo e trasversale condotto al Centro de Medicina da Atividade Fisica e do Esporte (CEMAFE) dell’ Universidade Federal de Sao Paulo, Escola Paulista de Medicina. Tra i numerosi dati conservati negli archivi del CEMAFE, sono stati presi in considerazione 2047 valori di frequenza cardiaca (1091 M e 956 F). I soggetti esaminati dovevano essere nati in Brasile, condurre una vita sedentaria, avere un’età compresa tra i 12 e i 69 anni e un BMI ≤ 40.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ciascun partecipante è stato sottoposto ad un test massimale al treadmill, seguendo un protocollo sviluppato dal CEMAFE per i soggetti sedentari. Il test iniziava con 2 minuti a 1.8 mph e nessuna pendenza, seguiti da un incremento di 0.6 mph al minuto fino all’esaurimento. Se dopo 10 minuti il partecipante non aveva raggiunto il limite, la pendenza del treadmill veniva aumentata del 2.5% o del 5% ogni minuto. Il test si considerava concluso quando si verificavano i seguenti criteri: un plateau nel massimo consumo di ossigeno, un quoziente respiratorio ≥ 1.1 e lo sfinimento del soggetto. Per comparare la frequenza cardiaca massima misurata e quella predetta, sono stati utilizzati il t-test di Student e il coefficiente di correlazione di Pearson.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il t-test ha mostrato una differenza statisticamente significativa tra FCmax misurata e predetta. Sia l’equazione di Karvonen che quella di Tanaka hanno ottenuto una buona correlazione con la frequenza cardiaca massima rilevata (r=0.72).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-W9xqNUd-MSw/XfHcBhT306I/AAAAAAAAP5s/2wKUyL9AJ1Q4bWSHWz_xVnL33NfAZgnlwCLcBGAsYHQ/s1600/Tanaka%2B1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="323" data-original-width="1134" height="113" src="https://1.bp.blogspot.com/-W9xqNUd-MSw/XfHcBhT306I/AAAAAAAAP5s/2wKUyL9AJ1Q4bWSHWz_xVnL33NfAZgnlwCLcBGAsYHQ/s400/Tanaka%2B1.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="http://www.scielo.br/pdf/abc/v91n5/en_a05v91n5.pdf" target="_blank">Taken from<br />Arq Bras Cardiol 2008; 91(5) : 285-288</a></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Lettura Consigliata<br />
<div>
<a href="http://www.scielo.br/pdf/abc/v91n5/en_a05v91n5.pdf" target="_blank">Comparison of Maximal Heart Rate Using the Prediction EquationsProposed by Karvonen and Tanaka. Arq Bras Cardiol 2008; 91(5) : 285-288</a><br />
<br />
<br />
<div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-nbDZEWBKr6E/XazFvEFpOUI/AAAAAAAAP2U/PqKoIUVvHSYXEeTH3sAa7qVLhhbbWE6_ACLcBGAsYHQ/s1600/WhatsApp%2BImage%2B2019-10-18%2Bat%2B21.38.57.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; color: black; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><img border="0" data-original-height="1599" data-original-width="1600" height="199" src="https://1.bp.blogspot.com/-nbDZEWBKr6E/XazFvEFpOUI/AAAAAAAAP2U/PqKoIUVvHSYXEeTH3sAa7qVLhhbbWE6_ACLcBGAsYHQ/s200/WhatsApp%2BImage%2B2019-10-18%2Bat%2B21.38.57.jpeg" style="border: none; max-width: 100%; position: relative;" width="200" /></a></div>
<div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">
A cura di <b>Vincenzo Sammartano</b><br />
<b><br /></b></div>
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie</span><br />
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">Preventive e Adattate e delle Attività Sportive - LM67</span><br />
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">Università degli Studi di Palermo</span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-29602290552267171602019-12-10T00:03:00.000+00:002019-12-10T00:04:49.200+00:00L'interessante storia della formula predittiva 220-età per la determinazione della Frequenza Cardiaca Massima Teorica (FCmax).<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><a href="https://www.asep.org/asep/asep/Robergs2.pdf" target="_blank"><img border="0" data-original-height="355" data-original-width="439" height="258" src="https://1.bp.blogspot.com/-cMX3eC65_Q0/Xe7epQuobrI/AAAAAAAAP5c/-BETt6IdwXkDM6MfWBifW-kC_JeIiCrnwCLcBGAsYHQ/s320/FCmax%2BCooper.JPG" width="320" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.asep.org/asep/asep/Robergs2.pdf" target="_blank">Tratto da </a><a href="https://www.asep.org/">www.asep.org</a></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il presente articolo è stato realizzato per fornire informazioni riguardanti la storia dell’equazione predittiva per la frequenza cardiaca massima “<span style="color: red;"><b>FCmax = 220 - età</b></span>”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La frequenza cardiaca è un parametro cardiovascolare facilmente misurabile. La sua rilevazione viene regolarmente utilizzata per valutare la risposta del cuore all’esercizio e per prescrivere l’intensità dei vari allenamenti. Le ricerche degli ultimi 100 anni hanno dimostrato che la frequenza cardiaca ha un valore massimo che non può essere superato né con l’aumento dell’intensità dell’esercizio né tramite adattamenti indotti dall’allenamento. La misurazione della frequenza cardiaca massima non è però priva di errori e limiti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’indagine sulla storia della formula predittiva “FCmax=220-età” rivela che essa non è stata sviluppata da una ricerca originale. L’origine di tale equazione sembra essere il lavoro di Fox et al. Tuttavia, Fox non ha ottenuto tale equazione attraverso una ricerca apposita, il suo era infatti uno studio riguardante l’attività fisica e le malattie cardiache. In una sezione denominata “Intensità”, era presente un grafico contenente vari dati. Nella legenda della figura è specificato dagli autori che la formula 220-età (in anni) non rappresenta in maniera adeguata il declino della frequenza cardiaca massima con l’età. Rianalizzando i dati disponibili dal testo di Fox et al. e con una regressione lineare, è stata ricavata la seguente equazione: FCmax=215.4 – 0.9147 x età, regressione=0.51 e deviazione standard=21b/min.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lettura consigliata </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><a href="https://www.asep.org/asep/asep/Robergs2.pdf" target="_blank">ROBERT A. ROBERGS AND ROBERTO LANDWEHR </a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><a href="https://www.asep.org/asep/asep/Robergs2.pdf" target="_blank">THE SURPRISING HISTORY OF THE “HRmax=220-age” EQUATION</a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-nbDZEWBKr6E/XazFvEFpOUI/AAAAAAAAP2U/PqKoIUVvHSYXEeTH3sAa7qVLhhbbWE6_ACLcBGAsYHQ/s1600/WhatsApp%2BImage%2B2019-10-18%2Bat%2B21.38.57.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; color: black; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-decoration-line: none;"><img border="0" data-original-height="1599" data-original-width="1600" height="199" src="https://1.bp.blogspot.com/-nbDZEWBKr6E/XazFvEFpOUI/AAAAAAAAP2U/PqKoIUVvHSYXEeTH3sAa7qVLhhbbWE6_ACLcBGAsYHQ/s200/WhatsApp%2BImage%2B2019-10-18%2Bat%2B21.38.57.jpeg" style="border: none; max-width: 100%; position: relative;" width="200" /></a></div>
<div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "PT Sans", sans-serif; font-size: 16px;">
A cura di <b>Vincenzo Sammartano</b><br />
<b><br /></b></div>
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px;">Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie</span><br />
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px;">Preventive e Adattate e delle Attività Sportive - LM67</span><br />
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: "pt sans" , sans-serif; font-size: 16px;">Università degli Studi di Palermo</span></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-75660177506558428012019-11-06T17:09:00.000+00:002019-12-27T16:40:46.812+00:00Un concetto innovativo di stationary bike in palestra <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
Occorre spazio e fantasia per stravolgere il corner cardio e portare in sala un pizzico di novità. <img alt="https://drive.google.com/uc?export=view&id=1fxK_3v-P3IF2iEzfEu8OARhINNktRzS7" height="320" src="https://drive.google.com/uc?export=view&id=1fxK_3v-P3IF2iEzfEu8OARhINNktRzS7" style="max-height: 80%; max-width: 80%;" width="238" /></div>
<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-42312819590042319222019-11-02T07:09:00.000+00:002019-11-03T14:36:36.434+00:00Ipertrofia muscolare mediata dalle cellule satelliti. Qual è l’allenamento migliore?<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Perché i muscoli aumentano di tono dopo un buon programma di allenamento professionalmente strutturato? Perché il petto gonfia, le spalle si allargano, i glutei si alzano e le braccia diventano sagomate? E soprattutto qual è la causa di quel dolore ai muscoli il giorno dopo? E perché “guariamo” miracolosamente dopo un paio di giorni? Ovviamente non parleremo di acido lattico, ormai questo mito è sfatato da anni. Per chi è fresco di fitness, tranquilli, non è l’acido lattico che si accumula per giorni. La risposta a tutte queste domande è da ricercare nelle cellule satelliti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le cellule satelliti (CS) sono le più abbondanti cellule staminali del muscolo scheletrico. Esse sono ampiamente riconosciute per il loro contributo al mantenimento della massa muscolare, la rigenerazione e l'ipertrofia durante la durata della vita umana. Queste cellule sono delle ottime candidate per la terapia cellulare grazie alla loro capacità di auto-rinnovamento e alla loro multi-capacità di differenziazione. Le ritroviamo in abbondanza tra la lamina basale delle miofibre e la membrana plasmatica (Fig 1). Esse svolgono un ruolo importante nell’ipertrofia e nella rigenerazione muscolare dove intervengono mediante l'aggiunta dei nuclei delle CS alle fibre muscolari esistenti. La popolazione delle CS inoltre detiene una grande riserva nucleare tale da consentire la rigenerazione muscolare; tuttavia, la loro mitosi è solitamente quiescente. In questo periodo, la letteratura scientifica ci suggerisce che sia stimoli fisiologici sia patologici, influenzano potenzialmente l’attivazione delle CS, la proliferazione e la differenziazione. L'attivazione di tali cellule avviene a seguito dell'esercizio fisico. Com’è noto dopo l’allenamento si creano delle micro-lesioni al livello delle fibre muscolari scheletriche. </div>
<div style="text-align: justify;">
Secondo la ricerca del Professor Behzad Bazgir et Al. qui descritta, <b>diverse modalità di allenamento determinano effetti diversi.</b> Quest’articolo tenterà di descrivere l’impiego delle CS da parte dell’organismo nella rigenerazione muscolare e nell’ipertrofia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta attivato il processo, le CS si auto-rinnovano per fornire una popolazione di cellule indifferenziate e dormienti pronte a ripartire nel caso di un successivo danno cellulare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://image.jimcdn.com/app/cms/image/transf/none/path/sa6797b94ceba16ac/image/ifc189431b6171ca7/version/1443093331/image.jpg"><img border="0" height="197" src="https://image.jimcdn.com/app/cms/image/transf/none/path/sa6797b94ceba16ac/image/ifc189431b6171ca7/version/1443093331/image.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Fig. 1 https://musolino.jimdo.com/neverpressed/science/come-cresce-un-muscolo</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Come vengono attivate le cellule satellite?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando un muscolo scheletrico è sottoposto a stress (allenamento) o leso per un trauma, le CS escono dal loro stato di quiescenza e si attivano. In seguito proliferano, si differenziano e si fondono in miofibre preesistenti creando nuovi mionuclei o se in eccesso tornare allo stato basale di quiescenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
Esistono poche informazioni sul meccanismo molecolare che sta alla base del suddetto processo. Per motivi di spazio, limitiamoci a scrivere che il tutto è regolato da una famiglia di proteine chiamate miogeniche (MRFs, Myf-5, MyoD) che ne controllano l’attivazione, la progressione e fungono da feedback come marcatori terminali (Fig 2).<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5086326/bin/Cell-J-18-473-g01.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="251" src="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5086326/bin/Cell-J-18-473-g01.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Fig. 2 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5086326/bin/Cell-J-18-473-g01.jpg</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">Le CS in risposta a diversi tipi di stimoli o sotto il controllo di MRF possono essere attivate, possono proliferare, essere differenziate e infine partecipare alla rigenerazione muscolare. In assenza di MRF, tuttavia, diverse fasi del ciclo di vita delle CS possono essere bloccate o inibite.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Quando si attivano le cellule satellite? </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Le CS sono mitoticamente quiescenti e il loro stato è alterato in risposta ad una varietà di stimoli fisiologici e patologici come la denervazione, l’invecchiamento, la sarcopenia, le ustioni, la vasocostrizione prolungata in caso d’ipotermia e, ultimo ma non per ultimo, l’esercizio fisico. Dall’altra parte, condizioni patologiche come distrofia muscolare di Duchenne ed esposizione alle radiazioni possono incidere sulla quiescenza delle CS, sul loro numero, sull'attivazione e sullo stato di differenziazione attraverso molteplici vie di segnalazione. I fattori regolatori del loro comportamento includono elementi presenti nel loro microambiente circostante che racchiude gli elementi strutturali, quali le miofibre, i fattori secreti dalle cellule interstiziali, la micro vascolarizzazione, le giunzioni neuromuscolari, le cellule immunitarie e fattori sistemici quali insulin-like, l’ossido nitrico (NO), il fattore di crescita-1 (IGF-I) e il fattore di crescita degli epatociti (HGF), quest'ultimo è stato recentemente associato a un ruolo scatenante l’attivazione delle CS. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ma cos’è l’ipertrofia e come sono coinvolte le cellule satelliti in questo processo?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La fisiologia ci suggerisce che le CS oltre alla genesi di fibre muscolari scheletriche stimolano l’ipertrofia muscolare, ossia un aumento delle dimensioni delle fibre muscolari scheletriche, che si verifica durante l'allenamento ed è un processo complesso e interessante attraverso diversi siti e fattori stimolatori/inibitori al livello delle giunzioni neuromuscolari. Secondo la teoria, un aumento del muscolo scheletrico si verifica solo in concomitanza di un incremento sostanziale della sezione trasversale delle miofibre. La teoria del dominio nucleare afferma che questo complemento cellulare si verifica nei primi anni di crescita giovanile attraverso un espansione, per l'appunto, del "dominio cellulare". Questa teoria implica che alterazioni nel numero dei mionuclei avvengono attraverso almeno due meccanismi: </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1) l'aggiunta di mionuclei, ad opera delle CS, durante l’ipertrofia</div>
<div style="text-align: justify;">
2) da un declino di mionuclei durante l'apoptosi (morte cellulare programmata) e/o necrosi durante l’atrofia delle fibre muscolari. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia gli studi hanno rilevato che l’intervento delle CS avviene sia nei giovani sia nei soggetti anziani sottoposti ad allenamento. È interessante notare inoltre che questa risposta è dipendente dal genere. L’allenamento contro resistenza (RT) sembra dare risultati scientificamente significanti di stimolo-risposta ipertrofica CS-indotta solo nei soggetti volontari maschi.</div>
<div style="text-align: justify;">
È scientificamente rilevante il ruolo della miostatina e dei mioblasti, come due dei più potenziali fattori di crescita inibitori d’ipertrofia muscolare. La miostatina sopprime MyoD e aumenta la capacità di auto-rinnovamento delle CS mantenendole in stato quiescente. Anche se l'inibizione della miostatina induce ipertrofia muscolare, questo processo sembra essere CS-indipendente. Essendo l’ipertrofia muscolare e il rimodellamento processi complicati, ulteriori studi in corso d’opera, stanno spostando l’attenzione sul ruolo relativo per tutta la durata della vita sia in stati fisiologici (sesso, giovinezza, invecchiamento e RT) sia in condizioni patologiche come la sindrome di Duchene (distrofia muscolare). Il processo di rigenerazione muscolare è costituito da tre fasi: lisi, riparazione e rimodellamento. Ogni fase è controllata da molteplici fattori regolatori autocrini. Tuttavia, le CS sembrano svolgere un essenziale ruolo nel processo di rigenerazione muscolare, soprattutto nelle ultime due fasi di riparazione e rimodellamento. La ricerca è limitata a causa di considerazioni etiche e difficoltà nell'ottenere CS sufficienti per innesti in soggetti distrofici e nel reclutare volontari per l’espianto e il trapianto di CS. Inoltre l’ingegneria e la tecnologia medica attuale rende impossibile l’espianto di Queste cellule in soggetti viventi. La letteratura attualmente si basa su studi in vitro e/o su topi da laboratorio. Ed è proprio secondo la ricerca di Collins et al., che i risultati sul trapianto di CS provenienti da topi sani su tessuto muscolare scheletrico di topi con distrofia muscolare sembrano evidenziare una rigenerazione del pool di SC e un aumento della rigenerazione della fibra muscolare. La ricerca però evidenzia anche che il tessuto muscolare scheletrico dei roditori e degli uomini, presenta sostanziali differenze. Primo perché è diversa la quantità di CS presenti tra uomo e topo, secondo perché la capacità di rigenerazione del muscolo di topo sembra essere indipendente dalla loro ubicazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
La compatibilità uomo/roditore invece sembra trovare riscontro tra i vari attivatori che possono influenzare il ciclo di vita delle CS e la loro capacità di partecipare alla rigenerazione muscolare come i fattori di crescita, quali IGF-1, il fattore inibitorio della leucemia (LIF),l’HGF e il fattore di crescita endogeno dei mioblasti (FGF) che induce rigenerazione dei mioblasti negli esseri umani e nei topi. Tuttavia, isoforme diverse dei fattori di crescita hanno differenti effetti in contrasto con IGF-1 e IGF-6 che hanno un effetto di soppressione sulla rigenerazione muscolare indotta delle CS. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Allenamento e attivazione delle cellule satellite </b></div>
<div style="text-align: justify;">
È stato chiaramente dimostrato che l'attività muscolare aumenta la proliferazione delle CS, mentre l'inattività muscolare ne diminuisce la proliferazione. L'esercizio fisico può essere facilmente intrapreso da chiunque e suoi parametri manipolati (frequenza, intensità, durata, volume e tipo/modalità di esercizio) quindi questo può essere un non-farmaco naturale rigenerativo. Anche se è giusto ricordare che l'esercizio fisico, inteso come stress fisiologico, potrebbe potenzialmente esercitare effetti modulatori durante le diverse fasi del ciclo di vita delle CS. Come si vede nella Tabella 1, differenti allenamenti possono modulare l'attivazione delle CS in vari modi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia, resta ancora complicata la determinazione del volume esatto, la durata e la soglia di esercizio fisico per l'attivazione ottimale delle CS in soggetti diversi con diversi livelli d’idoneità fisica, età e sesso. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-opY91Z_cQVs/WSErt0iUGOI/AAAAAAAAOuM/Jz4GxBJuAfIjNZen0iMXYHrHZsMH0Ze7wCLcB/s1600/Immagine1.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="321" src="https://3.bp.blogspot.com/-opY91Z_cQVs/WSErt0iUGOI/AAAAAAAAOuM/Jz4GxBJuAfIjNZen0iMXYHrHZsMH0Ze7wCLcB/s400/Immagine1.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b>Cellule satellite e allenamento di endurance</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Le CS si attivano, come ampiamente detto finora, come risposta a eventi quali le micro-lesioni che seguono l’esercizio fisico. Variazioni nel contenuto e nell'attività delle CS dopo l'allenamento di endurance possono essere attribuite a differenze d’intensità, durata e frequenza dell'esercizio somministrato e/o in parte ai muscoli interessati. Il tempo e l'intensità dell’allenamento sono importanti fattori che contribuiscono l’attivazione delle CS. Un incremento nel contenuto cellulare è stato segnalato tra i 40 e i 155 minuti di allenamento a moderata/alta intensità, mentre negli allenamenti a bassa intensità non è stato rilevato alcun cambiamento anche dopo oltre i 40 minuti. Questa scoperta ha comportato che l'intensità dell'esercizio è un fattore importante nell’attivazione delle CS e supporta un impegno nella rigenerazione muscolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Varie sono le conclusioni di questi studi. In generale occorre sapere che un aumento nel contenuto di CS dipende dall'intensità piuttosto che dalla durata poiché i vari gruppi muscolari reagiscono in modo diverso anche nello stesso programma di allenamento. Il contenuto delle CS nei topi da laboratorio non aumentava se non dopo una settimana di allenamento su un tapis roulant per 30 minuti al giorno. I risultati diventano significativi dopo 2-4 giorni di attività sul tapis roulant. </div>
<div style="text-align: justify;">
Altre ricerche chiariscono però che alcuni studi si sono basati sul muscolo soleo (noto per essere principalmente un muscolo lento che possiede livelli di CS maggiori a riposo ed è meno sensibile alla stimolazione rispetto ai muscoli veloci mentre altri sul muscolo tibiale anteriore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Com’è noto, le fibre di tipo I hanno più CS rispetto a quelle di tipo II e quindi un minore potenziale adattivo. Infine, sembra giocare un ruolo decisivo il tipo di contrazione muscolare che può modulare la risposta delle CS. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si è registrato un aumento del numero di CS 72 ore dopo aver somministrato ai roditori 90 minuti di tapis roulant con inclinazione in eccentrica di -13.5°. </div>
<div style="text-align: justify;">
In uno studio di Eksteen, in cui dei corridori ben allenati, completando 10 sessioni ad elevata intensità in un protocollo di 4 settimane in discesa (-6˚) e in salita (+ 15˚), si evidenzia una risposta nella proliferazione delle CS nel muscolo vasto laterale segnata da un aumento CD56 (138%) e M-caderina (123%). In tale studio sia in salita sia in discesa l’aumento di miogenina è stato significativamente rilevante, interpretato in percentuale, da un notevole 56% (in salita) e 60% (in discesa).</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Risposta delle cellule satellite tra allenamento contro resistenza (macchine e pesi liberi) e stimolazione elettrica</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Il metodo migliore e più rapido per osservare una risposta delle CS in un programma RT a breve termine è il metodo in eccentrica (ECC-RT) su muscoli superficiali e accessibili testati con un semplice Hand grip isocinetico. Un confronto tra ECC-RT e stimolazione elettrica in 8 soggetti giovani ha dimostrato che la stimolazione elettrica ha determinato un elevato aumento della miogenina 24 ore dopo l'allenamento. Tuttavia, lo studio ha mostrato incrementi simili di CD56 e Pax7 a 24, 96, e 192 ore dopo il semplice allenamento ECC-RT. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche qui appare chiaro che l’intensità sembra giocare un ruolo chiave nel modificare positivamente e negativamente la risposta delle CS verso l'RT. Ci sono ampi risultati a sostegno dell'efficacia di un allenamento a intensità moderata/elevata, anche con uso d’integratori per lo sport. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quello che al momento sembra rimanere ignoto è la determinazione di una soglia minima d’intensità necessaria per l'attivazione delle cs, anche se alcune prove hanno dimostrato che, anche a bassa intensità, l’RT potrebbe stimolare l’attivazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Recentemente si è anche studiato come a bassa intensità [20-30% di una ripetizione massima (1 RM)] la stenosi muscolare (BFR) stimoli positivamente marcatori come (CD56, PAX7, MyoD). Quello che appare certo al momento è che allenamenti strutturati a lungo termine inducano effetti diversi ma pur sempre positivi sia sulla struttura sia sulla funzione muscolare.</div>
<b><br />
Allenamento contro resistenza e integratori per lo sport </b><br />
<div style="text-align: justify;">
Un certo numero di studi pubblicati mostrano gli effetti dell’allenamento a lungo termine con uso d’integratori sulle CS. Alcuni sostengono che con 6-20 settimane di allenamento e uso d’integratori, aumenti sia il numero di CS sia l’attivazione (Tabella 1). La Durata dell’RT somministrato variava all'origine dello studio da 30 a 64 sedute a intensità moderata/elevata (60-80% 1 RM). Bellamy et al. in particolare indagano sugli effetti delle proteine del siero del latte in un programma RT total body di16 Settimane (64 sessioni) ad alta Intensità (75-80% 1 RM). I risultati pubblicati hanno evidenziato che il protocollo di allenamento ha indotto un aumento del 47% di CS nel post training.</div>
<b><br />
Allenamento di endurance (ET) VS allenamento di contro resistenza (RT)</b><br />
<div style="text-align: justify;">
Pochi studi comparativi hanno evidenziato la risposta delle CS a lungo termine tra RT ed ET. Vi sono risultati che testimoniano un incremento simile sia nei muscoli deltoidi sia nel vasto laterale dopo 14 settimane di RT (7 w) e di ET (7 w) negli stessi soggetti. Anche se a causa delle diverse composizioni del tipo di fibra muscolare, il confronto è stato poco razionale. Anche qui l'intensità gioca un ruolo principale. Confrontando gli effetti di tre intensità di RT (al 90% 1 RM a cedimento, al 30% 1 RM a cedimento e il 30% con il 90% 1 RM) si evidenzia che le percentuali di CS aumentano in tutti e tre i gruppi, considerando però che aumenti di MyoD e miogenina si riscontrano solo nel gruppo al 30% 1RM a cedimento. Gli autori hanno suggerito che la bassa intensità e l’alto volume nell’RT sono tra i più potenti stimoli anabolizzanti a discapito dei sostenitori dell’alta intensità a basso volume. Questi risultati hanno suggerito che esiste realmente un volume di allenamento ottimale e come tale, la fatica è uno stimolo significativo per l'attivazione, la proliferazione e la differenziazione delle CS. Da notare, inoltre che la simultanea stimolazione di RT ed ET aumenta significativamente il numero di CS con conseguente aumento della massa muscolare e dei mionuclei. Tuttavia, l’esercizio di endurance da solo potrebbe non aumentare il contenuto di CS, né in numero dei mionuclei e delle miofibre né nei processi di attivazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo concetto è importante nella prescrizione dell’esercizio fisico per i pazienti anziani che soffrono di debolezza muscolare (vale a dire, l'invecchiamento, la sarcopenia e le altre condizioni patologiche), dove la crescita della massa muscolare e la ripresa funzionale del muscolo hanno una priorità speciale.</div>
<br />
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<b>Tutte le fibre muscolari reagiscono allo stesso modo?</b><br />
<div style="text-align: justify;">
Sembra che le differenti miofibre diano risposte differenti sull’attivazione delle CS. Sebbene alcune evidenze dimostrano che miofibre di tipo I e II abbiano lo stesso contenuto di CS, numerosi studi rivelano che le fibre di tipo I possiedono un numero maggiore di CS latenti sia nei roditori sia nell'uomo. Mentre le fibre di tipo II hanno un’attività aumentata di CS. Questo processo sembra ragionevole poiché le fibre di tipo II danno un maggiore contributo alla massa muscolare (ipertrofia) e quindi una capacità di risposta superiore all’RT. Tuttavia, questa ipotesi ha bisogno di un chiarimento futuro. </div>
<div style="text-align: justify;">
In conclusione possiamo affermare che i meccanismi di allenamento che inducono un’attivazione delle CS non sono completamente identificati. Tuttavia, quello che è chiaro, è che l'esercizio induce micro-lesioni, usura e lacerazione del tessuto muscolare scheletrico, dove le risposte infiammatorie compensative portano all'attivazione delle CS. Tuttavia, dati recenti hanno mostrato che non c’è attivazione di CS dopo un allenamento a bassa intensità poiché il danneggiamento cellulare non è significativamente importante, mentre allenamenti di potenza, possono alterare regolatori autocrini, endo e para (Fig.2) e come, è già ben noto, l'esercizio fisico aumenti i livelli sistemici di CS che controllano le citochine, gli ormoni endocrini e i fattori di crescita. </div>
<div style="text-align: justify;">
Infine, diversi tipi di allenamento (in particolare le contrazioni eccentriche) possono imporre sollecitazioni meccaniche e danni al sarcolemma. L’esercizio fisico può influenzare regolatori negativi delle CS, compresi miostatina e fattore di crescita trasformante beta (TGF-β). L’esercizio fisico è altresì indicato per fermare effetti inibitori della miostatina sulle CS. L’incremento dell’attività delle CS è registrato anche dopo programmi a breve termine, ma aumenta in numero esponenziale solo dopo aver seguito programmi a lungo termine di RT ed ET. Sono però necessarie nuove ricerche per chiarire l'esatto ruolo distintivo e interattivo tra allenamento e fattori normativi delle CS al fine di evidenziare i meccanismi coinvolti nell'adattamento muscolare per condizioni patologiche quali per esempio la distrofia muscolare. Riassumendo quindi, ricordiamo che: le CS sono le più importanti cellule staminali presenti nel muscolo scheletrico. Esse diminuiscono con l’invecchiamento, la sarcopenia e le malattie neuromuscolari come la distrofia muscolare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Al contrario, stimoli fisiologici come RT ed ET inducono micro-lesioni muscolari che in seguito daranno inizio ad adattamenti compensativi positivi sia tramite un aumento del numero di CS sia dalla soppressione della riduzione del contenuto delle CS per invecchiamento. Modalità di esercizio, volume, intensità e durata devono essere perfettamente ottimizzati per attivare, far proliferare e consentire la differenziazione delle CS. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questi sono considerati temi caldi in argomento “cellule staminali ed esercizio fisico”. Alcuni studi suggeriscono che l'intensità dell'esercizio è il fattore più importante che determini l'attivazione, mentre altri sostengono che è il volume che gioca un ruolo essenziale. Nel loro insieme, una soglia ottimale determina nei vari protocolli di esercizio la giusta stimolazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A cura di</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-9Y13JeHOlZg/V6CK1Y-kmYI/AAAAAAAAN8A/Ut-fOVwQ4VoqRCwYf5UyeGRazMeRyzeOwCPcB/s1600/foto.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-9Y13JeHOlZg/V6CK1Y-kmYI/AAAAAAAAN8A/Ut-fOVwQ4VoqRCwYf5UyeGRazMeRyzeOwCPcB/s200/foto.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">dott. <b style="font-size: medium; text-align: justify;">Francesco Vella</b></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ARwvp-VuXl8/V5Uj51JvfCI/AAAAAAAAN7A/DxdQmwsOkWwrpk6heIxusHDGQEeFxEuXwCPcB/s1600/Li-Vigni%2B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; display: inline !important; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-ARwvp-VuXl8/V5Uj51JvfCI/AAAAAAAAN7A/DxdQmwsOkWwrpk6heIxusHDGQEeFxEuXwCPcB/s320/Li-Vigni%2B2.jpg" width="166" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">dott.<b style="font-size: medium; text-align: right;"> Umberto Li Vigni</b></td></tr>
</tbody></table>
<div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; text-autospace: none;">
<br /></div>
<span style="font-size: x-small;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: x-small;">Il presente articolo si è ispirato a “<b>Satellite Cells Contribution to Exercise Mediated Muscle Hypertrophy and Repair</b>” </span>Behzad Bazgir, Ph.D., Rouhollah Fathi, Ph.D., Mojtaba Rezazadeh Valojerdi, Ph.D. Paul Mozdziak, Ph.D., Alireza Asgari, Ph.D. </span></div>
<span style="font-size: x-small;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><br /></span></div>
<span style="font-size: x-small;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">Bibliografia</span></div>
<span style="font-size: x-small;">
</span><span style="font-size: x-small;"></span>
<ul><span style="font-size: x-small;">
<li>Bankol LC, Feasson L, Ponsot E, Kadi F. Fibre type specific satellite cell content in two models of muscle diseases. Histopathology. 2013; 63(6): 826-832. </li>
<li>Petrella JK, Kim JS, Cross JM, Kosek DJ, Bamman MM. Efficacy of myonuclear addition may explain differential myofiber growth among resistance-trained young and older men and women. Am J Physiol Endocrinol Metab. 2006; 291(5): E937-946. </li>
<li>Kadi F, Thornell LE. Concomitant increases in myonuclear and satellite cell content in female trapezius muscle following strength training. Histochem Cell Biol. 2000; 113(2): 99-103. </li>
<li>Kosek DJ, Kim JS, Petrella JK, Cross JM, Bamman MM. Efficacy of 3 days/wk resistance training on myofiber hypertrophy and myogenic mechanisms in young vs. older adults. J Appl Physiol. 2006; 101(2): 531-544. </li>
<li>Amthor H, Otto A, Vulin A, Rochat A, Dumonceaux J, Garcia L, et al. Muscle hypertrophy driven by myostatin blockade does not require stem/precursor-cell activity. Proc Natl Acad Sci USA. 2009; 106(18): 7479-7484. </li>
<li>Crameri RM, Aagaard P, Qvortrup K, Langberg H, Olesen J, Kjaer M. Myofibre damage in human skeletal muscle: effects of electrical stimulation versus voluntary contraction. J Physiol. 2007; 583(1): 365-380. </li>
<li>Shefer G, Rauner G, Yablonka-Reuveni Z, Benayahu D. Reduced satellite cell numbers and myogenic capacity in aging can be alleviated by endurance exercise. PLoS One. 2010; 5(10): e13307.</li>
</span></ul>
<span style="font-size: x-small;">
</span></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8322088731690117537.post-62724153559866194292019-11-01T17:19:00.000+00:002019-11-01T23:58:44.682+00:00Frequenza e distribuzione dei pasti durante la giornata: l'importanza del digiuno intermittente<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: right;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://www.mdpi.com/nutrients/nutrients-11-00719/article_deploy/html/images/nutrients-11-00719-g005-550.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="318" data-original-width="550" height="185" src="https://www.mdpi.com/nutrients/nutrients-11-00719/article_deploy/html/images/nutrients-11-00719-g005-550.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.mdpi.com/nutrients/nutrients-11-00719/article_deploy/html/images/nutrients-11-00719-g005-550.jpg" rel="nofollow" target="_blank">www.mdpi.com/nutrients</a></td></tr>
</tbody></table>
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;">La
prestigiosa rivista <a href="https://www.mdpi.com/2072-6643/11/4/719/htm" rel="nofollow" target="_blank">nutrients</a> recentemente ha pubblicato un articolo dal titolo
"<a href="https://www.mdpi.com/2072-6643/11/4/719/htm" rel="nofollow" target="_blank">The Influence of Meal Frequency and Timing on Health in Humans: The Role of Fasting</a>".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"></span><br />
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’articolo mette in luce tutti i punti chiave largamente
discussi in questi anni (Meal Timing e Frequency - Distribuzione e Numero dei Pasti nel corso della giornata) e segnala in modo inequivocabile l’importanza del
digiuno intermittente e della periodizzazione nutrizionale.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Buona lettura</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://www.mdpi.com/2072-6643/11/4/719/htm">https://www.mdpi.com/2072-6643/11/4/719/htm</a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
Unknownnoreply@blogger.com