L’ARTE DELLA CEDEVOLEZZA: IL JU JITSU

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In molte arti marziali, oltre l'equilibrio del corpo, conta molto anche la forza di cui si dispone. Nel Ju Jitsu, invece, la forza della quale si necessita proviene proprio dall'avversario. Più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro. Il principio, quindi, sta nell'applicare una determinata tecnica proprio nell'ultimo istante dell'attacco subito, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l'avversario non si accorga di una difesa, e trovi davanti a sé, il vuoto.
STORIA: QUANDO E DOVE NASCE IL JU JITSU
E’ consuetudine far risalire le origini del Ju Jitsu (arte della cedevolezza) al Giappone dell’epoca Kamakura (1185-1333), quando i Bushi (guerrieri) iniziarono lo studio e la codificazione di tecniche con e senza l’uso delle armi da utilizzare per neutralizzare i nemici. Nel corso dei secoli si ottenne una costante evoluzione di queste tecniche che, sotto la guida di abili maestri (Sensei), furono raggruppate e costituirono numerosi Ryu (scuole) ognuno dei quali tentava di affermare la propria invincibilità nel combattimento. Il Ju Jitsu merita addirittura diritti di primogenitura, essendo la matrice da cui nasce ogni nostra conoscenza delle arti marziali in Italia. La diffusione del JUJITSU in Italia si deve a Gino Bianchi, già campione italiano, impegnato durante la seconda guerra mondiale nella marina in alcune colonie in Cina dove apprese i principi e le tradizioni della disciplina.
IL JU JITSU NELLE COMPETIZIONI SPORTIVE
Come disciplina sportiva/agonistica il ju jitsu si divide in due rami: Fighting System e Duo System.
Il Fighting System è un combattimento che si svolge tra due atleti. Si articola in tre fasi:
• 1° fase: ATEMI – gli atleti si affrontano con atemi (colpi a distanza di calcio o pugno);
• 2° fase: NAGE WAZA – uno dei due atleti effettua una presa sul judogi dell’avversario con l’obiettivo di effettuare una proiezione allo stesso, utilizzando tecniche opportune (Nage-Waza);
• 3° fase: NE WAZA – Una volta che uno dei due contendenti ha effettuato una proiezione dell’avversario o entrambi finiscono a terra, il combattimento continua nella Terza Fase in cui l’obiettivo è immobilizzare l’avversario al suolo (osae komi) o costringerlo alla resa tramite leve (kansezu-waza) o strangolamenti (shime-waza).
IL JU JITSU IN SALA PESI
Questo sport permette di mantenere un ritmo altissimo durante gli scontri, conferendo una grande spettacolarità e obbligando gli atleti ad avere una preparazione non solo tecnica ma anche atletica. Utilizza al massimo le energie fisiche e riflessive consentendo lo sviluppo del corpo in tutte le sue parti. Infatti è considerato anche un mezzo molto valido per sviluppare il fisico perché negli esercizi preparatori la muscolatura lavora con perfetto sincronismo oltre che svilupparsi nelle masse. Inoltre dona abilità tale da permettere la pratica di qualunque altro sport. Come metodo di combattimento sportivo non produce a chi lo pratica nessun disturbo funzionale, non essendo il corpo sottoposto a sforzi eccessivi e troppo violenti e la tensione neuro-muscolare non è mai troppo prolungata. Per prepararsi a competizioni sportive come le gare di Fighting System, un'atleta che vuole raggiungere eccellenti prestazioni, deve avere una grande preparazione tecnica in quanto bisogna sferrare colpi decisi e controllati, caratterizzati da grande velocità e tempismo perfetto, qualità che si possono ottenere con l'allenamento sul tatami. Inoltre l’atleta deve avere una grande preparazione fisica in quanto, per combattere tre minuti di fila ci vuole molta resistenza… ma non è l'unica capacità condizionale che deve essere allenata. In periodi della stagione in cui non ci sono gare, si cerca di migliorare la mobilità articolare e la forza resistente, mentre in un periodo pre-gara (1-2 mesi prima) si allena anche la forza veloce, attraverso esercizi in sala pesi. La resistenza aerobica è senza dubbio quella capacità che un'atleta deve sempre allenare per sostenere a lungo un certo sforzo, senza che si determini un calo del livello prestativo. Essa può migliorare con l'allenamento, perché è meno legata a fattori genetici e migliorandola si possono ottenere enormi benefici sulla salute e sulla qualità di vita. La forma più classica di allenamento aerobico consiste nel mantenere un dato sforzo per un certo periodo di tempo quindi, in riferimento alla corsa, la resistenza aerobica si può allenare fra il 65 ed il 90 % della frequenza cardiaca massima teorica (FC Max), procedendo senza interruzioni e a ritmo costante per circa 2 volte a settimana. La forza resistente e la forza veloce sono importanti per un'atleta che pratica ju jitsu, in quanto sono le capacità condizionali protagoniste durante un combattimento. Per la forza resistente si dovranno usare carichi che vanno dal 20 al 40% del massimale, con 15-30 ripetizioni per circa 8 serie, con una velocità di esecuzione moderata, sia in fase concentrica che eccentrica e con un tempo di recupero che va da 20 secondi a 1 minuto. continua.......


A cura di Pietro Marchese
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Studente della Facoltà di Scienze Motorie
Università di Palermo